Page 10 - Notiziario 2022-1
P. 10
PAGINE DI STORIA
La Banda di Cohain
stettero per oltre 8 ore. Fra i caduti di quella giornata il fu assegnata al
Brigadiere Amorelli e il Carabiniere Angelo Alaimo
(Vedi Meloni S., Il redivivo dell’Adi Abò. Diario di 9
mesi di prigionia nella Guerra dell’Impero, Imola 1939). Brigadiere Silvio
Meloni e Palazzo, entrambi feriti e il secondo grave-
mente, furono fra i pochissimi catturati. Le bande regi- Meloni, coadiuvato
strarono 24 caduti fra irregolari, zaptiè e graduati, 19
gregari feriti e 4 dispersi. Amorelli cadde dopo essere dal Carabiniere
stato ferito 3 volte, mentre cercava di rompere l’accer-
chiamento per raggiungere il vicino battaglione eritreo,
come Alaimo che invece ricevette un colpo nel cuore Domenico Palazzo.
perendo immediatamente. Entrambi ebbero l’argento
al valor militare. Anche i due catturati ricevettero in Riuniva una
seguito la medaglia d’argento, proposta dal Contadini,
per il valore dimostrato e il contegno tenuto in prigionia.
In ordine al limitato numero di prigionieri, occorre sot- novantina di gregari,
tolineare che le milizie etiopi, strutturate in modo feu-
e non esitavano a sopprimere prigionieri e feriti rimasti fra zaptiè e irregolari
dale, concepivano la guerra anche come motivo di razzia
sul campo, spogliandoli di tutto e sovente sottoponen-
doli a sevizie e mutilazioni dei genitali. Tale pratica fa-
ceva sì che la resistenza opposta fosse sovente ad ol-
tranza, nella consapevolezza che vi fosse ben poco da detenzione. A conferma del contegno durissimo degli
sperare in caso di resa. Conseguentemente anche gli Etiopi l’elevato numero di ufficiali delle unità coloniali
Italiani finirono per applicare metodi che, oggi, potreb- italiane caduti: essendo reparti più esposti, in caso lo
bero essere definiti discutibili, ove non fossero adegua- scontro non fosse fortunato venivano finiti spesso con
tamente contestualizzati. le armi da taglio.
Gli Italiani prigionieri nel corso dell’intero conflitto Ebbe quindi luogo la 1a battaglia del Tembien, che
furono pochissimi. Il Meloni ad esempio ebbe modo iniziò il 20 gennaio e rappresentò il momento più peri-
d’incontrare storici capi etiopi, come Ajaleu Burrù, che coloso dell’intera campagna, con le Camicie Nere della
lo apostrofò ostentando grande sicurezza sulla vittoria 2^ Divisione 28 Ottobre assediate a Passo Uarieu. L’of-
delle armi abissine, aggiungendo di aver catturato 33 fensiva etiope era stata condotta con circa 20.000 armati
mitragliatrici, molti Italiani e addirittura 11 carri armati, agli ordini di capi di grande valore e capacità come i ras
riferendosi probabilmente al combattimento di Dem- Seium e Cassa e il degiacc Mulughietà. In quel settore
beguinà del 14-15 dicembre 1935, in cui i CV-33, le operarono le Sezioni 302a e 312a, unitamente alla 391a
“scatolette di sardine”, erano stati fatti a pezzi dagli a cavallo, tutte alla guida del Capitano Rocco Lazazzera.
Etiopi. Il Meloni fu liberato alla fine del 1936 e nel Di esse scrisse un altro ufficiale, il Capitano Aldo Puc-
suo scritto non fu molto tenero coi suoi carcerieri. Altri, ciani, ricordando come la 391a avesse vissuto un giorno
liberati con lui, riferirono del massacro sistematico di elevato significato quando era entrata a Makallè, ove
degli altri prigionieri nel corso di marce e periodi di aveva avuto luogo nel 1896 il celebre assedio delle truppe
10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII