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PAGINE DI STORIA
IN PRIMO PIANO IN UNA TRINCEA IN RUSSIA, IL SOTTOTENENTE ATTILIO
A
BOLDONI COMANDANTE DELLA 66 SEZIONE MOTORIZZATA CARABINIERI
La campagna itaLiana in Russia
Concluso anticipatamente, appena compiuti i vent’anni,
il periodo formativo a causa dello scoppio della Seconda
guerra mondiale, il 19 aprile 1942 il Sottotenente Bol-
doni, già comandante della Tenenza di Napoli Arenac-
cia, era stato destinato a comandare la 66^ Sezione mo-
torizzata Carabinieri mobilitata addetta al C.S.I.R.
(Corpo di Spedizione Italiana in Russia). In particolare,
la sua Sezione veniva inquadrata nella 52ª Divisione
fanteria autotrasportabile “Torino”. Al termine della
campagna in Russia solo 900 degli 11.000 effettivi di
quella Grande Unità sarebbero ritornati in Patria: meno
del 10%! Gravissime furono le perdite anche per le due
Sezioni Carabinieri inquadrate in quella Divisione, la
56ª e la 66ª motorizzate, entrambe mobilitate dalla Le-
gione CC di Livorno. La 66ª Sezione, comandata dal
Sottotenente Attilio Boldoni, alla partenza contava 68
uomini (1 ufficiale, 7 sottufficiali e 60 militari di truppa);
solo 16 sarebbero ritornati, tutti feriti e congelati, com-
preso il giovanissimo comandante. Tre furono i caduti
e 49 i dispersi in Russia.
All’inizio di novembre 1942, i carabinieri della 66ª Se-
zione erano a Makaroff, sede del comando della Divi-
sione “Torino”. La temperatura cominciava a raggiungere
livelli proibitivi: meno 20, meno 30 gradi. Erano le “ti-
piche” temperature russe, a cui, però, i nostri non solo
non erano abituati, ma per le quali neanche erano ade-
guatamente equipaggiati. A dicembre, in quella zona
iniziavano a ripiegare i reparti tedeschi e le altre divisioni
dell’Armir (Armata Italiana in Russia) a causa dell’of-
fensiva sovietica (Operazione Piccolo Saturno) iniziata il
16 dicembre 1942. L'unica strada possibile per il ripie-
gamento, la “Makaroff-Nikajlow”, non permetteva, però,
il passaggio di così tanti reparti. Nel terribile freddo Il comandante del Corpo d’Armata tedesco dal quale
l’unica via di fuga era paurosamente intasata. la Divisione dipendeva rispondeva che occorreva resi-
Al mattino del 19 dicembre il comandante della Divi- stere. Agli italiani appariva chiaro che i tedeschi miras-
sione Torino comunicava superiormente che le unità sero a protrarre la resistenza della Torino per completare
corazzate russe li stavano accerchiando, così tagliando il ripiegamento dei loro reparti. Nel pomeriggio, poi, la
la possibile via di fuga “Karascew-Kranzow-Mankowo”. Divisione perdeva il collegamento con il proprio Corpo
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO VI 7