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PAGINE DI STORIA











                  D’ANNUNZIO EI



   CARABINIERI















                                                       di MARCO RISCALDATI



      C                         omandante, poeta e letterato, sol-  In realtà, è stato più d’Annunzio a incrociare l’Arma che






                                dato e aviatore, audace ed impa-
                                                                    non il contrario. Tre, fondamentalmente, saranno i Ca-
                                vido,  indomito  e  ardimentoso,
                                                                    rabinieri che per motivi diversi in lui si sono imbattuti,
                                irriverente e spudorato, amatore e
                                seduttore, prodigo e dilapidatore,
                                                                    1920, ognuno approcciando il Vate in modo diverso;
                                                                    tutti  e  tre,  comunque,  conserveranno  atteggiamenti
                                ammaliatore, ambizioso e megalo-    in un lasso temporale piuttosto ristretto, dal 1916 al
            mane, anarchico e anticlericale, terzomondista e rivo-  sempre improntati alla fedeltà istituzionale.
            luzionario,  demiurgo,  carismatico,  scandaloso  e     Il 12 giugno 1917, il Duomo di Udine è gremito. Si
            trasgressivo. In più essenziali parole, un uomo contro-  stanno celebrando i funerali del Capitano dei Carabi-
            verso e discusso, passato alla storia come il Vate. Così  nieri Vittorio Bellipanni, napoletano, morto il giorno
            può ridursi il repertorio di voci su Gabriele d’Annunzio,  prima all’ospedale militare di Crauglio. Tre settimane
            nato Rapagnetta a Pescara nel 1863, il quale avrebbe    addietro era stato colpito gravemente ad una gamba da
            certamente ritrovato in queste definizioni sé stesso. Ed  una granata nel corso della decima battaglia dell’Isonzo;
            allora come poter dialogare oggi sull’esistito rapporto  quando, alla testa dei suoi uomini, aveva accompagnato
            tra d’Annunzio e i Carabinieri? Due entità, due mondi   i fanti all’assalto di quota 77, nei pressi di Doberdò del
            profondamente diversi, intrisi e portatori di ideali da vi-  Lago. Il 25 maggio 1917, il Duca d’Aosta in persona si
            vere in modo radicalmente contrapposto. Da una parte    recò a rendergli visita nell’antico palazzo Steffaneo di
            il Vate, spregiudicato e disinibito, che ha fatto motore  Crauglio, adibito a ricovero per i soldati feriti, e in quella
            della propria esistenza il godimento del vizio e del lusso,  circostanza lo decorò sul campo con una terza medaglia,
            l’estetismo all’eccesso; dall’altra l’Arma dei Carabinieri,  d’argento, al valor militare.
            emblema della fedeltà alle Istituzioni, dell’abnegazione,  Dalla folla si stacca una figura minuta, esile che indossa
            della sobrietà e del rigore etico, i cui primi appartenenti  l’uniforme di Capitano dei Lancieri di Novara. Si porta
            vennero scelti «per buona condotta e saviezza distinti».  sul podio e dal pulpito echeggia la sua voce stentorea.



            4 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV
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