Page 5 - Forestale N. 69 luglio - agosto 2012
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piti dagli eventi calamitosi dovranno affidarsi alle
amministrazioni locali, le quali, però, difficilmen-
te avranno adeguati strumenti e risorse per dare
efficacemente seguito alle competenze loro attri-
buite.
Come Capo del Dipartimento della Protezione
civile, in questi mesi ho sempre avuto una forte
preoccupazione, sulla quale spero di essere pre-
sto rassicurato: che la riforma non incida
negativamente su un Sistema performante.
Siamo tutti consapevoli della limitatezza delle
risorse statali, del debito pubblico italiano alle
stelle, ma la primaria necessità di tenere sotto
controllo i conti credo non debba andare a intac-
care due fondamentali certezze: la centralità della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche nella
forma delegata, e quella delle Regioni, ai vari
livelli di intervento, nel coordinamento dell’emer-
genza.
La spinta più forte al cambiamento penso l’abbia
data proprio il processo di decentramento ammi-
nistrativo iniziato più di dieci anni fa. Con la
legge costituzionale n. 3 del 2001 che ha rifor-
mato il Titolo V della Costituzione, la
“protezione civile” è entrata per la prima volta
nella nostra Carta fondamentale tra le materie di
legislazione concorrente tra Stato e Regioni: il
Sistema di Protezione civile italiano è un model-
della motonave Costa Concordia nei pressi lo complesso, a geometria variabile, policentrico
dell’Isola del Giglio, il governo si è impegnato in e coordinato. In questo panorama, però, dobbia-
un intervento normativo urgente per ridare ope- mo raggiungere degli standard minimi di cultura
ratività al Sistema. di protezione civile: i cittadini devono sentirsi
Stiamo passando da una Protezione civile impe- parte del Servizio Nazionale di Protezione civile,
gnata su numerose e svariate attività a una devono pretendere di avere, conoscere e testare i
decisamente più limitata. Il coordinamento degli piani comunali. Da tempo sostengo che solo un
interventi in emergenza dovrà essere il cuore del- serio lavoro svolto “in tempo di pace” possa
l’azione del Dipartimento nazionale incardinato creare le condizioni affinché, in emergenza, si
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. metta in moto un Sistema di protezione civile
L’attenzione del governo in questo momento maturo, resiliente, in grado di rispondere pronta-
storico – attenzione che si è sostanziata nel testo mente all’urto della calamità.
del decreto legge – è rivolta al “pronto soccorso”: Alla luce del decreto legge approvato dal
tutti gli sforzi della macchina statale devono esse- Consiglio dei Ministri, dobbiamo puntare sul raf-
re concentrati nelle fasi immediatamente forzamento delle amministrazioni locali in
successive all’evento calamitoso la cui durata tem- ordinario, del sindaco innanzitutto, in quanto
porale sarà fortemente compressa, mentre le primo fronte di protezione civile sul territorio.
amministrazioni competenti in ordinario dovran- Dobbiamo spingere affinché si realizzi un cam-
no farsi carico di tutte le attività post-emergenziali. biamento culturale: non attendere il supporto
Questo sarà l’aspetto più delicato: per il paziente esterno in emergenza, ma pre-occuparsi in antici-
non è stata prevista alcuna degenza in reparti po della prevenzione dei rischi sul territorio con
specializzati. Per tornare in salute, i territori col- l’obiettivo primario di salvare vite umane.
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