Page 2 - Forestale N. 69 luglio - agosto 2012
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EDITORIALE




          Prossimità e protezione


               ue termini cari ai forestali che sono scolpiti nel loro DNA. Nelle radici storiche del Corpo
               e nella sua originale essenza che si è rinnovata fino ai nostri giorni è infatti insita la cultura
          D dell’intervento e della solidarietà. In montagna, nei territori impervi e disabitati aiutarsi è
          naturale. Dove mancano le strutture sociali e quelle istituzionali il mutualismo è la prassi. Da sem-
          pre i forestali si adoperano per accompagnare lo sviluppo sostenibile e garantire sicurezza e
          legalità soprattutto là dove rappresentano spesso l’unico presidio dello Stato. Da qui il passo
          verso l’assistenza e il soccorso è breve.
          La prossimità dunque come presenza attiva accanto ai cittadini si trasforma all’occorrenza in pro-
          tezione civile che nella sua quotidianità è fatta di tanti piccoli interventi: dai soccorsi ai
          frequentatori della montagna infortunati, al salvataggio di animali, al trasporto di ammalati e di far-
          maci, fino alla lotta attiva agli incendi boschivi e alla partecipazione in occasione di grandi calamità.
          In tutti questi frangenti la carta vincente, oltre alla profonda conoscenza del territorio, è rappre-
          sentata da quell’immensa carica di umanità, di capacità di adattamento e di immedesimazione che
          distingue gli appartenenti al Corpo. Doti uniche che ogni forestale impara ad avere subito e che
          sono correlate all’organizzazione di una istituzione dal grande profilo tecnico.
          Oggi il Corpo forestale dello Stato è stabilmente inserito come componente fondamentale della
          sistema nazionale della protezione civile sia come forza di polizia dello stato, sia come struttura
          tecnica altamente specializzata. Una duplice veste che ne arricchisce il valore e ne esalta le pre-
          stazioni in tutti i settori. La presenza capillare sul territorio che ha favorito il dialogo con le realtà
          sociali e istituzionali regionali e locali è un’altra caratteristica della Forestale che, attraverso diver-
          si strumenti amministrativi, l’accomuna alla nuova protezione civile.
          Ben venga dunque una valorizzazione e responsabilizzazione effettiva a livello comunale e regio-
          nale dove il Corpo potrà, nell’ottica di direttive omogenee e condivise, dare un effettivo
          contributo di esperienza e di supporto nella formazione e, quando necessario, nelle fasi dell’in-
          tervento. La profonda conoscenza nella lotta agli incendi boschivi e nella prevenzione, previsione
          del rischio e nel soccorso in montagna, o delle emergenze legate allo smaltimento dei rifiuti e
          all’inquinamento sono alcuni dei settori nei quali il Corpo può svolgere un ruolo leader. Lo stes-
          so si può dire per il consolidato rapporto con il volontariato e il mondo dell’associazionismo con
          i quali si lavora a stretto contatto in un continuo scambio di esperienze professionali ed umane.
          Anche la protezione civile del futuro, così come le esigenze di decentramento e di finanza pub-
          blica richiedono, non potrà fare a meno dei forestali, insostituibili e generosi custodi del
          territorio.
          È con questa convinzione che ho il piacere di presentare il dossier pubblicato in questo numero
          de Il Forestale, che a venti anni dall’approvazione della legge istitutiva del Servizio nazionale della
          protezione civile ne traccia l’evoluzione storica e le prospettive per voce dei diretti protagonisti.



                                                              Cesare Patrone
                                                        Capo del Corpo forestale dello Stato
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