Page 15 - Forestale N. 51 luglio - agosto 2009
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AREE PROTETTE / Bus della Genziana
          IL RESPIRO





          DELLA MONTAGNA







          Viaggio di profondità in una riserva davvero singolare

          insieme ai forestali del Soccorso Alpino Forestale
          di Gabriele Salari

                on sempre un bus è un mezzo di trasporto. In Cansiglio, uno degli angoli più
                belli del Nord-Est, con questa parola si indica una grotta. La cavità più nota, usata
                anche come foiba durante la Seconda Guerra Mondiale, è il Bus de la Lum, che
          N per un breve periodo fu erroneamente considerata la più profonda al mondo.
          Poco distante si trova, invece, il Bus della Genziana, profondo 587 metri e con uno svi-
          luppo di alcuni chilometri caratterizzato da un articolato sistema di gallerie, forre, sale e
          pozzi. Scoperta nel 1966 durante i lavori di ampliamento della strada e situata proprio
          all’imbocco dell’Altopiano del Cansiglio, questa grotta ha una particolarità: è la prima ed
          unica riserva naturale ipogea del nostro Paese, istituita con decreto del Ministero
          dell’Ambiente nel 1987 e gestita dal Corpo forestale dello Stato.
          Non è un caso, perché allora era stato nominato da poco per la prima volta un ministro
          dell’Ambiente, ed era il professor Mario Pavan, docente di entomologia dell’Università
          di Pavia ma anche appassionato speleologo. Proteggere gli ambienti carsici significa d’al-
          tronde tutelare le falde freatiche e quindi l’acqua che beviamo. A raccontarmi la genesi
          della riserva mentre ci apprestiamo a scendere in grotta è Vladimiro Toniello, del
          Gruppo Speleologico di Vittorio Veneto, uno degli appassionati che per primo esplorò
          il Bus. Anche lui, laureato in scienze naturali, ama gli insetti come Pavan ed ha scoper-
          to proprio in questa grotta una nuova specie di coleottero che porta il suo nome e
          chiama affettuosamente “la mia signora” anche se il nome latino è Cansiliella tonielloi.
          Nel mare si va con la scaletta

          Si scende in grotta da un tombino stradale abbastanza nascosto, evidenziato solo da un
          piccolo cartello che indica la riserva. I Forestali non vogliono fare troppa pubblicità per-
          ché c’è sempre lo squilibrato che potrebbe cercare di entrare da solo senza la minima
          nozione di speleologia oppure - come avvenne poco tempo fa - tentare di colorare l’ac-
          qua per vedere dove sbuca.
          Insomma anche una riserva così anomala ha i suoi problemi di sorveglianza seppur
          molto limitati.
          L’accesso è garantito anche al pubblico non esperto attraverso una serie di scalette che
          consentono di scendere 45 metri sotto il livello del suolo. Una delle sorprese è che in
          questo tratto di grotta non ci sono stalattiti e stalagmiti perché a queste quote la tempe-
          ratura troppo bassa, 6 ° C, non ne consente la formazione.
          “Quando organizziamo delle visite guidate alla riserva, insieme all’Utb (Ufficio tutela
          della biodiversità) della Forestale, facciamo scendere in sicurezza anche bambini e anzia-
          ni, tutti attrezzati con un imbraco” spiega Toniello.


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