Page 15 - Il Forestale n. 43
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INCONTRI / Lo scrittore


          IL SERGENTE






          AMICO DEI BOSCHI







                                                                  Mario Rigoni Stern,
               una vita passata a cantare la bellezza delle sue montagne

                                                                          di Francesco De Rosa

               a storia del sergente che deve riportare a  che ero tornato dalla prigionia, perché oltre a
               “baita” i suoi alpini, in quel terribile  essere la mia voce è anche quella dei miei com-
               inverno del 1942-43 durante la ritirata di  pagni: quei pochi che sono tornati, che non
               Russia, ci ha commosso tutti.  “Il sergen-  volevano più raccontare”. La Campagna di
          L te nella neve”, capolavoro di Mario     Russia, difatti, vide impegnati circa 200 mila sol-
          Rigoni Stern e pietra miliare della letteratura ita-  dati italiani ma ne tornarono a casa solo poche
          liana del Novecento, è divenuto lo straordinario  migliaia.
          monologo del bravissimo Marco Paolini, che La7  Ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere
          ha trasmesso, senza interruzioni pubblicitarie, in  Mario Rigoni Stern. È una di quelle persone che
          prima serata. Ed è stato un evento per la televi-
          sione italiana, sia in termini di ascolti che di
          qualità. “Il sergente nella neve è il mio libro più
          caro”, mi ha raccontato una volta il grande scrit-
          tore di Asiago, “lo avevo scritto un anno dopo


          Il senso di Mario
          per la neve


              a neve per Rigoni Stern non ha segreti. Lui
              la chiama con i nomi che risalgono all’anti-
         L ca lingua alto-tedesca che si parlava
          sull’Altopiano di Asiago fino alla Grande Guerra
          del 1915-1918. “La neve che annuncia l’inverno si
          chiama “brishtna”, la prima”, spiega il grande
          scrittore.“Poi verso la primavera c’è quella che si
          chiama “harnust”, la neve con la corazza; perché
          il sole di giorno la scioglie in superficie e il fred-
          do della notte la raggela. Questa neve è alta, copre tutte le pietre, le fosse, i cespugli bassi, i dislivelli
          del terreno e di mattina puoi andare dove vuoi perché non sprofondi e non ci sono ostacoli”. Poi c’è
          la neve della rondine. “La “swalbalasneea”, che è quella di marzo. In aprile cade quella del cuculo, la
          “cuchasneea”. Poi a maggio scende quella della quaglia, la “bactlasneea”. Infine c’è la neve delle vac-
          che, la “kuasneea”, che, se scende quando gli animali sono già negli alpeggi di montagna, copre i
          pascoli e riduce la loro produzione di latte”.
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