Page 11 - Il Forestale n. 40
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zioni prodotte dal genere umano; in   Guardia di Finanza di frontiera. I boschi  Ruderi a Pogallo.
          Val Grande si ricercano invece le     e i sentieri della Val Grande sono stati
          opere antropiche sopravvissute        anche il teatro di vicende tragiche ed
          all’azione della natura.              eroiche legate alla presenza delle for-
          La Val Grande è infatti ricca di testi-  mazioni di partigiani, agli scontri e ai
          monianze della antica presenza        rastrellamenti effettuati nel corso del
          degli uomini e delle loro attività:   secondo conflitto mondiale: in molti
          fino agli anni Sessanta nelle montagne  alpeggi vi sono lapidi che ricordano il
          della zona risuonavano i campa-       sacrificio e i morti della guerra in mon-
          nacci del bestiame portato all’alpeg-  tagna (nell’alto Verbano le vittime dei
          gio: in tutto il parco sono stati     rastrellamenti furono oltre 200).
          censiti ben 178 fra alpi (usati d’esta-  Per secoli i boschi della Val Grande
          te) e  corti (impiegati in primavera  sono stati intensamente utilizzati per la
          ed in autunno), la maggior parte dei  produzione di legna e di paleria: anco-
          quali oggi è costituita da ruderi     ra oggi, attraverso la fitta vegetazione
          abbandonati. La solerzia e l’ingegno  forestale, si riescono a scorgere i segni
          dei pastori, degli alpigiani e dei con-  del passato impiego di teleferiche per
          tadini hanno sottratto per secoli ai  l’esbosco del legname, fili a sbalzo,
          boschi di castagno e di faggio lembi  piazzole di scambio, vecchi tralicci, ru-  Ruderi dell’Alpe
          di terreno scosceso, realizzando      deri dello spaccio e della mensa dei  Serena.
          arditi terrazzamenti con muri a
          secco, per coltivare quei pochi pro-
          dotti agricoli (segale, patate) neces-
          sari ad una vita comunque grama e
          faticosa.
          Per molti decenni, a cavallo fra l’Ot-
          tocento ed il Novecento, i sentieri
          più nascosti e pericolosi della Val
          Grande sono serviti per il transito
          degli “spalloni”, i contrabbandieri
          locali, che continuamente facevano
          la spola con la confinante Svizzera
          per trasportare zucchero, caffè,
          sigarette e riso nelle bricolle (ante-
          signani degli zaini), ingaggiando
          pericolose e a volte mortali sfide di
          astuzia e di abilità alpinistica con la
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