Page 8 - Maltrattamenti
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Può essere vittima di maltrattamenti “una persona della famiglia o comunque convivente,
o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione,
istruzione, cura, vigilanza o custodia o per l'esercizio di una professione o di un'arte”.
La norma non richiede necessariamente un rapporto di parentela tra vittima e autore ma il
solo requisito della condivisione dei luoghi dove si svolge la quotidianità.
La Corte di Cassazione (Sentenza del 19 luglio 2017 n. 35673, Sez. VI Penale), ha precisato
che per famiglia si intende “ogni gruppo di persone tra le quali, per strette relazioni e
consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà, senza la necessità della
convivenza e della coabitazione”.
Rientrano, dunque, in tali categorie:
• -coniugi
• -consanguinei
• -affini
• -adottati/adottanti
• -domestici (purché vi sia convivenza)
• -anziani nelle RSA/case di cura
• -studenti
• -lavoratori in aziende a conduzione familiare (tale da determinare una comunanza di
vita assimilabile a quella del consorzio familiare).
Ti capita di essere maltrattato dalla persona a cui sei stato affidato?
Ti capita di essere insultato o sminuito dalle persone che si dovrebbero prendere cura di
te?
Ti capita di vedere o sentire di frequente litigare i tuoi genitori in maniera animata?
Ti capita di non sentirti al sicuro quando sei nella tua casa?
Ti capita di non sentirti libero di esprimere le tue opinioni?
Ti capita di temere per a tua incolumità o quella dei tuoi figli quando litigate?
Ti capita di dover mostrare il tuo telefono affinché il tuo partner possa controllare le
chiamate/messaggi che hai fatto?