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Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale dell’ASPROMONTE


            rente umidità per i limiti altitudinali inferiori della vegetazione e, di tem-
            peratura, per i limiti superiori.
               L’interazione tra l’uomo e gli aspetti ambientali esprime, oggi, un pae-
            saggio unico e vario. Sui piani d’Aspromonte i seminativi si alternano a
            pascoli dalle magnifiche fioriture primaverili come quelle dei narcisi,
            delle orchidee, delle violette e della ginestra dei carbonai. L’Aspromonte
            annovera sulle proprie montagne foreste impareggiabili. Il bosco è la
            componente ambientale portante del Parco anche da un punto di vista
            paesaggistico. Esso offre una significativa prova del rapporto, non sem-
            pre facile, e comunque vitale, tra le popolazioni locali e l’ambiente.
               I boschi della dorsale Zomaro-Zillastro, composti da faggete pure, a
            volte miste ad abete bianco, si aprono sul panorama dei “due mari”. Il
            faggio, grazie all’elevata umidità del Tirreno, si trova spesso a bassa
            quota. Bellissima è la sughereta di “Sant’Eusebio” vicino San Giorgio
            Morgeto; qui si possono ammirare sughere gigantesche con ancora i segni
            dell’estrazione della corteccia, una volta molto importante per l’econo-
            mia della zona. Le pinete del versante ionico sono particolarmente sugge-
            stive; si affacciano sui ripidi versanti delle fiumare e sulle pareti in frana
            come quella celebre chiamata “Colella” e, più in basso, sulle arroccate
            contrade di Roccaforte, Roghudi, San Lorenzo, Gallicianò, Bova, pul-
            santi di cultura grecanica. Ricordiamo, tra le più note foreste di origine
            naturale, quella di Basilicò-Gambarie, meta di un massiccio flusso turi-
            stico, di Ferraina, del Sanatorio-Carmelia, di Materazzelle, di Canovai,
            ecc. formate da faggete, boschi misti faggio-abete bianco, castaneti, quer-
            ceti, pinete. Le latifoglie nobili (tigli, frassini, aceri) dai tipici colori
            autunnali, fanno la loro comparsa nelle formazioni boschive, arricchen-
            done la biodiversità. Il pioppo tremolo, nella varietà aspromontana,
            costituisce, con la sua bianca corteccia e le sue foglioline tremolanti nella
            brezza, un altro elemento tipicizzante dell’ambiente.
               Particolare rilievo storico assume la pineta vicina a Sant’Eufemia d’A-
            spromonte, dove Garibaldi fu ferito il 29 agosto del 1862. Le foreste sono
            state pure rifugio di monaci e Santi che vi trovavano luoghi ideali di pre-
            ghiera, di lavoro e caritatevole assistenza per le popolazioni. Si ricorda-
            no, tra gli altri, San Silvestro Papa, San Leo di Bova, San Nicodemo di
            Mammola, Sant’Elia. Il luogo di culto più conosciuto è sicuramente il
            Santuario di Polsi, ai piedi di Montalto, dove si venera la Madonna della
            Montagna. Dei numerosi ecosistemi del territorio aspromontano è parte
            integrante una variegata fauna selvatica. I mammiferi sono quelli tipici
            dell’Appennino meridionale. Tra i piccoli roditori, insieme allo scoiatto-
            lo dallo mantello scuro, si segnala il driomio, molto simile al ghiro ma
            esclusivo della Calabria. Tra i carnivori, oltre al gatto selvatico, si ricor-

                                                        SILVÆ - Supplemento al n. 12 - 209
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