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Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale dell’ASPROMONTE
l Parco Nazionale dell’Aspromonte, inizialmente esteso circa 76.000
ettari, ha attualmente una superficie di circa 66.000 ettari. Il Piano
Isocio-economico del Parco è stato pubblicato già nel 2003, mentre il
Piano del Parco è in vigore dal gennaio 2009. Il relativo Regolamento è
invece in fase di pubblicazione. Occupando un terzo della provincia di Reg-
gio Calabria, il Parco rappresenta un importante fattore di sviluppo socio-
economico ed ambientale non solo per le aree comprese al suo interno ma
anche per quelle limitrofe e per le coste. La sua istituzione ha permesso di
sottoporre a maggiore tutela un territorio di grande rilievo naturalistico,
custode di peculiarità storico-culturali e di tradizioni popolari. Compati-
bilmente con le esigenze conservative, il Parco gestisce anche la sempre più
pressante richiesta turistica verso la “montagna” e il “bosco”. Strumento
essenziale per la gestione dell’area protetta è la zonazione prevista dal
Piano del Parco, ovvero la suddivisione del suo territorio in “zone” secon-
do diversi livelli di protezione. Così alcune aree ricadono in zone a prote-
zione assoluta (Riserve integrali), altre in zone a protezione orientata
secondo criteri naturalistici, altre ancora in zone di protezione più “aper-
ta” ad usi produttivi, ed infine altre in zone dove, pur considerando fon-
damentale, come nelle altre zone, l’aspetto conservativo, si privilegia l’a-
spetto economico. L’Aspromonte ha una sua precisa identità che si manife-
sta, specialmente, nelle sue componenti geomorfologiche e biologiche.
Il massiccio, almeno nella parte ricadente nel Parco, è caratterizzato
da un punto di vista geologico, da rocce metamorfiche (micascisti, filladi,
gneiss, graniti). Sul versante ionico sono frequenti rocce clastiche, di ere
successive, che assumono, nelle arenarie, particolari e spesso spettacola-
ri forme erosive. Il paesaggio è estremamente interessante grazie ai mono-
liti arenacei come quello notissimo di Pietra Cappa in comune di San
Luca, della Testa del drago in comune di Roghudi, alle cascate tra cui
quelle di Maesano e Forgiarelle, al silenzioso lago Costantino nato, circa
quaranta anni addietro, a seguito di un imponente movimento franoso.
Il versante tirrenico e dello Stretto di Messina è invece tipicizzato da
fertili pianori di emersione che si susseguono a diversa altitudine.
Le acque meteoriche (piogge e neve sciolta) scorrono impetuose nelle
strette gole prima di gettarsi negli ampi alvei delle fiumare. Contrasti roc-
ciosi e vegetazionali si avvicendano alle varie quote ed esposizioni come
espressione di un paesaggio disegnato soprattutto dalla notevole variabi-
lità climatica. Sul versante tirrenico le precipitazioni piovose e nevose,
concentrate nel periodo autunno-primaverile, sono maggiori rispetto a
quello ionico dove le temperature medie, a parità di quota, sono invece
superiori. Il quadro climatico sottende, complessivamente, un ambiente
favorevole alle formazioni boschive influenzate, comunque, dalla diffe-
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