Page 2 - Forestale N. 87 luglio - agosto 2015
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                 I sassi della cultura


                     e sue grotte scavate nella roccia custodiscono la storia dell’uomo. Dal neolitico, alle chiese
                     rupestri, alle mura medievali della Civita, alla “vergogna nazionale” degli anni ’50 che provo-
                 L cò  lo  sgombero  dei  quartieri  degradati,  alla  conservazione  e  al  recupero  architettonico
                 ambientale, fino alla consacrazione prima come Patrimonio mondiale dell’Umanità e poi come
                 Capitale europea della cultura. “Esempio di sistema di vita millenario da preservare e tramandare ai poste-
                 ri”. Più precisamente il riconoscimento fatto alla città dall’UNESCO è quello di essere “un modello
                 di vita in equilibrio con l’ambiente”.
                 Non esiste forse più che a Matera un rapporto più forte ed intimo tra la natura e l’uomo, tra la
                 cultura e l’ambiente. La città rappresenta una mirabile sintesi, una rappresentazione sensibile del
                 più complesso interrogativo che interessa il pensiero antico come quello contemporaneo: la
                 necessaria coesistenza tra l’uomo che manipola la natura che resiste, a volte cede, oppure riven-
                 dica la propria superiorità materiale. Aggrappata ai gradoni scoscesi dell’altopiano calcareo delle
                 Murge, la città ha una totale compenetrazione con il paesaggio: non è costruita sulle rocce, è
                 scolpita in esse; non è edificata, è scavata, è la pietra stessa che prende forma di edificio. E poi
                 la  luce,  accecante,  mista  alle  ombre  delle  rupi  crea  un  effetto  scenico  senza  paragoni.
                 “L’impressione - scriveva Piovene - che danno i sassi nel loro insieme è quella di un presepio
                 napoletano, ma illividito e quasi stravolto da un fondo spiritico”. è quell’ancestrale atmosfera
                 tellurica, intrisa di vita umana che scorre senza tempo tra i vicoli deserti eppur animati dal flui-
                 re della storia.
                 è questa in sintesi anche la storia naturale del nostro Paese che a Matera diventa esempio, arte e
                 laboratorio, ma soprattutto testimonianza e spunto per orientare nuove scelte. Questo è il valore
                 della città millenaria e del suo contesto naturale, non certo quello di aspirare a diventare una
                 nuova Disneyland della cultura da cerimonia o del turismo snob, anche se un notevole fermento
                 economico in tal senso è ampiamente percepibile. Saprà Matera essere non solo vestigia di una
                 civiltà antica e originale o semplice scenario di una cultura importata, ma assurgere invece a cen-
                 tro propulsore di una nuova identità cittadina? Anche in questo caso i segni non mancano. Una
                 palingenesi per la Città dei Sassi - il cui degrado sociale e umano ispirò l’attenta e drammatica
                 descrizione di Carlo Levi - iniziata da tempo e che è proiettata verso un futuro di nuovo, forse
                 mai raggiunto splendore.
                                                                                                              Stefano Cazora
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