Page 2 - Il Forestale n. 60
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EdITOrIAlE
Amiamo gli ulivi, curiamo la terra
on sempre le malattie della terra sono causate esclusivamente da fenomeni naturali. Allo stato attuale delle
conoscenze non sappiamo quali siano le reali cause della sindrome che provoca il disseccamento rapido degli
N ulivi nel Salento. Se il responsabile sia il batterio della Xylella fastidiosa tramite il suo vettore, una cicalina
conosciuta con il nome di sputacchina, o se invece la malattia sia da attribuirsi ad una commistione di altri fattori
come, ad esempio, la presenza di funghi che amplificano gli effetti del batterio. Anche la sua sua origine e come sia
arrivato in Puglia non è chiaro. Sembra però che si tratti dello stesso ceppo individuato in Costarica che lo com-
batte da decenni senza apprezzabili risultati.
Di sicuro si sa che le buone pratiche agricole: aratura, erpicatura, potatuta, ecc., contribuiscono sensibilmente
alla diminuzione del vettore che in assenza di erbacce trova vita difficile. L’ulivo, per quanto spartano e di origi-
ne selvatica, ha comunque bisogno di cure e la sua coltivazione non può essere lasciata al caso. Gli ulivi pugliesi
così maestosamente belli, connotano un paesaggio unico che però non è un quadro di natura morta o una foto
per depliant turistici. La terra ha bisogno di cura. Lo ripete ormai ogni giorno il Commissario Delegato per l’e-
mergenza Xylella Giuseppe Silletti, Comandante Regionale per la Puglia del Corpo forestale dello Stato. “Più
arature oggi, meno interventi invasivi domani e meno uso di insetticidi e diserbanti”. è un mantra che echeggia
per tutte le campagne e nelle decine di incontri che il Commissario compie ogni giorno con agricoltori e ambien-
talisti. Grazie a questo impegno straordinario i risultati non si sono fatti attendere. Alla fine di aprile quasi tutti
i terreni coltivati ad uliveti e frutteti sono stati arati.
Silletti è un Forestale doc, è un uomo che ha passato la propria vita a gestire e proteggere i boschi e il territorio
della sua Puglia. Mai avrebbe pensato di dover assistere inerme al taglio di alcuni di questi alberi. E mentre la
scienza e la politica tentano, in ritardo, di dare risposte all’emergenza, il Commissario si trova sul fronte a com-
battere una guerra contro un nemico invisibile che rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura nazionale.
Per quanto sia un fine botanico e un preparatissimo tecnico non spetta a lui trovare la cura, ma il suo compito
è quello di arginare con tutte le forze l’espansione dell’epidemia che cammina a ritmi rapidissimi: far rispettare
la quarantena per salvare il resto del patrimonio olivicolo nazionale. Ora lo sforzo massimo è concentrato nella
zona a nord del Salento, una sorta di imponente ideale “vallo” che va dall’Adriatico allo Jonio dove sono con-
centrate tutte le energie dei Forestali. Qui la parola d’ordine è tolleranza zero contro il batterio e chi non
collabora alla lotta fitosanitaria. In ballo ci sono gli ulivi di tutta la Penisola, mentre l’Unione Europea è preoc-
cupata che la malattia possa oltrepassare le Alpi. è in questa fascia che si combatterà la battaglia finale. Ogni
giorno oltre cento Forestali perlustrano le campagne a piedi, in auto e perfino a cavallo per verificare l’esatto
adempimento da parte degli agricoltori e degli Enti pubblici che gestiscono il territorio, affinché vengano adem-
piute le prescrizioni dell’ordinanza del Commissario che subisce modifiche in base alle decisioni di Bruxelles e
del comitato scientifico. L’impegno è massimo e solo i Forestali potevano essere chiamati ad un così arduo e
complesso compito. Hanno dalla loro conoscenza del territorio, preparazione tecnica, operatività e strumenti
giuridici. In Salento come in Campania, dove l’emergenza si chiama invece “Terra dei Fuochi”, sono sempre lì
con i piedi ben piantati per terra senza paura di sporcarsi le scarpe e sempre al fianco della gente che abita nelle
campagne e che soffre per la propria terra malata. è un momento difficile anche per il Corpo forestale dello
Stato e per i suoi appartenenti che stanno affrontando un periodo di cambiamenti dagli esiti incerti. Eppure la
concentrazione e il lavoro non sono venuti meno ovunque ci sia bisogno di loro sempre nel segno della cultura
della concretezza, della disponibilità e della prossimità alle comunità locali.
La terra si ammala quando è abbandonata, quando non è più amata e curata, quando è sfruttata e dimenticata.
Esperienze difficili come queste aiutano a riflettere.
Abbiamo girato per le campagne del Salento, ovunque si percepisce la voglia di reagire e una nuova vitalità, trat-
tori che vanno e vengono, uomini intenti a potare piante, sentieri, fossi e cigli stradali. Insieme alla furia
distruttrice la Xylella ha riportato vita nei campi. Sta nascendo una nuova alleanza tra i patriarchi verdi della
Puglia e gli uomini. Una legame ritrovato che darà buoni frutti.