Page 2 - Forestale N. 75 luglio - agosto 2013
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EDITORIALE
Gli Italiani tra eco-tech, indifferenti e custodi del Creato
ispetto alla sensibilità degli italiani per l’ecologia, sembrano essere almeno cinque i tipi di
approccio all’ambiente. Il 16% di essi rientra nel tipo “eco-tech”, ovvero soggetti che seguo-
R no con motivazione tutte le novità del settore grazie ai moderni strumenti di
comunicazione; i “non (for) profit”, quelli che il settore lo conoscono e praticano fattivamente e
con ottimismo, arrivano al 20%, mentre il 17% è rappresentato dai “sostenibili”, quelli che la loro
scelta di rispettare l’ambiente e il sociale la dimostrano immancabilmente in ogni momento della
loro vita. A completare la tipologia degli approcci ci sono gli “indifferenti”, rappresentati da gio-
vani lontani dalle questioni riguardanti l’ambiente, e i “retrò”, ovvero quanti non credono alla
possibilità di risolvere le problematiche ad esse legate e non vanno oltre l’applicarsi nel differen-
ziare la spazzatura. Questo è quanto emerge da un’indagine stilata da Ipsos per Conai.
La ricerca dimostrerebbe come quella ambientale sia una tematica da affrontare nell’immediato
soltanto per il 5% degli italiani, la cui attenzione è catalizzata invece dalle preoccupazioni dovu-
te alla crisi economica, alla disoccupazione e al costo della vita, ben il 90% ne risente il peso
angosciante. Seppur non rientrino nelle priorità della maggior parte degli italiani, però, le que-
stioni riguardanti l’ambiente non passano di certo inosservate, tanto che il grado di
soddisfacimento ad esse riferito non è rassicurante, soprattutto in concomitanza col verificarsi di
episodi particolari. A differenza del passato, a considerare il peggioramento della qualità dell’aria
sono il 75% degli intervistati e il 60% fa la medesima valutazione rispetto allo stato dell’acqua e
all’impiego delle risorse energetiche, mentre il 52% degli italiani ritiene aumentato il fenomeno
dell’abusivismo nello smaltimento dei rifiuti. Si evince, pertanto, che le aspettative dei cittadini,
molto critici soprattutto nel valutare l’utilizzo delle ricchezze rappresentate dai beni comuni, sono
notevoli, nonostante ad oggi le tematiche inerenti la cura dell’ambiente non abbiano ancora coin-
volto la sensibilità pubblica nella sua totalità.
C’è poi chi ha grandi aspettative nei confronti della green economy, percepita come risposta
sostenibile rispetto alle necessità attuali, portatrice di innovazione tecnologica e creatrice di posti
di lavoro, ma ancora poco concreta.
A svegliare, infine, le coscienze sopite dei tanti indifferenti da diverso tempo è scesa in campo
anche la Chiesa che ora in Papa Francesco ha trovato un testimonial convincente e coinvolgen-
te. È proprio alla famiglia che i vescovi italiani intendono affidare l’educazione alla custodia del
creato. “Il coltivare e il custodire – ha detto il Papa - non comprende solo il rapporto tra noi e
l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecolo-
gia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi;
lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo…Questa cultura dello scarto…
tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti”.
Le buone pratiche intanto timidamente si diffondono e convincono anche i più restii al cam-
biamento, le abitudini di pochi diventano sempre più comuni.