Page 9 - Forestale N. 58 settembre - ottobre 2010
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La Pania di Corfino.
a collaborazione è l’unico strumento. de “Il Forestale”. Al centro poi c’è una mostra
Nessuno può sottrarsi all’obbligo sulla natura del parco con moderni diorami e
costituzionale di operare per la difesa sagome di legno che coinvolge i visitatori,
“L dell’ambiente e nessuno può avocarsi anche quelli stranieri, nonostante i testi siano
l’esclusiva di tale compito. Il parco naturale purtroppo solo in italiano.
dell’Orecchiella sta a dimostrare che, volendo, si Francesi, inglesi e tedeschi apprezzano molto
può operare bene insieme. Gli scopi sono poi l’Orecchiella, si trattengono nel giardino botani-
gli stessi: qui non si tratta di imbalsamare la co curato sempre dalla Forestale o ad acquistare
valle, di chiuderla al turismo o di mettere in i prodotti tipici e poi si inoltrano nei sentieri alla
pensione ecologica i suoi abitanti, ma piuttosto ricerca di cervi e caprioli o nella speranza di
di comprendere e far comprendere come la ammirare il volo dell’aquila reale.
tutela dei suoi valori ambientali è alla base del Ancora oggi, nonostante molte aree protette
suo stesso sviluppo”. abbiano raggiunto certi traguardi, qui si respira
Così diceva 25 anni fa Umberto Poggi, direttore un’aria diversa. La tutela dell’ambiente effettiva,
allora dell’Ufficio per le foreste demaniali di Luc- e non sulla carta, si sposa con la promozione
ca, parlando della collaborazione con la del territorio, muovendosi sempre in perfetta
Comunità montana nelle riserve demaniali rima- sinergia tra le diverse amministrazioni pubbliche
ste allo Stato (Orecchiella, Lamarossa, Pania di e il privato.
Corfino) che costituiscono il parco dell’Orecchiel- La Forestale gestisce qui anche otto rifugi aperti
la, oggi parte del parco nazionale dell’Appennino al pubblico, che sono solo l’anello di una rete
Tosco Emiliano. più vasta di ricettività a basso impatto ambien-
In quegli anni questo angolo di Garfagnana si tale. Dai rifugi si può sentire il capriolo abbaiare
stava emancipando e aprendo al turismo naturali- nel sottostante recinto faunistico oppure intrave-
stico, anche grazie all’apporto della rivista “Airone” dere i cervi o gli orsi, ospiti di altrettanti recinti.
che, insieme alla Forestale, tracciò tre sentieri, il
cosiddetto “trifoglio”, per consentire a tutti di avvi- I Forestali e la montagna
cinarsi a questa natura aspra e selvaggia. Nel Museo di storia del territorio e del paesag-
E le amicizie, quelle vere, durano nel tempo. gio dell’Appennino Tosco Emiliano si capisce
Tanto che appena arrivo al Centro Visitatori del perfettamente quante opere forestali e idrauli-
parco (forse l’unico d’Italia gestito dalla che, di regimazione dei torrenti, abbiano portato
Forestale che prevede un biglietto d’ingresso, a quell’ambiente naturale di cui godiamo oggi.
tanto attraente è il servizio offerto) visito la Il parco dell’Orecchiella, infatti, è il risultato del-
mostra fotografica di Antonio Lopez, storica l’azione di recupero ambientale di un’area
firma di “Airone” e collaboratore di lunga data fortemente degradata a causa degli incendi bo-
schivi, dei tagli irrazionali del bosco e
dell’eccessivo sfruttamento dei pascoli. In princi-
La Grande Selva pio, tra gli anni 1925 e 1927, ci fu un’opera di
rimboschimento in montagna, fatta per difendere
aniana, ovvero la Grande Selva. Così il suolo e le foreste dell’alta Garfagnana dai danni
gli Umbri battezzarono la Garfagnana, idrogeologici. L’allora Distretto Forestale delimitò
F terra stretta tra Toscana ed Emilia, fra i terreni che avrebbero costituito la Foresta
l’Appennino e le Apuane. Per i Celti era addi- Demaniale dell’Alto Serchio. Poi i Comuni monta-
rittura har ovvero sublime. ni cedettero alcuni pascoli alla costituenda
Curioso che quando gran parte delle regioni Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, che
vicine dovevano essere ugualmente verdi e realizzò corposi lavori di bonifica e di forestazio-
percorse da torrenti e fiumi, questa terra ne. Si crearono così le condizioni ambientali per
sembrasse già speciale.
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