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I tesori della biodiversità, escursione. Una sezione è dedicata poi all’edu-
il calendario 2009 cazione ambientale, un’altra importante attività
portata avanti dall’Ufficio per la Biodiversità (a
cui sono affidate anche le riserve dopo la sop-
pressione dell’Azienda di Stato per le Foreste
Demaniali) tramite 28 Uffici Territoriali.
Corpo Forestale dello Stato Alle tavole pittoriche dell’illustratrice Concetta
Corpo Forestale dello Stato
Flore, che l’anno scorso ha firmato l’intero
calendario, si sono aggiunti questa volta
Massimiliano Lipperi e Graziano Ottaviani, tutti
del gruppo “Ars et Natura”.
“Siamo molto orgogliosi delle nostre riserve,
dalle più estese e note a quelle di pochi ettari”
scrive nell’introduzione Cesare Patrone, Capo
del Corpo forestale dello Stato. “Tra le riserve
naturali si trovano certamente le più belle fore-
ste italiane, le più selvagge valli, le poche
foreste di pianura e zone umide, alcune isole:
uno splendido patrimonio protetto, conservato e
gestito con cura e professionalità dai Forestali.
Infatti, se l’Italia ha il più alto tasso di biodiver-
sità in Europa, va detto che quasi il 20 per cento
delle specie vegetali considerate a rischio in
Italia si trova nelle riserve della Forestale. Per
2009
2009 quanto riguarda l’avifauna, poi, delle 88 specie
considerate più a rischio in Italia, ben 61 nidifi-
cano all’interno di queste aree”.
Il calendario storico del Corpo forestale dello Per prenotare e acquistare il calendario, tutte le
Stato del 2009 è dedicato ai tesori della biodi- informazioni su: www.corpoforestale.it
versità. Un viaggio attraverso gli ambienti
naturali più rappresenta-
tivi del Paese tutelati
La
dalle 130 riserve naturali Gennaio La foresta alpina F oresta dei tre confini
mmensa, con una storia millenaria. Così si presenta la Foresta di Tarvisio, che si estende in Friuli per quasi 24mila ettari tra le Alpi
Carniche e quelle Giulie, ai confini con l’Austria e Slovenia. Correva l’anno 1007 quando l’Imperatore di Germania Enrico II, il Santo,
gestite dalla Forestale. Per 1 G 2 V 3 S Maria SS.Madre di Dio aestosa, profumata di resina, a tratti odorosa di funghi e oscura: è la foresta di I la concesse al Vescovo di Bamberg in Baviera che ne detenne il dominio fino al 1759 quando venne acquistata da Maria Teresa,
Ss. Basilio e Gregorio
conifere delle Alpi, dove il grande picchio nero tambureggia sui vecchi tronchi,
SS. Nome di Gesù
Conclusa la prima guerra mondiale, in base al trattato di San Germano, venne attribuita nel 1919 all’Italia e incorporata nel Demanio
nato dalle severe aghifoglie mentre i querceti e le faggete, così caratteristici della dorsale
S. Ermete
4 D c Epifania del Signore M e l’astore caccia agilissimo fra i rami. Il paesaggio forestale delle Alpi è domi- Imperatrice d'Austria.
5 L
S. Edoardo
è affidata al Corpo forestale dello Stato da 75 anni. All’interno della Foresta sono presenti anche due riserve naturali gestite dalla
ogni ecosistema viene 6 M 7 M 8 G S. Raimondo di Peñafort appenninica, sull’arco alpino sono relegati alle quote più basse oppure nei settori dal clima più dello Stato. Oggi la Foresta di Tarvisio è di proprietà del Fondo Edifici di Culto, un ente del Ministero dell'Interno, mentre la sua gestione
oceanico, cioè con precipitazioni costanti e temperature relativamente miti.
Tra i numerosi aspetti che il bosco di conifere alpino assume, quello di gran lunga più diffuso
La foresta presenta una grande varietà di habitat naturali, dai multicolori boschi della media montagna alle spettacolari guglie degli
S. Severino
9 V S. Giuliano è la pecceta, vale a dire il bosco di abete rosso o “peccio” (Picea abies). È questa la foresta alpina Forestale, “Cucco” e “Rio Bianco”.
I boschi sono costituiti in gran parte da consorzi misti di abete rosso e faggio, con varianti ad abete bianco. In questi boschi si trova
S.Aldo
proposta ai lettori l’appro- 10 S S. Modesto per eccellenza; tuttavia, l’abete rosso domina anche le foreste della Scandinavia: la pecceta ambienti rupestri, dalle chiazze verdeggianti delle praterie alpine fino ai nevai perenni.
11 D z Battesimo del Signore
nostrana può essere vista così anche come “isola” meridionale di un paesaggio boreale.
Il bosco di abete rosso costituisce la vegetazione forestale spontanea all’incirca sopra i
12 L
Si tratta di formazioni di elevata naturalità che per composizione, struttura e densità ricordano i boschi originari dell’arco alpino. Sopra
13 M S. Ilario 1.200 metri di altitudine, formando una fascia che si spinge fino ai 1.800 metri ma questi limi- anche il celebre abete rosso di risonanza, da cui si ricavano importanti strumenti musicali a corda.
Non mancano il larice, il pino silvestre ed il pino nero d’Austria.
S. Felice da Nola
14 M
alpini. Molteplici sono le specie endemiche di flora alpina che arricchiscono la Val Canale, fra tutte le più importanti sono la campanula
fondimento di una riserva 15 G S. Mauro ti presentano ampie variazioni nei diversi settori alpini, per le forti differenze climatiche. i 1700 metri le formazioni forestali cedono il passo ad arbusteti a pino mugo, rododendro ed altre specie minori a cui seguono poi i prati
Tuttavia, per la pregiata qualità del legno e il rapido accrescimento, il peccio è stato spesso
S. Marcello I
16 V
Ricca la fauna che comprende i grandi predatori e numerosi ungulati: il capriolo, il cervo, il camoscio, lo stambecco. I tetraonidi sono
S. Antonio Abate
17 S
quentemente anche a quelle basse quote dove la vocazione naturale del territorio sarebbe il
18 D c S. Liberata piantato o comunque favorito dall’uomo a scapito di altri alberi: pertanto, oggi domina fre- di Zoys alle quote più elevate su roccia calcarea e la Wulfenia carinthiaca che fiorisce nel settore carnico della foresta.
Ss. Mario e Marta
e il francolino di monte. All’apice della catena alimentare devono essere ricordate anche alcune coppie di aquila reale che qui vivono sta-
particolarmente rappre- 19 L Ss. Fabiano e Sebastiano bosco di latifoglie. qui rappresentati in buona consistenza da tutte e quattro le specie tipiche delle Alpi: il gallo cedrone, il gallo forcello, la pernice bianca
Anche nella sua fascia di naturale pertinenza, motivazioni di ordine economico e tecnico
20 M
trasferimenti dal Salisburghese alle coste della Dalmazia. Sono pure presenti la lepre comune, a fondovalle, la lepre variabile o bianca,
S. Agnese
21 M
osservare foreste conservatesi in condizioni simili a quelle naturali, notiamo che l'abete rosso
22 G S. Vincenzo hanno spesso trasformato la pecceta, rendendola monospecifica. Infatti, quando possiamo bilmente tra le Alpi Giulie e le Carniche e gli “spazzini” della natura, i grifoni, necrofagi per eccellenza, che qui compaiono durante i loro
S.Ildefonso
23 V
sentativa e la segnalazione 24 S S. Francesco di Sales non forma boschi completamente puri, ma concede un po’ di spazio ad altri alberi: soprattutto alle quote più elevate, la marmotta, nei pascoli e nelle praterie alpine.
Conversione di S. Paolo
faggio, abete bianco o larice, a seconda della quota e della natura del terreno.
25 D
La flora del sottobosco è molto specializzata: deve, infatti, adattarsi ad un ambiente partico-
26 L S.Paola
27 M S. Angela Merici lare, per la scarsa luminosità dovuta alle scure chiome del peccio, e per l’acidità del suolo,
S. Tommaso d’Aquino
Tra i mammiferi carnivori della Foresta di Tarvisio, oltre a quelli tradizionali dell’arco alpino, vanno segnalati
di altre due o tre riserve 28 M Ss. Costanzo e Valerio originata dalla decomposizione dei suoi aghi. Vi crescono numerose specie di licheni e di Occhio alla lince
muschi, che spesso formano un soffice, umido tappeto. Fra le piante erbacee più facilmente
29 G
il ritorno della lince e dell’orso bruno. Le elevate densità di ungulati, favorite anche dalle azioni di recupero di
Ss. Martina e Giacinta
prati e pascoli, con l'incremento degli alberi da frutto di varietà locali e al costante rifornimento di alcuni carnai,
riconoscibili, c’è il sinuoso licopodio (Lycopodium annotinum), una strana pianta strisciante che
30 V
S. Giovanni Bosco
31 S
Un progetto Life del Corpo forestale prevede una stima della popolazione di orsi e linci effettuato mediante il
che assomiglia al trifoglio, ma ha fiori bianchi a campanella; la graziosa lattuga montana
che presentano lo stesso ricorda un grosso muschio ma in realtà è affine alle felci; l’umile acetosella (Oxalis acetosella), hanno incentivato la loro ricolonizzazione. di conoscerne la reale consistenza e i dati demografici e di rea-
rilevamento di tracce, escrementi, prede e segni di presenza percorrendo sentieri campione e posizio-
(Prenanthes purpurea), dalle caratteristiche infiorescenze pendule di un bel rosso purpureo, che
nando trappole fotografiche, nonché trappole "a pelo" per analisi genetiche. L’obiettivo è quello
danno una macchia di colore al buio sottobosco. Piccoli arbusti tipici della pecceta sono il mir-
tappezzano il suolo laddove riesce a penetrare un po’ più di luce. Le piccole radure dovute agli
ambiente, oltre a una sche- Febbraio tillo nero dai succosi frutti e il più aspro mirtillo rosso (Vaccinium myrtillus e V. vitis-idaea), che lizzare una mappatura genetica degli esemplari
presenti. Non è un compito facile visto che
schianti di vecchi alberi vengono colonizzate tipicamente dal lampone (Rubus idaeus) coi suoi
questi animali sono abituati a percorrere lunghe distanze e si spostano
Abbondantissimi e rinomati i funghi, che si avvantaggiano dell’acidità del suolo e contraggono
1 D S. Verdiana frutti invitanti, e dal sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) con i suoi minuscoli pomi rossi. tra Carinzia, Slovenia e Friuli con facilità. La natura non conosce
Presentazione del Signore
frontiere.
da sui progetti di ricerca e di 2 L c Ss. Biagio e Ansgario simbiosi con le radici delle conifere: aiutano gli alberi ad assorbire acqua e sali, al punto che la
3 M
loro presenza è indispensabile al rigoglioso sviluppo della foresta.
Caratteristici e specializzati sono anche molti degli uccelli che popolano le foreste alpine: la
S. Gilberto
4 M
5 G 6 V S. Agata chiassosa nocciolaia, robusto volatile dal piumaggio marrone picchiettato di bianco; il rossiccio
S.Paolo Miki e comp.
tutela delle specie portati 7 S B. Pio IX crociere, dall’incredibile becco “a tenaglia”, che come la nocciolaia si nutre di pinoli e altri grossi
semi; il raro ed esigentissimo picchio nero, il più grande picchio europeo, che vive solo in seco-
8 D
S. Girolamo
9 L z S.Apollonia
10 M S.Scolastica lari boschi d’alto fusto, poiché scava il nido in alberi colonnari di grande diametro.
B.V .Maria di Lourdes
avanti. Il calendario diventa 11 M S. Eulalia
12 G
13 V
S.Maura
14 S Ss.Cirillo e Metodio Per visitare la Foresta di Tarvisio
S. Faustino
15 D
in qualche modo una guida 16 L c S. Giuliana Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Tarvisio (UD) La riserva integrale, come l’attigua riserva orientata “Monte
Tel. 0428/2786-2787-644991 – Fax 0428/644017
Val Grande
S.Donato
17 M
e-mail: utb.tarvisio@corpoforestale.it
Mottac”,è inserita nel complesso montuoso delimitato dalla Valle
S. Claudio
18 M
19 G Ss. Mansueto e Corrado Per visitare altre foreste alpine: Vigezzo, dal Lago Maggiore e dal fiume Toce (Valle d’Ossola), nella
provincia del Verbano Cuso Ossola.
Caratterizzata da valli molto profonde e strapiombi che la rendono
S.Zenobio
20 V
pratica ai tesori tutelati dalla 21 S S.Pier Damiani Somadida di incomparabile bellezza, geologicamente molto simile alla riser-
Riserva di 2.000 ettari in Cadore, sulle Alpi Dolomitiche.
va naturale orientata, costituisce il cuore del più esteso parco
22 D
S. Margherita
Soccorso Alpino del Corpo forestale dello Stato dotato di unità
23 L S. Policarpo La Riserva è sede del Centro Sportivo Alpino e del Nucleo di nazionale della Val Grande.
Ufficio territoriale per la biodiversità di Verona
Per informazioni:
cinofile per la ricerca dei dispersi sottovalanga.
Ss.Sergio e Modesto
24 M
Forestale, da staccare dal 25 M Le Ceneri Per informazioni: Tel. 045/8345445
Ufficio territoriale per la Biodiversità di Vittorio Veneto (BL)
Ss. Faustiniano e Romeo
e-mail: utb.verona@corpoforestale.it
26 G
Tel.0438/57033
S.Gabriele dell’Addolorata
27 V
28 S Ss. Macario e Romano e-mail: utb.vittorioveneto@corpoforestale.it
chiodo e portare con sé in
Il Forestale n. 47 - 9