Page 10 - Il carabiniere 2018-7
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                                   Il Ricordo










                  I CAPITANI

                  DI MONREALE






                  Due ufficiali dell’Arma,
                  due destini incrociati in una

                  Sicilia che viveva la stagione
                  più calda della lotta alla

                  mafia. La storia di Emanuele

                  Basile e Mario D’Aleo


                       alermo, 13 giugno 1983. Siamo in via Scobar, pe-  non si lamentava mai delle sue assenze né dei suoi silenzi,
                       riferia occidentale della città che i giornali defini-  consapevole delle rinunce che inevitabilmente attendono
                  Pscono “la più disperata d’Italia”, in quel quartiere  ogni donna che scelga di avere al proprio fianco, nell’acci-
                  Passo di Rigano già noto alle cronache per essere stato  dentato cammino della vita, un servitore dello Stato.
                  teatro, il 26 dicembre del 1949, di una strage di Carabinieri  E forse la doveva anche un po’ a se stesso, il giovane uffi-
                  orchestrata da Salvatore Giuliano contro quei militari che  ciale, quella breve distrazione, quella parentesi di disten-
                  pretendevano di estirpare dalla terra siciliana la malapianta  sione in giorni vissuti con l’animo sempre all’erta e la
                  del banditismo. Il Capitano della Compagnia di Monreale  mente concentrata su un unico obiettivo: inchiodare alle
                  Mario D’Aleo è atteso dalla fidanzata Fiamma per una  proprie responsabilità gli assassini di colui che lo aveva
                  cena tra innamorati. Gliela doveva, il ventinovenne uffi-  preceduto alla guida della Compagnia di Monreale, quel
                  ciale, a quella ragazza conosciuta quando era addetto alla  Capitano Emanuele Basile che non aveva mai conosciuto
                                    vigilanza del carcere di Pianosa e  personalmente, ma del quale aveva studiato fino all’ultima
                                       che l’aveva seguito senza fiatare,  riga le carte, i verbali e gli appunti redatti in mesi di
                                        tre anni prima, quando aveva  spietata caccia ai signori della Cupola, e al quale aveva ta-
                                        dovuto fare i bagagli in fretta  citamente promesso, visitando il luogo in cui era caduto
                                         e furia per raggiungere un  sotto il fuoco mafioso, di rendersi degno del suo esempio.
                                         paese del palermitano di cui  Senza sapere fino a che punto avrebbe tenuto fede a quella
                                        non sapeva nulla, se non che  promessa.
                                      custodiva tra le volte del suo  Al numero 22 di via Scobar D’Aleo era arrivato intorno
                                     Duomo mosaici sfavillanti come  alle 20,30, accompagnato dal Carabiniere Pietro Morici,
                                     gemme nascoste in uno scrigno.  alla guida dell’immancabile Ritmo blu, e dall’Appuntato
                                     La doveva a una giovane cui  Giuseppe Bommarito, l’uno e l’altro ormai fedeli colla-
                                       aveva promesso un a nello al  boratori di quel Comandante venuto dal Continente che
                                             dito e un amore ca-  si era fatto rispettare con una naturale autorevolezza e
                                                 pace di sfidare il  un’altrettanto innata discrezione, senza pretendere di pren-
                                                   tempo,  che   dere il posto del suo predecessore nel cuore di chi aveva
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