Page 2 - Il Carabiniere 2018-3
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                            Editoriale
                                               IN

                                               PRIMO PIANO






                                               «L’Arma è uno dei grandi simboli della Repubblica e dell’Unità nazionale».
                                               Così il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a conclusione, lo scorso 14
                                               febbraio, della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Accademico alla Scuola
                                               Ufficiali dell’Arma. Una giornata che da sempre rappresenta un’occasione
                                               unica non solo per stilare bilanci e formulare auspici, ma anche per rinsaldare
                                               il vincolo indissolubile che unisce il Paese all’Arma. Un legame che si fonda
                                               soprattutto sul senso di sicurezza che i Carabinieri – «vicini di casa degli
                                               italiani», li ha definiti ancora una volta il Presidente Gentiloni – «sono in
                                               grado di infondere in ognuno di quei cittadini che nell’uniforme rossoblu
                              riconosce il fondamento di ogni possibile patriottismo».
                              E se infondere sicurezza è il primo dovere di ogni Carabiniere, l’indispensabile strumento con cui
                              tale impegno viene assolto dai circa 110mila con la fiamma sul berretto, ha sottolineato da parte sua
                              il Comandante Generale Giovanni Nistri, è certo «la capillarità del dispositivo territoriale..., una rete
                              di protezione che opera una vigilanza ininterrotta attraverso i propri presìdi sul territorio..., che
                              consente di intervenire con immediatezza, per fronteggiare le situazioni che innalzano le criticità in
                              specifiche aree del Paese».
                              Era una maglia di quella rete di protezione l’Appuntato Andrea Vizzi, morto in un tragico incidente
                              durante un’esercitazione antiterrorismo delle Aliquote di Primo Intervento. Per lui è stato chiesto dal
                              Comandante Generale un minuto di silenzio all’inizio della cerimonia, durante la quale non sono
                              mancate anche parole di solidarietà nei confronti del Brigadiere Capo Luca Belvedere, ferito a Piacenza
                              durante una manifestazione. Due episodi, quelli accaduti nella prima metà di febbraio, emblematici
                              di quel particolare modo di essere Carabiniere cantato anche dal palco di Sanremo, nel 1994, da un
                              poliedrico artista. Nel brano Signor Tenente, diventato un cult musicale, Giorgio Faletti sintetizzava,
                              con il suo particolare realismo, la sensazione di chi ogni giorno scende in strada con “il coraggio della
                              paura”. A quell’indimenticabile pezzo e a quelli dei più grandi cantautori italiani che hanno messo in
                              musica la realtà dell’Arma dedichiamo questo mese, con il contributo critico di Ernesto Assante, il
                              nostro consueto appuntamento con l’arte e con la sua capacità di interpretare –con la musica o con il
                              pennello, la penna o la macchina da presa – i tanti volti della nostra Istituzione. È un rapporto tanto
                              profondo quanto antico, del resto, quello tra la musica e l’Arma, come ci spiega anche il Colonnello
                              Massimo Martinelli, direttore della Banda dell’Arma. In questo mese, tradizionalmente legato all’altra
                              metà del cielo, dedichiamo poi uno Speciale a tutte quelle donne che da ormai diciotto anni, vestendo
                              gli stessi gradi e ricoprendo i medesimi incarichi dei loro colleghi, offrono al Paese un contributo
                              imprescindibile fatto di impegno e competenza, incrollabile dedizione e innegabile empatia.
                              Ma marzo, mese delle incertezze e delle mezze misure, è anche il periodo delle decisioni e dei nuovi
                              inizi. E mentre la primavera risveglia la natura dopo il lungo sonno dell’inverno, traghettandoci verso
                              l’effimera esplosione dell’estate, eccoci a pensare al futuro che ci aspetta, alle strade da percorrere per
                              realizzare le nostre aspettative. Magari iscrivendo i nostri figli al corso di studi più adatto a garantire
                              loro un domani sereno, come ci suggerisce Alberto Bilà in un articolo che propone inedite considerazioni
                              sulla necessità di conciliare le inclinazioni individuali con le richieste di un mercato in continuo
                              mutamento. O scoprendo, in una pausa di riflessione e spiritualità, “in cosa davvero creda chi crede”
                              attraverso la lettura di una rubrica fresca di stampa curata da Monsignor Vincenzo Paglia. Pagine
                              intense dedicate alla conoscenza di alcuni aspetti delle religioni, sotto il segno della pluralità, nella
                              consapevolezza che la conoscenza è strumento di pacifica convivenza. Obiettivo al quale i Carabinieri
                              si ispirano nell’espletamento del loro servizio che compiono con impegno e onore, anche al costo
                              della vita. “E scusate tanto se non è niente”, direbbe Giorgio Faletti.
                                                                              Gen. C.A. Gaetano Maruccia




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