Page 8 - Rassegna 2020-3
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Ed è lungo queste direttrici che continueremo, con coerenza e tenacia, ad
             affrontare il nostro cammino.
                  Questo numero della rivista si apre con la voce del professor Nando dalla
             Chiesa, verso il quale avvertiamo ben comprensibilmente un fortissimo e spe-
             ciale legame di affetto e di amicizia, e della dottoressa Ilaria Meli, con la prima
             parte di un lavoro di ricostruzione storica, che riguarda le origini delle nuove
             mafie a Roma, dal dopoguerra alla fine del secolo scorso, e degl’illeciti interessi
             coltivati dalle ben più note consorterie criminali.
                  La Capitale ha da sempre rappresentato un luogo di naturale attrazione
             per le organizzazioni criminali, un ambiente complesso, snodo di possibile
             illecita canalizzazione di ingenti risorse economiche, ideale per tentare di sta-
             bilire  legami  e  intese  con  funzionari  infedeli  operanti  negli  apparati  statali
             decisionali.
                  È  nel  periodo  tra  gli  anni  Settanta  e  Ottanta  che  tali  sodalizi  mafiosi
             hanno  concentrato  le  loro  attività  criminali  nell’Urbe,  sfruttandone  tutte  le
             debolezze, attraverso reati predatori, le estorsioni e l’usura, il traffico di stupe-
             facenti, l’inquinamento degli appalti e il riciclaggio di denaro di dubbia prove-
             nienza, così da destabilizzare il mercato e soffocare la libera iniziativa impren-
             ditoriale.
                  Si tratta di un’indagine storica sulle vicende romane sicuramente utile alla
             lettura e all’interpretazione dei fenomeni criminali che si sviluppano tra le pie-
             ghe dell’ipertrofia burocratica, al riparo dei grandi numeri, di una città dalle
             tante anime.
                  L’argomento affrontato dall’avvocato Giulio Mancini ha, invece, natura
             squisitamente giuridica e riguarda l’accesso civico generalizzato dei cittadini ai
             dati in possesso della Pubblica Amministrazione. Nell’approfondire l’istituto,
             l’autore pone in evidenza il delicato equilibrio tra il diritto di accesso dei citta-
             dini a tali dati, coerente con i principi di pubblicità e di trasparenza, e l’esigenza
             di garantire il buon funzionamento dell’apparato istituzionale. In tale prospet-
             tiva, concentra l’attenzione su alcune specifiche limitazioni alla conoscenza di
             quelle  informazioni,  cosiddette  protette,  la  cui  divulgazione  potrebbe  recare
             nocumento alla sicurezza nazionale.
                  Il lavoro successivo riguarda un tema portato alla ribalta da una recente
             sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto seguito alla pronuncia della
             Corte europea dei diritti dell’uomo in merito a quel regime particolare, che ha
             sollevato da più parti non poche perplessità, definito in dottrina ergastolo osta-
             tivo, volto ad inibire l’accesso ai benefici penitenziari per tutti quei condannati
             per reati di particolare gravità che non collaborino con la giustizia.


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