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PAGINE DI STORIA





















                                                  di ALESSANDRO DELLA NEBBIA

















                              I FATTI NOTI
            La sera del 23 marzo 1944, un gruppo di circa 20 par-   reazioni ovvero, comunque, senza che gli operai ad-
            tigiani appartenenti al IX Corpus di liberazione slo-   detti alla centrale elettrica udissero alcun colpo d’arma
            veno assalì un distaccamento di carabinieri che era     da fuoco. L’ufficiale ipotizzava pertanto che per pene-
            stato costituito dalla fine di gennaio nella località di  trare all’interno della casermetta gli assalitori si fossero
            Bretto Inferiore, frazione del Comune di Plezzo, oggi   avvalsi in qualche modo dei carabinieri già catturati
            in Slovenia, catturando i 12 militari incaricati della  all’esterno, ma sono in realtà possibili anche altre spie-
            protezione della locale centrale idroelettrica, un im-  gazioni, ivi compresa l’eventualità che i carabinieri co-
            pianto che forniva energia all’intera valle ma, soprat-  noscessero  e  si  fossero  fidati  di  alcuni  dei  loro
            tutto, alle miniere di piombo e di zinco di Cave del    aggressori e che vi fossero stati persino precedenti con-
            Predil, vicina frazione di Tarvisio (UD), la cui produ-  tatti con elementi della resistenza. Prelevate dunque le
            zione, di notevole importanza per l’industria bellica   armi presenti in caserma, e dopo aver sistemato cariche
            germanica, era direttamente controllata dai tedeschi.   esplosive sotto le turbine della centrale elettrica, i par-
            Gli sloveni (ma tra loro era probabilmente presente     tigiani si avviarono verso le montagne conducendo con
            anche qualche italiano) tesero dapprima un’imboscata    loro anche i carabinieri catturati.
            al giovane Comandante del distaccamento, il Vicebri-    Oltre una settimana più tardi, militari tedeschi rinven-
            gadiere Dino Perpignano, e all’altro carabiniere che lo  nero i corpi senza vita dei 12 carabinieri abbandonati
            accompagnava (in qualche documento si accenna a         insepolti, accatastati in mezzo alla neve nei pressi di
            due carabinieri) mentre questi facevano rientro a piedi  un  rifugio  per  pastori  sull’alpeggio  di  Malga  Bala,
            al  loro  presidio  dopo  essersi  recati  nell’abitato  di  nell’alta Val Bausizza, una piccola valle laterale della
            Bretto. Quindi, riuscirono a sorprendere gli altri mili-  conca di Plezzo.
            tari presenti nello stabile, facendoli prigionieri.     “Tutti indistintamente i loro corpi erano coperti con le
            Il Comandante della Compagnia di Tolmezzo, nella        mutande e la camicia solamente e presentavano ferite mul-
            sua relazione alla scala gerarchica, riferì che sembrava  tiple di arma bianca e da fuoco, nonché tracce evidenti di
            i carabinieri fossero stati sopraffatti senza apparenti  sevizie” (dalla relazione della Compagnia di Tolmezzo



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO IV  5
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