Page 15 - Il Forestale N. 44 marzo - aprile 2008
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La quantità di carbonio fissato
          dagli alberi non è poca, e lo stesso Protocollo pre-
          vede una sua “contabilizzazione”: si possono
          calcolare le tonnellate di carbonio catturate dalla
          fotosintesi degli alberi e utilizzare questi dati per
          raggiungere gli obiettivi fissati per l’Italia.
          In altri termini, l’attività naturale degli alberi, il loro
          semplice “respirare”, si può quantificare economi-
          camente in un risparmio fino ad un miliardo di
          euro, per quanto riguarda i primi obiettivi prefissi
             dal Protocollo per il periodo 2008-2012, a prescin-
                dere delle altre misure messe in atto in campo
                   industriale, domestico e cittadino che sono comunque indispensabili.
                      Si tratta di un ulteriore motivo per salvaguardare e anzi incentivare la
                            presenza di boschi grandi e piccoli sul nostro territorio.













                                          Proprio con lo scopo di censire i boschi italiani, il Corpo
                                          forestale dello Stato con il coordinamento scientifico del
                                        Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CRA-MPF di Trento) ed
                                    in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
                                 Territorio e del Mare (Mattm) ha da poco portato a termine la terza fase
                                 operativa dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali
                                 di Carbonio (Infc), relativa all’indagine delle biomasse e degli stock di
                                  carbonio presenti nelle foreste italiane.
                                  Si tratta di un lavoro importante sia per i risultati raggiunti che per l’ac-
                                   curatezza delle rilevazioni effettuate, che prendono in considerazione
                                   non solo dati quantitativi, ma anche la tipologia di boschi presenti
                                     sul territorio, lo sviluppo delle piante in altezza e diametro, la loro
                                     velocità di accrescimento e la quantità e tipologia di necromassa
                                    (legno morto) presente.
                                    L’ingente lavoro ha messo in campo 80 squadre di rilevatori (350
                                   donne e uomini del Corpo forestale dello Stato e delle squadre delle
                                   autonomie regionali e provinciali) che nel corso del 2007 hanno visi-
                                   tato 6.685 aree di monitoraggio, analizzando 227.854 alberi, di cui
                                    49.706 sono stati misurati sia in altezza che in incremento del dia-
                                    metro. Per lo studio della necromassa sono stati misurati 14.949
                                    porzioni di legno morto a terra nonché 28.485 ceppaie.
                                     L’indagine ritrae un Paese con quasi 12 miliardi di alberi con un
                                     diametro maggiore di 4,5 centimetri presenti nelle foreste italiane,
                                     il che vuol dire mediamente circa 1.360 alberi ad ettaro. Le regio-
                                      ni più ricche sono Toscana, Umbria ed Emilia Romagna, mentre
                                      le più scarne sono Sicilia e Puglia.



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