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Editoriale
GLI UOMINI, NON LE CASE,
FANNO LE CITTÀ
di Cesare Patrone *
ella sua struttura centrale, in quel “Focus” che in un certo
senso costituisce il leit motiv di ciascun numero della rivi-
Nsta, Silvæ propone nel primo volume del suo secondo
anno di vita il rapporto tra città e natura, che è poi, a ben guardare, lo
stesso rapporto che intercorre tra l’uomo nel suo ruolo di abitante della
città, non necessariamente metropolitana, e la natura. Per farlo, ricor-
dando il suo modo di intendere l’essenza di questa iniziativa editoriale,
si affida alla cultura del dialogo e del pluralismo, per accendere il dibat-
tito e approfondirlo su uno dei temi che più di altri sono al centro della
nostra stessa vita, individuale e sociale.
La città e la natura assumono spesso, infatti, le sembianze di una
contrapposizione insanabile e nella quale l’uomo si sente come schiac-
ciato, indeciso, se non proprio impossibilitato com’è, a stabilire se sia
meglio la tutela o la valorizzazione dell’una e dell’altra, trovandosi – ora
come responsabile e curatore della res publica, ora come uomo di cultu-
ra obbligato a dettare, o quanto meno a proporre, linee di intervento,
ora come cittadino spettatore attonito e fruitore inevitabile – a giudica-
re questa come le altre dicotomie che spesso è direttamente o indiret-
tamente chiamato a decifrare, a dirimere: scienza o umanesimo?, cultu-
ra o lavoro?, tradizione o progresso? 4 n.
La città cambia, come è del resto inevitabile. E cambia perché cam- -
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Anno
* Capo del Corpo Forestale dello Stato
SILVÆ 3