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Coordinamento Territoriale  per l’Ambiente per il Parco Nazionale dello STELVIO


            scarsità delle risorse umane, strumentali ed economiche a disposizione, le
            oggettive difficoltà ambientali (il Passo dello Stelvio, alto quasi 2800
            metri, era chiuso per neve 9 mesi all’anno), l’ostilità delle popolazioni
            residenti,in particolare dei contadini e dei cacciatori, resero estrema-
            mente difficile il lavoro dell’Ufficio che rimase attivo fino al 1960, quan-
            do fu  trasferito a Bormio.
               Il baricentro della azione del CFS si spostò esclusivamente sulla gestio-
            ne e sorveglianza del Parco e l’impegno e la dedizione,supportati da
            finanziamenti e risorse eccezionali, furono tali da trasformare in 20 anni
            il  Parco nazionale dello Stelvio  nel parco  più esteso d’Europa (con l’am-
            pliamento del 1978) e tra i più conosciuti di Italia.
               Nell’ottica della protezione della natura e dell’ecosistema, questi anni
            furono i più fecondi: l’ampliamento del Parco, la reintroduzione dello
            stambecco, l’incremento incredibile nelle popolazioni di cervi, camosci,
            stambecchi, aquile, marmotte, gli studi scientifici portati a termine, l’ar-
            ricchimento di infrastrutture per la didattica e la fruizione turistica,
            testimoniano il valore degli uomini CFS che lo diressero.
               Si arrivò così alla Legge Quadro del 1991, che riconoscendo la titola-
            rità delle componenti locali, con l’art. 35 affidò la gestione del parco ad
            un Consorzio tra lo Stato, rappresentato dal Ministero dell’ambiente e
            da quello dell’Agricoltura, e le Regioni e Province autonome sul cui ter-
            ritorio il Parco si estende; al CFS, attraverso il CTA di Bormio, furono
            affidati i servizi di sorveglianza del territorio protetto.della sua sorve-
            glianza.
               In più di 13 anni di attività il rapporto di sinergia tra il Parco nazio-
            nale ed il CTA si è andato via via radicando. L’attività svolta spazia dagli
            stretti compiti di sorveglianza dell’area protetta, perfettamente integrati
            con i compiti di istituto propri del CFS, a quelli di collaborazione con il
            Parco nelle attività di ricerca scientifica, monitoraggio delle varie com-
            ponenti dell’ecosistema, studio e gestione, nello spirito delle normative di
            riferimento.
               Il CTA di Bormio è così impegnato in: censimenti della fauna; monito-
            raggio di specie faunistiche rare o in via di estinzione o oggetto di proget-
            ti speciali (come la reintroduzione del Gipeto barbuto sulle Alpi, il Pro-
            getto Cervo, la cui popolazione ha nel parco uno dei popolamenti più ric-
            chi delle Alpi; il Progetto Orso sulle Alpi, attraverso la partecipazione al
            PACOBACE finalizzato a monitorare e controllare l’espandersi verso la
            Lombardia degli esemplari reintrodotti a partire dagli anni ’90 dal Parco
            Regionale Trentino dell’ Adamello-Brenta); assistenza tecnica per istrut-
            torie in materia boschiva; didattica naturalistica; partecipazione a com-
            missioni o gruppi di lavoro di settore.

                                                          SILVÆ - Supplemento al n. 12 - 25
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