Page 3 - L’Arte di Sebastiano de Albertis
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Presentazione
D nostro Risorgimento, il 30 aprile 1848, sulle mo all’adempimento fino in fondo del proprio dove-
urante la prima guerra d’indipendenza del
re, alla prontezza, al coraggio, alla coralità nell’azione.
colline in prossimità dell’abitato di Pastrengo,
Non si trattava di militari che facevano parte di uni-
poco meno di trecento carabinieri si slanciaro- tà organiche e addestrate di cavalleria né di reparti di
no in una carica di cavalleria, rimasta tra le più celebri élite, erano i carabinieri delle nostre Stazioni, quelli del
della storia militare italiana, in difesa del re Carlo Al- quotidiano e silenzioso servizio d’istituto tra la gente,
berto avvicinatosi pericolosamente alle linee nemiche. raccolti in tutta fretta per le esigenze della guerra, come
Si tratta di una pagina di storia particolarmente accadrà ancora, molti anni più tardi, per i carabinieri
cara alle tradizioni dell’Arma. La carica di Pastrengo che si sacrificarono sul monte Podgora durante il primo
rappresentò infatti per molto tempo, almeno fino alla conflitto mondiale, semplicemente uomini che compi-
Grande Guerra, l’emblema stesso della natura milita- vano il proprio dovere, fedeli al giuramento prestato.
re dei Carabinieri e della loro orgogliosa appartenen- È questo il senso di ricordare ancora, dopo 170 an-
za alle così dette “Armi combattenti”, quasi una legit- ni, la carica di Pastrengo: riaffermare un’identità, un
timazione morale di quella posizione di “prima Arma essere e un voler essere, oggi come allora, difensori
dell’Esercito” cui l’avevano già elevata le norme e i re- pronti e fedeli delle istituzioni, di tutti i cittadini e di
golamenti militari; a quell’impresa era legata la meda- ciascuno.
glia d’argento al valor militare che costituiva allora la Il linguaggio dell’arte, in particolare quella del re-
massima decorazione alla sua Bandiera; era nella ri- alismo di Sebastiano De Albertis, in una sorta di retro-
correnza di questo fatto d’armi che veniva celebrata spettiva della fortuna anche iconografica della carica,
l’annuale Festa dell’Arma.
ci restituisce vividamente la tensione morale ed etica
Quello slancio senza esitazioni contro il nemico di un’epopea, ormai lontana nella sua retorica della
che aveva colto di sorpresa l’avanguardia del sovra- gloria in battaglia ma i cui valori di dedizione e di fe-
no, un nemico insidioso, come quello della strada, im- deltà assolute ancora ci appartengono.
provviso e del quale i carabinieri non conoscevano
l’effettiva consistenza, rappresentava, però, anche e so- Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
prattutto un riferimento etico, un esempio e un richia- Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri