Page 2 - Forestale N. 58 settembre - ottobre 2010
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Sistema Ambiente
elebriamo a ottobre il 188° anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato,
una ricorrenza che quest’anno cade nell’Anno internazionale della biodiversità promosso
C dalle Nazioni Unite.
Se la parola biodiversità è ormai entrata nel vocabolario di tutti i giorni nel nostro Paese lo si
deve alle tante iniziative intraprese anche dalla Forestale, che ha sempre avuto questo concetto
nel proprio Dna, anche quando la parola non esisteva.
È infatti in occasione del Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992 che viene siglata la
Convenzione sulla biodiversità e il termine inizia a entrare sempre più nel linguaggio degli addet-
ti ai lavori e, successivamente, del grande pubblico.
5 anni fa nasce poi, all’interno del Corpo forestale dello Stato, l’Ufficio per la biodiversità, erede
dell’Azienda di Stato per le foreste demaniali che, nel 1910 avviò la sua storica azione di gestio-
ne dei beni demaniali per la conservazione del patrimonio naturalistico del nostro Paese.
Oggi le riserve naturali statali gestite dalla Forestale fanno parte del più ampio sistema delle aree
protette che è passato nel giro di pochi anni da percentuali dell’1 per cento scarso al 10 per cento
di territorio protetto. Un risultato quello raggiunto dall’Italia di cui andare orgogliosi, frutto anche
dello sforzo congiunto di enti pubblici e privati, associazioni, volontari.
La collaborazione è forse la parola chiave oggi per tutelare la biodiversità. Emerge chiaramente
anche dalle pagine di questo numero in cui si racconta di come Forestali e guardiaparco lavori-
no in sinergia per la tutela del bene comune. Così come avviene nei censimenti faunistici, in cui
la rete è estesa anche ai volontari che in diverse aree protette affiancano gli operatori professio-
nali in questo difficile lavoro.
Si tratta di importanti antenne sul territorio che con professionalità e passione, vigilano su boschi
e montagne dove spesso un occhio attento in più fa la differenza, contribuendo a salvare i beni
naturalistici e spesso anche vite umane.
Nell’azione di polizia ambientale poi ben pochi risultati si potrebbero conseguire senza questo
costante afflato e senza uno scambio di informazioni e competenze tra diverse forze di polizia e
strutture locali.
E non solo all’interno del nostro Paese, come dimostra la riunione dell’Interpol che si è tenuta
da poco a Lione, dove le polizie di tutto il mondo si sono confrontate sul traffico di specie ani-
mali e vegetali in via d’estinzione. Un traffico in cui il web, la rete, è sempre più uno strumento
per affaristi senza scrupoli. Sta alla società civile e alle forze di polizia, Forestale in prima linea,
fare rete invece per debellare in modo sinergico questo fenomeno e tutelare la biodiversità. Per
farla conoscere e tramandarla alle generazioni future.