Page 2 - Forestale N. 53 novembre - dicembre 2009
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© G. Salari                                      EDITORIALE
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          I 130 gioielli della Forestale. Patrimonio di tutti

              iserve naturali, luoghi rari e singolari, lembi di natura e bellezza che vengono sottratti all’usura
              dell’antropizzazione, all’impoverimento delle aggressioni, per essere preservate e tutelate nella
          R specificità di ognuna e nella rilevante interezza di un patrimonio naturale di straordinario valore.
          Sono 90 mila gli ettari di territorio nazionale protetti e affidati al Corpo forestale dello Stato, 130 le
          riserve naturali che la Forestale ha fortemente voluto, quale elemento imprescindibile di una strate-
          gia dell’ambiente che ha anticipato e precorso ogni altra azione di tutela e conservazione della
          natura nel nostro Paese.
          La prima riserva naturale in Italia, Sasso Fratino, è stata istituita nel 1959, quando la superficie nazio-
          nale protetta era solo quella dei 4 parchi storici, il Gran Paradiso (1922), lo Stelvio (1935) e il parco
          d’Abruzzo (1923) e del Circeo (1934). Al sistema di protezione dei parchi si è affiancato, con le riser-
          ve dello Stato, un diverso tipo di tutela complementare ed integrata. Spesso, infatti, le riserve naturali
          costituiscono il cuore dei parchi nazionali, la componente più pregiata ed esclusiva. Su molte di esse
          si è estesa anche la protezione comunitaria della rete Natura 2000, a suggellare un interesse di carat-
          tere generale e sovranazionale.
          Le riserve naturali, emblema di una protezione mirata e finalizzata, esistono laddove il territorio mani-
          festa particolarità da salvaguardare: un bosco, una vetta, un’area umida, una specie rara perfettamente
          integrata nel suo ambiente, una preziosa consociazione vegetale, una farfalla sopravvissuta alle gla-
          ciazioni o, ancora, ove tracce di storia o di preistoria sono rimaste affondate nella natura con
          indissolubile legame o, infine, ove si continua a perpetuare il miracolo di un ecosistema in equilibrio.
          Per questo le riserve si definiscono orientate, biogenetiche, zoologiche, di popolamento, antropologiche,
          di protezione, in funzione del tipo di tutela e valorizzazione adottato nella loro gestione. Fino alle esclu-
          sive riserve integrali, templi della natura dove ogni intervento è sospeso e gli avvenimenti si susseguono
          scanditi solo dalle stagioni, dagli eventi meteorici e dalle leggi biologiche.
          Un volume appena pubblicato dal Corpo forestale dello Stato le racconta tutte, 130 frammenti del
          territorio nazionale, dall’austero silenzio montano alla rigogliosità mediterranea, con un percorso di
          immagini e di parole che restituisce l’incanto della natura ma, nello stesso tempo, fornisce la misu-
          ra dell’impegno storicamente assunto dal Corpo forestale dello Stato per la tutela dell’ambiente e
          riempie di significati e di contenuti la semplice imposizione di un vincolo di protezione.
          Le riserve naturali dello Stato, gestite da 28 Uffici territoriali per la biodiversità del Corpo forestale
          dello Stato, ospitano quasi il 20 per cento delle specie vegetali considerate a rischio nel nostro
          Paese. Costituiscono oggi una collezione di paesaggi ed ecosistemi, sono laboratori di studio e ricer-
          ca, strumenti di conoscenza e monitoraggio. Rappresentano luoghi privilegiati per la sensibilizzazione
          e l’educazione all’ambiente, palestra permanente di applicazione e valutazione di modelli di gestio-
          ne sostenibile.
          Qualunque sia la finalità istitutiva e la peculiare valenza di ciascuna area, le riserve naturali dello
          Stato rappresentano una incommensurabile ricchezza collettiva poiché custodiscono gli elementi
          della biodiversità e i fondamenti della varietà genetica.
          Sono una risorsa che è nostro compito tutelare perché continuino a rappresentare un argine contro
          l’impoverimento e la semplificazione dei sistemi biologici; una banca della complessità della natura
          che custodisce preziosi elementi della flora, della fauna e della storia del nostro Paese.

                                                                  Cesare Patrone
                                                          Capo del Corpo forestale dello Stato
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