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Attualmente il lupo in Italia è distribuito in due sottopopolazioni:  circa 100 - 120 lupi sulle Alpi (Katchenski et al. 2012).
 1)  la sottopopolazione peninsulare, che occupa ormai l’intera   Le due sottopopolazioni sono in continuità geografica e contatto
 catena montuosa dell’Appennino, dalla Liguria fino alla Calabria   demografico e attualmente in recente connessione con anche
 (Aspromonte), estendendosi al Lazio settentrionale e a buona   la popolazione dinarica e dei carpazi.
 parte della Toscana, dove, nel Parco Regionale della Maremma,      La ripresa del lupo in Italia è legata all’effetto sinergico
 raggiunge addirittura il mare.    di diversi fattori:
 Questa popolazione, tuttora in espansione, è costituita da circa   a)  lo sviluppo socio-economico e industriale del nostro Paese
 800 - 900 lupi, ed è stata descritta nel 1921 da Altobello    che, al termine della Seconda Guerra Mondiale, ha incentivato
 come sottospecie distinta (Canis lupus italicus), classificazione   l’abbandono delle aree agricole meno produttive in montagna
 recentemente confermata da analisi sia morfologiche che   e collina;
 genetiche. La sottopopolazione appenninica è distinta   b)  l’aumento delle superfici ricoperte da foreste e boschi,
 geneticamente da tutte le altre popolazioni di lupo;   dovuto allo spopolamento delle campagne, delle aree montane
 2)  la sottopopolazione alpina occupa un’area che comprende    e da azioni di rimboschimento, ha determinato la ricostituzione
 la maggior parte delle Alpi occidentali in Italia, in Francia,    di ambienti naturali necessari all’espansione della fauna
 in Svizzera ed è tuttora in fase di espansione.    selvatica;
 Nell’aprile 2010 la presenza di un lupo maschio solitario    c)  l’aumento di disponibilità di prede selvatiche, dovuto
 di origine italiana è stata accertata, anche a seguito    all’espansione delle popolazioni di ungulati selvatici
 di identificazioni genetiche e fotografiche, in Val di Non   (cinghiale, capriolo, cervo e daino), avvenuta anche a seguito
 (Trentino) e in Val d’Ultimo (BZ).    di programmi di reintroduzione, di ripopolamenti (cinghiale)
 Successivi ritrovamenti documentano la presenza di diversi    e di una migliore gestione venatoria, ha ricostituito ampie
 lupi in dispersione nell’areale alpino centro-orientale, a indicare   disponibilità di prede; in particolare, il cinghiale ha avuto
 una grande potenzialità di ricolonizzazione dell’arco alpino    un’esplosione demografica che, dagli anni ’50 in poi, ha
 da parte della specie.  interessato la maggior parte delle aree collinari e montane

    Questa sottopopolazione deriva in gran parte da quella italiana   dell’Appennino;
 di lupi appenninici in dispersione che hanno ricolonizzato    d)  l’elevato potenziale riproduttivo della specie, congiunto
 le Alpi a partire dai primissimi anni ’90.   alle notevoli capacità dispersive che sistematicamente portano
    Due lupi sono stati osservati in Francia (Mercantour) per la prima   i giovani ad abbandonare il territorio natale e viaggiare per
 volta nel 1992.   chilometri in cerca di un nuovo territorio in cui insediarsi
    L’origine della popolazione di lupo alpina tramite ricolonizzazione   e formare un proprio branco;
 spontanea da quella peninsulare è stata infatti certificata sia    e)  l’emanazione di appropriate leggi e decreti di protezione,
 su base genetica che attraverso il monitoraggio di individui    che hanno fornito il quadro normativo necessario a sviluppare
 in dispersione muniti di collari satellitari. Attualmente ci sono   interventi di tutela della specie.


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