Page 7 - Notiziario 4-2016
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ANTICHE CRONACHE
del fondo che abitava nella casa colonica distante per di più erano discordanti fra loro e ancor più in re-
circa cento metri e questi, aderendo all’invito del sot- lazione a quanto raccontato dal capofamiglia. Gli in-
tufficiale, smosse nuovamente la terra facendo emer- dizi raccolti suggerirono di effettuare una
gere delle tracce di sangue coagulato. perquisizione nella casa della famiglia Martini, qui
Il contadino, con fredda lucidità, spiegò che quel san- venne rinvenuto un fucile da caccia caricato a piombo
gue era di un cane che aveva colpito a fucilate la sera spezzato dello stesso genere di quello estratto dal ca-
precedente; raccontò di aver sorpreso l’animale a sal- davere del Cogliai.
tare tra i filari per mangiare l’uva, dunque per evitare Non vi furono più dubbi per il sottufficiale e per i suoi
che gli venisse rovinata completamente la vigna gli carabinieri: quel fucile andava subito sequestrato poi-
aveva esploso contro dei colpi di fucile e, evidente- ché era con quell’arma che si era consumato il delitto!
mente rimasto ferito, era fuggito via. La spiegazione, Questo ultimo atto di polizia giudiziaria fu la chiave
per quanto improbabile, non poteva essere esclusa, di volta delle investigazioni, i tre vennero arrestati e
ma non dava conto al maresciallo Fiorenzi del perché condotti in caserma per essere messi a disposizione
fosse stata lavorata solo una porzione di terreno con della magistratura con l’accusa di omicidio in con-
l’apparente motivo di ripulirlo dall’erba e non tutto corso. Le indagini e le udienze del procedimento pe-
l’appezzamento? Il caso voleva che proprio sotto quel nale che ne scaturì permisero di accertare il movente
tratto di terra vi fossero delle tracce di sangue? del delitto: il Martini, di guardia alle coltivazioni e al
Appariva evidente che si era maldestramente e fretto- casolare, in quella notte tra il 30 e il 31 agosto, aveva
losamente cercato di cancellarle, ma purtroppo a quel sorpreso nel podere Antonio Cogliai intenzionato a
tempo le indagini e la scienza forense non contempla- razziare il pollame. La questione fra i due si era, dun-
vano ancora esami di laboratorio e comparazioni del que, risolta con la mortale fucilata e il corpo era stato
DNA. Il maresciallo Fiorenzi, quindi, volle interrogare trasportato, infine, nella boscaglia non molto lontana.
subito anche Pietro e Ferdinando, i figli del Martini, Il punto in cui si era consumato il delitto era stato,
che coltivavano anch’essi i terreni del podere di fami- poi, lavorato per cercare di cancellare le impronte sul
glia, ma i due, alle incalzanti domande, non seppero terreno e soprattutto le tracce ematiche. Trovò spie-
fornire delle plausibili spiegazioni. Le dichiarazioni gazione anche il mistero del sacco di iuta che copriva
il corpo al momento del ritrovamento: era dello sven-
REVOLVER CHAMELOT DELVIGNE turato, che lo teneva con se per mettere dentro i vola-
MOD. 1874 IN USO AI CARABINIERI tili da corte che intendeva rubare.
La vicenda ebbe vasta eco fra le popolazioni di Cor-
tona e dei paesi vicini e l’opinione pubblica non
mancò di plaudere alla rapida risoluzione del caso.
L’acume investigativo del maresciallo Fiorenzi, che lo
aveva portato ad individuare gli omicidi in soli due
giorni di indagini serrate, venne premiato con l’enco-
mio solenne, mentre ai tre carabinieri Pirotta, Borto-
lotti e Gionco, che avevano collaborato col
sottufficiale alle indagini, spettò l’encomio semplice.
Gianluca Amore
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI 7