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                 attività dei Centri nazionali per lo studio e la  danno per l’equilibrio di questi habitat, man-
                 conservazione della biodiversità forestale. I 28  giando  uova  di  pesci,  di  anfibi  e  di  insetti
                 Uffici  Territoriali  per  la  Biodiversità,  infatti,  acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali
                 operano in rete e dipendono funzionalmente  presenti, rischiando di annullare la biodiversità.
                 da un’unica sede centrale, che consente di con-  L’ailanto originario della Cina o la robinia pro-
                 dividere le esperienze di ognuna e di fare degli  veniente dagli Stati Uniti sono specie vegetali
                 interscambi fra le varie Riserve, uniformando  introdotte in Europa per scopi prevalentemen-
                 gli indirizzi gestionali. Un altro punto di forza  te ornamentali, ma poi si sono diffuse in modo
                 è  la  presenza  sul  territorio  di  uffici  tecnici  tale  da  sostituirsi  quasi  completamente  alle
                 strutturati e dedicati esclusivamente alla gestio-  specie autoctone per la loro capacità di colo-
                 ne  dell’area  protetta,  con  la  possibilità  di  nizzare rapidamente aree disturbate e inibire la
                 interventi  efficaci  ed  immediati  da  parte  del  crescita  delle  piante  competitive,  cambiando
                 personale specializzato.                   notevolmente il nostro ecosistema.
                 Il  Corpo  forestale  dello  Stato  è  da
                 sempre in prima linea per la salvaguar-
                 dia,  il  mantenimento  e  l’incre  mento
                 della biodiversità.
                 Il  problema  è  che  oggi  tantissime
                 specie  protette  si  stanno  estinguen-
                 do. Le principali cause di estinzione
                 sono riconducibili sostanzialmente ai
                 cambiamenti climatici, all’urbanizza-
                 zione  e  cementificazione  e  alla
                 diffusione di specie aliene aggressive
                 ed  invasive  a  discapito  di  quelle
                 autoctone.  Innanzitutto  i  cambia-
                 menti  climatici  provocano  la
                 diminuzione di certe specie, animali e
                 vegetali, che non hanno la possibilità
                 e  la  capacità  di  adattarsi  in  tempi
                 brevi,  mentre  la  cementificazione  e
                 l’espansione dei centri urbani sono la
                 causa di un’enorme perdita di super-
                 ficie.  Inoltre,  alcune  specie  esotiche
                 che  provengono  da  paesi  lontani,
                 importate  spesso  volontariamente
                 dall’uomo e poi sfuggite alla coltiva-
                 zione,  sono  più  aggressive  ed
                 invasive rispetto a quelle autoctone e
                 riescono  ad  occupare  gli  spazi  in
                 modo più efficace rispetto alle nostre
                 specie. Per esempio, il Gambero della
                 Louisiana che si sta diffondendo nei
                 fiumi italiani è una specie più aggres-
                 siva  rispetto  al  Gambero  di  fiume
                 che piano piano sta scomparendo. La
                 sua diffusione è estremamente dele-
                 teria  per  gli  ambienti  acquatici,  in
                 quanto  è  una  specie  onnivora  e
                 molto vorace e provoca un notevole


                                                                                  Il Forestale n. 83 - 7
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