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Focus
AMBIENTE
E COSTITUZIONE
a tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosi-
stemi entra tra i princìpi fondamentali della Costituzione,
a vantaggio delle generazioni future, e questo non può
che accrescere la responsabilità di ciascuno di noi, e dell’Arma
L in particolare, da sempre custode dei valori fondanti della Repubblica a difesa dei
quali impiega unità operative altamente specializzate come quelle preposte alla tutela forestale,
ambientale e agroalimentare.
Difendere la Natura attraverso una straordinaria azione di prossimità, di educazione alla legalità
ambientale e di contrasto agli illeciti connessi è uno dei compiti più complessi e appassionanti
ai quali la Benemerita dedica ingenti risorse e alte professionalità. Oggi l’Italia dispone della
più articolata Forza di Polizia ambientale in ambito europeo, capace di essere a disposizione
della magistratura per le indagini più complesse nei settori delle eco e agromafie, nonché in
costante contatto con il mondo delle associazioni e delle categorie produttive.
Il Parlamento, in linea con il comune sentire e con le normative internazionali, ha così messo in
atto un’epocale e delicata operazione di ingegneria costituzionale. Era importante sancire con
la forza del diritto quello che ormai da anni ogni cittadino, particella elementare dello Stato, ha
dato per acquisito. Non c’è dubbio che esista tra ambiente e tutela dei diritti uno stretto
legame. Eppure dopo la ventata dei movimenti ambientalisti che si sono riaffacciati in maniera
meno ideologica ma più concreta e diffusa sull’onda dell’emergenza climatica, dopo tante con-
venzioni internazionali in materia e dopo l’avvento della Costituzione Europea, mancava ancora
in Italia una chiara tutela costituzionale dell’ambiente, perdendo così l’occasione di tramutarne
il concetto da “bene” a “valore”. La Costituzione è il DNA di uno Stato, essa contiene la sua
genesi e per certi versi anche l’evoluzione. Come accade per la molecola fondamentale della
vita, così la sua modificazione non è cosa semplice. Quest’ultima è possibile solo dopo che i
precetti che si vogliono cambiare o aggiornare si siano sedimentati in quel particolare crogiuolo
preparatorio che è la costituzione materiale di un popolo, l’idem sentire.
Riconoscere la tutela ambientale non solo come una “materia”, un diritto soggettivo o
diffuso, ma come un “valore” di rango primario e trasversale che interessa vari aspetti è una
conquista della nostra civiltà prima ancora che del diritto, la quale comporta la partecipazione
attiva di tutti.
Il Legislatore Costituzionale, però, stavolta è andato oltre: gli animali e, indirettamente, il
concetto di sostenibilità trovano un posto nella Carta che si aggiorna per accompagnare ade-
guatamente anche la transizione ecologica. L’articolo 9 prevede infatti che la legge dello Stato
disciplini i modi e le forme di tutela degli animali, mentre l’articolo 41 afferma che l’iniziativa
economica privata non può recare danno alla salute e all’ambiente. La Costituzione ora guarda
lontano spiegando che queste tutele devono essere profonde e durature, perché esercitate
anche nell’interesse delle generazioni future alle quali abbiamo il dovere di trasmettere il
Capitale Naturale intatto, frutto di una buona gestione e custodia della Casa Comune.
Stefano Cazora MARZO-APRILE 2022
#Natura 3