Page 2 - Il Forestale n. 60
P. 2

editoriaLe




          C’è posto per tutti


              e c’è qualcosa di importante che ci hanno insegnato i moderni studi di scienze naturali è che
              su questo pianeta c’è posto per tutti. Eppure le cronache recenti, solitamente poco attente
          S a queste tematiche, ci offrono sempre più spesso un’ampia panoramica di aneddoti quoti-
          diani che riguardano il delicato e a volte difficile rapporto uomo-animali, in particolare tra umani
          e grandi mammiferi. Perché in realtà di quanti morti e feriti provochino ogni anno le punture di
          insetti poco importa, come non interessano le infestazioni di parassiti, oppure la sorte di avifau-
          na,  rettili,  ecc.  Siamo  invece  rapiti  da  racconti  che  ricordano  più  le  pregiate  copertine  della
          Domenica del Corriere di 70-80 anni fa che narravano di lupi famelici e orsi cattivi o da storie
          che ricalcano il patinato mondo disneyano, piuttosto che dai più tecnici e pacati documentari di
          Quark. Nella loro semplicità e a volte superficialità che però non riesce a coinvolgere gli esperti
          del settore refrattari alla semplificazione divulgativa, questi articoli sono comunque interessanti e
          ci confermano che ormai è possibile avere con una certa facilità incontri ravvicinati con queste
          meravigliose creature.
          Solo quando alcuni decenni fa riducemmo la loro presenza quasi a zero ne comprendemmo la
          reale importanza, anche se questi animali non erano più strettamente legati al personale sosten-
          tamento.  Motivo  ancor  più  nobile  di  impegno  per  un  loro  ritorno.  Non  sappiamo  ora  con
          certezza quanto le azioni mirate abbiano giovato al ritorno di orsi, lupi, caprioli, gatti selvatici,
          cervi, mufloni, linci, ecc. o quanto invece la natura abbia semplicemente ripreso i propri spazi
          laddove l’uomo si ritirava consentendo a boschi e animali di avanzare.
          Le storie che hanno come protagonisti orsi che rincorrono fungaioli un po’ troppo curiosi, ucci-
          dono qualche pollo o pecora o addirittura fanno razzie di formaggio nelle cantine, oppure le
          avventure di lupi che sbranano vacche al pascolo incustodito non hanno in realtà nulla di scon-
          certante  o  di  pericoloso,  in  questi  episodi  si  può  solo  scorgere  il  comportamento  dell’uomo
          ancora impreparato a gestire questa nuova coesistenza e ciò perché non conosce i nuovi interlo-
          cutori  ritrovati.  In  un’epoca  liquida  fatta  soprattutto  di  dematerializzazione  della  realtà
          sembriamo impotenti nel confronto con la materia vivente, la stessa con la quale abbiamo con-
          vissuto per migliaia di anni. È questo il vero  problema e vale di solito sia per i rapporti tra umani
          che per le relazioni tra questi e altre specie: non si ha una buona propensione per chi non si cono-
          sce.
          I lupi per loro natura predano per sfamarsi, perché allora tenere gli armenti senza precauzioni?
   1   2   3   4   5   6   7