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zione per le conseguenze. Emergenza infinita.
Distrazioni colpevoli. La salute non si baratta
con i guadagni poco puliti. È indispensabile la
chiarezza. Sono opportuni interventi concreti.
Niente può frenare l’azione di “pulizia”.
La magistratura sta lavorando intensamente.
Con il dovuto rigore anche scientifico. Buchi
neri non possono esserci, dai giochi delle scato-
le cinesi alle mancate verità. Chi ha sbagliato
deve pagare. Esemplarmente! Senza alcuna atte-
nuante. Chiudere ancora gli occhi o voltare la
faccia dall’altra parte è un delitto grave. La
denuncia salva migliaia di vite. Le luci sul sito
avvelenato sono state accese dalla costante azio-
ne di denuncia degli ambientalisti, dalle indagini
della forestale e dalla doverosa attenzione del
mondo dell’informazione locale, che ancora
una volta ha confermato il suo insostituibile
ruolo. “Siamo di fronte a una discarica di pro-
porzioni immense, con notevoli conseguenze
per l’ambiente”, ci disse nel marzo del 2007
Guido Conti, allora Comandante della Forestale
di Pescara, molto preoccupato dopo i primi
scavi compiuti dalle ruspe e il sequestro dell’e-
norme area da bonificare. Non è stato facile
armadi ci sono carte nascoste, debbono essere
allarmismo, purtroppo. Piuttosto un appello a
tirate fuori. Bene ha fatto l’Avvocatura dello
non sottovalutare il problema.
Stato a chiedere all’Istituto Superiore di Sanità
Un lavoro non facile quello del comandante
una relazione. Così è stato messo nero su bian-
della forestale, originario di Sulmona, che ora è
co quello che purtroppo si temeva. I buchi neri
il responsabile regionale dell’Umbria. Bisogna
hanno fatto tanto male all’Italia. C’è preoccupa-
riconoscerlo. Indagini complesse. Verifiche e
riscontri in ambienti in cui “tutti sapevano, ma
nessuno parlava”. Era andato a ficcare il naso nel
mondo dei grandi affari. Per la prima volta
aveva “scavato” in un terreno dove nessuno
prima aveva osato addentrarsi. Ipotesi, riscon-
tri, rapporto alla magistratura, prime denunce,
sequestro dell’area. Un cammino accidentato
dentro le carte ufficiali e gli accertamenti reali.
La Forestale non si è mai tirata indietro. La dis-
carica di Bussi è intanto diventata un caso
nazionale. La regione verde d’Europa trasfor-
mata in pattumiera tossica. A questo scempio
si deve porre riparo al più presto possibile, per
non mettere ulteriormente a repentaglio la
salute dei cittadini. E nello stesso tempo vanno
intensificati i controlli ed ascoltati gli appelli
degli ambientalisti per impedire che altri casi
come quello di Bussi possano ulteriormente
verificarsi.
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