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Editoriale
UOMO, TERRA, ARIA:
UN EQUILIBRIO DIFFICILE
di Cesare Patrone *
opo aver dato i natali alla filosofia e consistenza alla vita,
l’aria sembra intenzionata a celebrare le esequie all’uomo.
DCon il suo consenso, naturalmente. Non diversamente de-
ve intendersi l’inconcepibile rapporto, un rapporto ai limiti del maso-
chismo, che proprio l’uomo sta avendo con l’elemento più importante
della sua esistenza, l’aria appunto.
Non è stata l’aria a scegliere, ad aver scelto, la strada che al giorno
d’oggi appare - stando almeno alle conclusioni cui alcuni studiosi per-
vengono sulla base di dati ritenuti incontrovertibili - come preludio alla
distruzione: no, è l’uomo ad averla scelta, o comunque a percorrerla,
quando in un rapporto di totale incoscienza e frastornato dall’inciviltà
dell’egoismo, non fa nulla o per lo meno fa poco per limitare i guasti,
attuali e soprattutto futuri, dei suoi atteggiamenti, delle sue scelte, dei
suoi rifiuti.
Eppure l’aria è stata l’oggetto delle prime congetture filosofiche; è
stata l’aria alla base, non solo lessicale, di alcune composizioni musicali
e di “invenzioni” strumentali; è stata ed è l’aria ad ispirare letterati e
poeti, a dar da pensare a ingegneri ed architetti, a dare riferimenti alle
scenografie e nomenclatura ad alcune esercitazioni nell’equitazione.
Tutto in un cantuccio? Tutto dimenticato? Pare di sì: perché, questo è il
punto, l’uomo di oggi è in gran parte succube di una memoria corta e
soprattutto è schiavo del pensiero dominante, un pensiero debole, cer-
to, che gli suggerisce di privilegiare l’avere piuttosto che l’essere, e il so- 8 n.
pravvento lo prende la percezione materiale delle cose piuttosto che -
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* Capo del Corpo forestale dello Stato Anno
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