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PAGINE DI STORIA





                                                                           L’11 agosto 1944


                                                                    i Carabinieri Naclerio,


            sui dettagli - ci fanno rivivere la storia e forniscono
            numerosi particolari inediti sulle molte azioni eroiche  La Rocca, Marandola
            dei Carabinieri a Fiesole.
            Il  Carabiniere  a  piedi  Francesco  Naclerio,  nato  nel  e Sbarretti lasciarono
            1910, era più anziano di una decina di anni dei suoi
            tre colleghi uccisi dai Nazisti ed in quel momento in-
            dossava già, secondo i regolamenti della Guardia Na-     la caserma di Fiesole
            zionale Repubblicana, i gradi da appuntato (ovvero di
            Rimase poi in servizio nell’Arma fino al momento del per partecipare alla
            “milite scelto”), poi ricevuti anche dall’Arma nel 1948.

            congedo  nel  1955,  e  morì  nel  1980.  Racconta,  nel
            verbale  del  1945,  “il  giorno  6  agosto  1944  assunsi  il  Liberazione di Firenze.
            comando interinale della stazione di Fiesole, per mancanza
            del V. Brig. Amico Giuseppe, deportato dai tedeschi (...) Il     Il giorno dopo
            giorno  11  la  domestica  della  caserma  mi  consegnò  una
            lettera contenente la somma di lire mille e la notizia di re-
            carmi assieme ai carabinieri nei locali della Misericordia,  i nazisti, scoprendo
            da parte del V. Brig (...) per poter raggiungere possiblimente
            sotto  le  spoglie  dei  fratelli  della  Misericordia  Firenze”.  la loro assenza,
            Nel  frattempo  Amico,  secondo  quanto  egli  stesso
            dichiarò nel verbale del 1945, si nascondeva “nella abi-       minacciarono di
            tazione del Sig. Borini Cesare, sita in via Marini 18,
            Fiesole”, proprio di fronte alla Misericordia.
            Prima di aderire all’invito, Naclerio si mise in contatto  uccidere dieci ostaggi
            col  Vescovo  di  Fiesole,  che  gli  aveva  raccomandato,
            per  prudenza,  “di  rimanere  sempre  al  nostro  posto,  di
            uscire il meno possibile”. Sicuramente molti avrebbero  quattro carabinieri “nei ruderi erano disarmati (non ave-
            seguito questo consiglio. Naclerio, invece, obbedì agli  vano neanche un temperino)”. “Verso le ore 18 del giorno
            ordini del suo superiore, consapevole dei rischi personali  12”,  continua  il  verbale  del  1945,  “fui  invitato  dal
            che comportava l’abbandono della caserma.               custode della Misericordia, sig. Olmi Memmo, di recarmi
            “Verso le ore 20:30 circa,” continua Naclerio, “dopo aver  nei locali della Misericordia stessa, dove ero atteso dal se-
            provveduto a far sotterrare nell’orto della caserma le armi  gretario comunale Oretti dr. Luigi e da Mons. Canonico
            in dotazione ai militari (...) mi portai insieme ai carabinieri  Turini  per  comunicazioni  urgenti.  Mi  recai  al  luogo
            nel luogo indicato dal V. Brig. Amico, ma non fu possible  suddetto, dove trovai il segretario ed il canonico predetti i
            portare a compimento il nostro piano, siccome la Misericordia  quali mi misero al corrente della situazione, dicendomi che
            non ottenne il permesso di circolare. Appresi intanto che i  il comando tedesco, accortosi della nostra fuga, qualora non
            tedeschi cominciavano a razziare gli uomini del comune e  fossimo rientrati in serata nel paese, avrebbe fatto fucilare
            mi nascosi insieme ai carabinieri presso gli scavi romani.  dieci  ostaggi.  Io  non  risposi  subito,  riservandomi  di
            Vi rimasi tutta la giornata”. Negli appunti di una sua  interrogare i carabinieri, i quali di comune accordo decisero
            dichiarazione orale del 1º luglio 1976, leggiamo che i  di riprendere servizio, pur sapendo che i tedeschi non ci



            6 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO III
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