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Focus






              LENTO, ECOLOGICO ED ETICO



                  l turismo è responsabile dell’otto per cento delle
                  emissioni totali che causano il riscaldamento
                  del Pianeta e della produzione di 4,4 miliardi di
                  tonnellate di anidride carbonica nel periodo
              I2009-2013. I risultati indicano che gli sforzi per
              “decarbonizzare” l’economia, cioè far sì che le attività
              umane non siano accompagnate dall’emissione di
              gas serra, sono nettamente surclassati dalla crescente
              domanda di viaggi ad alta intensità di energia.
              C’è poi l’impatto antropico di milioni di turisti che si ri-
              versano sulle stesse mete.
              Boracay è una delle settemila isole delle Filippine dedita
              quasi esclusivamente al turismo. Solo nei primi mesi dello
              scorso anno hanno attraccato 18 navi da crociera, che hanno riversato
              sull’isola, visitata ogni anno da 1,7 milioni di turisti, oltre 50mila passeggeri. Ma
              sono diverse le località dell’Asia dove in questi anni l’80% del corallo è andato
              distrutto a causa di una presenza umana insostenibile per gli ecosistemi marini.
              E anche l’Italia ha il suo bel da fare per contenere il flusso, soprattutto nelle città
              d’arte o nelle principali mete naturalistiche come le Cinque Terre, dove l’erosione
              causata dal passaggio eccessivo ha perfino compromesso gli storici sentieri. Stesso
              problema per le stradine che portano alla città inca di Machu Picchu, in Perù. E a
              questi si aggiungono vandali e maleducati come chi continua a rubare la sabbia
              rosa di Budelli, perla dell’Arcipelago della Maddalena. Senza parlare dei transatlantici
              che arrivano a lambire piazza San Marco a Venezia.
              Si è molto parlato in questi ultimi tempi delle tensioni create dall’overtourism,
              inoltre il turismo di massa mordi e fuggi non sempre è una reale occasione di
              sviluppo economico per le località visitate e spesso, come nei Paesi del sud del
              mondo, la maggior parte del reddito derivante dal turismo non rimane nei luoghi
              che accolgono i viaggiatori ma arricchisce tour operator degli Stati più sviluppati.
              Viaggiare oggi significa entrare in relazione con la comunità locale che ci ospita e
              deve diventare un’attività innanzitutto etica prima ancora che ricreativa, sociale e
              culturale rispettosa delle comunità e dell’ambiente. Spostarsi lentamente in bicicletta,
              a piedi, a cavallo o lungo i corsi d’acqua può essere un modo proficuo per
              incrementare questa relazione tra luoghi, popolazioni e viaggiatori, proprio per re-
              cuperare lo spirito originario del viaggio. Ci sono poi i cammini religiosi, letterari e
              infine le strade dei prodotti enogastronomici che fanno grande ed unico il nostro
              patrimonio di agro-biodiversità. Tutti spunti originali per scoprire nuove mete od
              osservarle da una prospettiva diversa e più autentica. Itinerari che in qualche modo
              ci costringono a rallentare, a ridurre la frenesia del vivere quotidiano e che
              consentono un maggior riposo rispetto ad altri modelli di turismo che somigliano
              troppo alla routine metropolitana.                                                  MARZO-APRILE 2019


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