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con il passaggio ope legis alle Regioni di del patrimonio genetico di razze in via
gran parte del demanio: ben 340mila d’estinzione o per favorire la disponibilità
ettari; l’Azienda viene soppressa, di fauna autoctona per riqualificare
restandone però una gestione residuale particolari ambiti territoriali.
su una proprietà non superiore all’1% di Ancora oggi il principale filone di attività
quella complessiva, da destinare a scopi consiste nella gestione di 130 Riserve
scientifici, sperimentali e didattici di naturali statali, in virtù della legge quadro
interesse nazionale. Non rientrano nel sulle aree protette (n. 394/1991) e delle
trasferimento alle Regioni i circa 70mila Riserve biogenetiche; queste aree sono
ettari delle Riserve naturali dello Stato, tra le meglio conservate, come rimarcano
interne od esterne ai Parchi nazionali. i riconoscimenti ricevuti a livello
Così dal primo gennaio 1978 inizia la internazionale.
difficile gestione “ex Asfd”, su poco più di Quali le prospettive?
75mila ettari di boschi, oltre ad alcune L’Amministrazione sta lavorando per dare
aziende agro-zootecniche e faunistiche; compiutamente attuazione alla legge 36
terminerà solo nel 2004, con del 2004, là dove dispone che “sono
l’emanazione della legge di riordino del trasferiti alle Regioni ed agli Enti locali le b
Corpo. Si è trattato di un lungo periodo riserve naturali, nonché tutti gli altri beni
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transitorio durante il quale la ex Azienda ha che non risultino indispensabili ai fini dello i
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effettuato, comunque la si voglia vedere, svolgimento delle attività istituzionali del o
una gestione conservativa del patrimonio, Corpo forestale dello Stato”.
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impiegando in media oltre 1.500 operai, Va però rimarcato come quasi tutti gli
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con contratto di diritto privato, per la attuali beni demaniali, gestiti dalle nuove d
gestione di aree protette, di Riserve strutture della Forestale, i
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naturali ed integrali; di aree di rilevante siano invece strumentali proprio al i
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interesse naturalistico anche per conto perseguimento delle finalità previste dalla v
del Ministero dell’Interno o di altri soggetti legge 36, ovvero: l’educazione
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pubblici; di aziende pilota per la ambientale, l’addestramento e la e
conservazione della biodiversità animale e formazione, l’attività di studio, la
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per l’allevamento di cavalli da impiegare conservazione della biodiversità animale e r
per scopi istituzionali; di centri per la vegetale.
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produzione di sementi forestali Basi, queste, fondanti i nuovi Uffici per la s
selezionate. biodiversità. Infine, sul trasferimento
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Negli ultimi anni, con il manifestarsi di delle Riserve naturali interne – in tutto o in i
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crescenti bisogni volti alla tutela della parte – ai Parchi nazionali, pari ad oltre t
biodiversità, e all’imporsi della “selvicoltura 58mila ettari, l’Amministrazione ha già
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naturalistica”, anche l’attività gestionale avviato una opportuna interlocuzione col à
dell’ex Azienda ha accelerato in tali Ministero dell’Ambiente e con
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direzioni virando nettamente le “aziende gli Enti Parco per verificare la possibilità di
pilota” da prototipi, aventi anche risvolti una fattiva collaborazione tra i vari
commerciali, in Centri nazionali per lo soggetti interessati, aventi tutti un
studio, la conservazione e la salvaguardia comune obiettivo: la tutela ambientale.
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Le 130 Riserve naturali gestite dalla Forestale hanno ricevuto riconoscimenti interna-
zionali, merito di un’eccellente conservazione. Si ha infatti che:
• 68 aree sono ricomprese nella rete europea delle riserve biogenetiche, istituita dal
Consiglio d’Europa;
• 105 aree sono ricomprese nella rete Natura 2000, istituita ai sensi della direttiva
92/43/Cee, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e
della fauna selvatica e 79/409 Cee relativa alla conservazione degli uccelli selvatici; in
molte di queste sono in atto progetti Life, cofinanziati dall’Unione Europea;
• 3 aree (Circeo, Monte di Mezzo e Collemeluccio) godono del riconoscimento di riserva
della biosfera dell’Unesco;
• 9 aree sono riconosciute zone umide d’importanza internazionale ai sensi della
Convenzione di Ramsar;
• 2 aree (Montecristo e Sassofratino) hanno acquisito il Diploma Europeo istituito dal
Consiglio d’Europa.
I predetti ambiti, che rappresentano circa il 5% della superficie protetta, ospitano quasi Il Forestale n. 31/2005
il 20% delle specie vegetali ed il 70% delle specie di avifauna considerate a rischio di
conservazione in Italia.
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