Inaugurazione dell'anno accademico 2005-2006

Il 18 gennaio 2006, nell’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, alla presenza dei rappresentanti degli Organi Costituzionali, nonché di numerose Autorità civili, militari, religiose e del Corpo docente, si è aperto ufficialmente l'Anno Accademico 2005-2006. Hanno preso la parola, nell'ordine, il Comandante della Scuola, Gen. D. Nicolino D’Angelo, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Luciano Gottardo, il Ministro della Difesa, On. Antonio Martino e il Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi.



Un immagine della cerimonia



Relazione del Comandante della Scuola

Gen. D. Nicolino D’Angelo

Signor Presidente del Consiglio, Autorità, gentili signore, signori, sono molto lieto e particolarmente onorato di porgere loro il saluto della Scuola e di ringraziare tutti gli intervenuti a questo tradizionale e solenne appuntamento che segna in modo significativo la vita dell’Istituto, confermandole non solo il crisma della legittimazione ma anche, e soprattutto, facendole avvertire la vicinanza, il consenso ed il sostegno delle istituzioni di vertice dello Stato, testimonianza di ulteriore ed ambita attenzione all’impegno di formazione che qui viene svolto. La Scuola, nell’anno accademico che oggi ufficialmente si apre, intende perseguire una molteplicità di obiettivi di natura didattica e non solo, pienamente inseriti nel solco della tradizione rappresentata dai suoi oltre 120 anni di vita ma decisamente proiettati nel futuro anche lontano, consapevole del fatto che qui si forma la dirigenza istituzionale del domani. Dirigenza che dovrà essere perfettamente calibrata alle aspettative del Paese che sa, ha sempre saputo di poter contare su un’istituzione fondamentale per garantirne la sicurezza sociale e quindi lo sviluppo ed il progresso. E gli scenari attuali fanno ritenere sempre più preziosa l’attività dell’Arma in seno alla comunità internazionale presso cui è ormai ampiamente affermata la sua identità professionale, con evidenti ripercussioni anche nell’attività addestrativa svolta da questa Scuola che annovera tra i propri frequentatori (e - mi piace sottolinearlo - con ottimo profitto) quattro ufficiali di nazionalità albanese, due di nazionalità afgana ed uno di nazionalità turca. Su questi parametri sono stati modulati i programmi addestrativi per il corrente anno, tenuta in chiara evidenza la natura accademica degli studi che qui vengono svolti e che porteranno i frequentatori dei corsi di applicazione, a seconda dell’anno di frequenza, al conseguimento della laurea tanto di primo livello che specialistica in giurisprudenza ed i capitani del corso d’istituto, già laureati, all’acquisizione del master di 2° livello per esperti in Scienza della Sicurezza e dell’Organizzazione. La Scuola, inoltre, provvederà alla formazione degli ufficiali destinati ad alimentare il ruolo speciale, quello tecnico-logistico e quello dei ruoli ausiliari. Completeranno l’attività didattica una serie di corsi di formazione specifica, destinati a figure funzionali particolari quali i Comandanti territoriali ai vari livelli, ovvero i responsabili di specifiche attività d’interesse istituzionale, così come non mancheranno sessioni indirizzate - secondo le innovazioni del più recente passato - alla formazione in chiave europea ed internazionale, come i corsi CEPOL (l’Accademia di Polizia Europea) e gli scambi informativi sulle esperienze maturate in seno alle unità multinazionali specializzate, principalmente alimentate dai Carabinieri nel quadro delle missioni internazionali. La Scuola, inoltre, si pone quale test-center per il rilascio della patente Europea di Informatica a favore del personale militare e civile individuato da uno specifico progetto dello Stato Maggiore della Difesa. Questo ampio panorama addestrativo comporta, come è intuitivo, la disponibilità di un corpo docente ben articolato e sapientemente dosato per poter armoniosamente svolgere un’attività didattica così spiccatamente caratterizzata e finalizzata. La Scuola, sotto questo profilo, è davvero fortunata potendo porre a disposizione dei propri frequentatori, anche in virtù della magnifica collaborazione offerta dall’Università di Roma Tor Vergata, docenti di prim’ordine ai quali va tutto il mio compiaciuto e convinto ringraziamento. Così come avverto il bisogno di ringraziare lo Stato Maggiore, il Quadro Permanente, il Consiglio di Base di rappresentanza, il personale civile e quanti - a vario titolo - si prodigano per offrire ai frequentatori condizioni di vita assolutamente confortevoli e pienamente rispondenti agli obiettivi che andranno realizzati. E in questa chiave l’Istituto proseguirà anche quest’anno nei propri programmi infrastrutturali per aumentare e migliorare le capacità ricettive, per dotarsi di impianti specifici destinati a potenziare l’addestramento fisico e sportivo, e per meglio corrispondere alle necessità d’impiego del tempo libero. Come dicevo, una molteplicità di obiettivi segna l’impegno della Scuola nell’Anno Accademico 2005-2006. Ma l’obiettivo di sintesi è rappresentato dall’imperativo primario volto ad inserire convenientemente questi giovani nella vita istituzionale, alimentata non solo dalle cognizioni scientifiche ma anche da quei valori morali capaci di distinguere e di far distinguere in modo inequivocabile la loro appartenenza di soldati, gendarmi e cittadini esemplari. Sarà, quindi, compito prioritario della Scuola quello di trasmettere ai suoi giovani frequentatori le idealità necessarie ad impreziosire il loro percorso professionale: razionalità, coraggio, coerenza ma - soprattutto - consapevolezza di dover corrispondere agli interessi della collettività, anteponendoli agli interessi personali, qualunque sia il prezzo di questa scelta. In altre parole, la Scuola avverte il dovere fondamentale di consegnare agli ufficiali dei corsi formativi la straordinaria dote di affetto incondizionato, di totale stima che gli italiani hanno tributato all’Arma nella sua storia plurisecolare, in modo da preservare e consegnare intatto questo preziosissimo patrimonio alle generazioni che verranno dopo di loro. Non saremo soli in questa entusiasmante missione: facciamo e faremo il nostro lavoro sentendo al nostro fianco le altre Forze Armate, le Forze di Polizia, le istituzioni e l’intero Paese. Ed è con questi sentimenti che auguro ai frequentatori buona fortuna e buon lavoro.

Prolusione del Comandante Generale dell’Arma

Gen. C.A. Luciano GottardoIn occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2004-2005 ho sottolineato che la complessa sfida, che l’Istituzione è chiamata ad affrontare, impone la necessità di migliorare le capacità operative, investendo sulla formazione, sull’innovazione tecnologica e sulla valorizzazione delle professionalità. Posso affermare che sin qui abbiamo seguito con determinazione questa strategia e che i validi risultati conseguiti ci inducono a considerare dette linee di azione capisaldi, sui quali impostare le future scelte dell’Istituzione. L’Arma dei Carabinieri, nel 2005, ha continuato ad assolvere i compiti militari e di polizia con il suo collaudato assetto organizzativo e il responsabile impegno di tutto il personale. Si tratta di un modello apprezzato anche a livello internazionale, che fonda le sue origini su una tradizione ricca di valori, primo tra tutti la militarità, di cui siamo particolarmente fieri. Forte in noi è il senso di appartenenza a un’istituzione dinamica e moderna, permeata da un forte spirito innovativo. Quest’ultimo è indispensabile per fronteggiare le minacce emergenti, il cui contrasto richiede l’azione sinergica di due sfere organizzative, la difesa e la sicurezza. Nel sistema difesa, l’Arma, in stretta cooperazione con le altre Forze Armate, fornisce uno strumento particolarmente qualificato per le missioni di pace. Esercita altresì le funzioni di polizia militare in Italia e all’estero e provvede alla sicurezza delle nostre sedi diplomatiche. È noto l’impegno profuso dai 3 Reggimenti Carabinieri M.S.U. (Multinational Specialized Unit) e I.P.U. (Integrated Police Unit): in Iraq, per la stabilizzazione della regione di An Nassiriya e la formazione della polizia; in Bosnia e in Kosovo, per il mantenimento dell’ordine pubblico e l’assistenza alle forze di sicurezza locali. Questi reparti, che impiegano complessivamente 1.100 uomini, inquadrano componenti operative e di staff di vari Paesi europei. L’esperienza pluriennale maturata ha evidenziato la spiccata versatilità di dette unità all’impiego in aree a differente grado di destabilizzazione e ha suscitato l’interesse di Stati ed organizzazioni internazionali, che guardano al nostro modello per realizzare forze con caratteristiche similari. La recente costituzione a Vicenza della Gendarmeria Europea nasce dall’iniziativa del Ministro della Difesa di realizzare una Forza multinazionale, ispirata all’esperienza delle M.S.U., in grado di ampliare le potenzialità di intervento dei Paesi europei in operazioni di mantenimento della pace. La designazione, nel novembre 2005, di due Generali dell’Arma alla guida delle missioni dell’Unione Europea, rispettivamente nella striscia di Gaza, per l’assistenza transfrontaliera al valico di Rafah e in Bosnia, per il supporto e l’addestramento delle Forze di polizia locali, costituisce un ulteriore riconoscimento a livello internazionale della professionalità maturata dagli Ufficiali dell’Arma. Lo scorso anno avevo preannunciato l’avvio della realizzazione di un Centro per la formazione di circa 4.000 istruttori delle Forze di sicurezza di Nazioni, per lo più africane, destinate a svolgere operazioni di peacekeeping. Oggi posso affermare con soddisfazione che, procedendo a tappe serrate per tutti gli aspetti organizzativi e didattici, il CoESPU, acronimo con cui viene indicato il Centro di eccellenza (Centre of excellence for stability police units), ha già concluso nella sede di Vicenza il 1° corso a favore di 29 Ufficiali superiori provenienti da Stati afroasiatici. In questo momento ospita un 2° corso per 103 Ufficiali inferiori e Sottufficiali inviati da Camerun, Giordania, Kenya, Marocco, Senegal e India. Tutti i frequentatori, al termine dell’addestramento, ricevono una certificazione validata dalle Nazioni Unite. Il Centro, che opera con l’assistenza del Governo americano, ha suscitato il crescente interesse di nuovi Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Asia, aprendo ulteriori prospettive di cooperazione che vedranno l’Arma fornire attraverso l’attività di formazione del personale un significativo contributo ai processi di stabilizzazione delle aree di crisi. Nell’assolvimento delle funzioni di ordine e sicurezza pubblica, l’Istituzione ha accentuato il proprio impegno, nella consapevolezza del ruolo affidatole a tutela di primari interessi della collettività. Le attività si sono svolte in stretta sinergia con le altre Forze di polizia e gli Organismi informativi e in un’ottica di fattiva collaborazione con la Magistratura. Lo scenario operativo si caratterizza ancora per l’immanenza della minaccia terroristica. Lo sforzo, sostenuto da tutte le componenti operative sul territorio, si è concretizzato in oltre 13.000 controlli preventivi a luoghi di aggregazione di stranieri provenienti da Paesi a rischio. Ciò è anche il frutto dell’osmosi informativa realizzata in seno al Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, fortemente valorizzata dal Ministro dell’ Interno. Una speciale menzione merita l’attività del Raggruppamento Operativo Speciale (R.O.S.) che, forte della sua articolazione sul territorio nazionale e della pluridecennale conoscenza del fenomeno, ha vieppiù affinato le sue capacità di penetrazione investigativa. Nel 2005 ha proceduto all’arresto di numerosi appartenenti o fiancheggiatori di organizzazioni terroristiche islamiche e sviluppato specifiche attività preventive, avvalendosi di una ampliata collaborazione internazionale. È di questi giorni, infatti, la notizia del determinante contributo fornito per l’identificazione dell’ultimo autore della strage di Nassiriya e per lo smantellamento in Spagna dell’organizzazione di cui faceva parte. Accanto al terrorismo, l’altro elemento di costante pericolosità è costituito dalla criminalità organizzata, soprattutto nelle regioni interessate dalla persistenza di fenomeni di tipo mafioso. Ricordo come l’impegno dell’Arma in Campania abbia inciso in modo determinante sulla faida di Scampia, con la cattura, anche all’estero, di vertici ed esponenti delle fazioni camorristiche in lotta. Una particolare attenzione è stata rivolta alla Calabria, ove è in corso l’istituzione nella Locride di un Reparto territoriale, dotato di una propria struttura investigativa e in grado di coordinare con maggiore efficacia le attività dei comandi operanti in uno dei più delicati comprensori della provincia di Reggio Calabria. Si tratta di un rafforzamento del dispositivo, allo scopo di migliorare la già incisiva azione di contrasto alla ‘ndrangheta. Non meno significativo è stato in Sicilia l’apporto dell’Arma alla lotta alla mafia, che ha fatto registrare, da ultimo, l’arresto di due latitanti affiliati a “Cosa nostra”, uno dei quali localizzato all’estero. Nel complesso, la qualità dell’impegno profuso nella repressione del crimine organizzato è testimoniata dalla cattura di 85 latitanti di spicco, dalla denuncia di oltre 1.000 persone per associazione mafiosa, dal sequestro e dalla confisca di beni illecitamente accumulati per un valore di circa 200 milioni di euro e da oltre 8.500 chili di droga sequestrati. L’azione repressiva è risultata più efficace anche in virtù dell’integrazione operativa tra i comandi territoriali, gli organi investigativi provinciali ed il R.O.S., che garantisce il raccordo informativo e supporta le indagini con un’avanzata capacità di analisi criminale. Nel contrasto all’immigrazione clandestina, l’Arma continua a fornire il proprio concorso al dispositivo interforze attraverso il pattugliamento in mare, la vigilanza ai centri di permanenza e di accoglienza, la ricerca sul territorio di irregolari. Nel 2005 ne sono stati rintracciati circa 47.000, mentre sono stati effettuati 900 arresti per reati connessi all’immigrazione illegale. La capacità di risposta complessiva dell’Istituzione ai fenomeni di criminalità diffusa è confermata dalle circa 390.000 persone denunciate nell’ultimo anno, di cui più di 83.000 in stato di arresto. Le oltre 18.000 chiamate pervenute giornalmente, in media, al “112” ed i conseguenti 9.000 interventi quotidianamente effettuati costituiscono un attendibile indicatore - tra gli altri - del servizio reso ai cittadini. I risultati esposti sono il prodotto anche della sperimentata architettura istituzionale, basata sulla capillare rete delle Stazioni Carabinieri, perno insostituibile del sistema di prevenzione e controllo del territorio. Nell’intento di rendere il dispositivo sempre più aderente allo sviluppo delle realtà locali, confermo l’impegno a istituire 60 nuove Stazioni e 3 Comandi di Compagnia, nonché a proseguire il programma di progressiva elevazione a Tenenza delle Stazioni ubicate nei comuni a più forte crescita economica, sociale e demografica. Una citazione particolare merita il servizio di prossimità, strumento operativo di sicura efficacia per accrescere l’interazione tra cittadini e Forze di polizia, la cui espressione più emblematica è rappresentata dal Poliziotto e Carabiniere “di quartiere”. Entro l’anno, oltre 700 Carabinieri si aggiungeranno ai circa 1.900 attualmente impiegati. La tecnologia, a sua volta, ci consente di aggiungere nuovi contenuti al servizio di prossimità. È in fase di estensione all’intero territorio nazionale la denuncia vi@web, già attivata, unitamente alla Polizia di Stato, in 68 province e fruibile attraverso il rinnovato portale web dell’Arma. A questo riguardo, non posso non considerare con soddisfazione i 16.000 accessi al giorno al sito che, con le sue 20.000 pagine, si propone come un vero e proprio portale di servizi per il cittadino. Nell’esporre l’attività svolta nel settore della prevenzione, desidero ora soffermarmi sul contributo offerto dai Carabinieri alla tutela dell’ordine pubblico e, in particolare, sull’impegno in vista dei Giochi Olimpici Invernali di Torino, per la sicurezza dei quali l’Arma impiegherà circa 3.500 uomini in rinforzo ai reparti del territorio. Tale attività viene in larga misura svolta dai Battaglioni dell’Organizzazione mobile, che, con la sospensione della leva, sono oggi alimentati dal personale proveniente dai volontari delle Forze Armate. Colgo l’occasione per esprimere il ringraziamento dell’intera Istituzione ai tantissimi Carabinieri ausiliari che, per oltre un trentennio, hanno operato con entusiasmo e spirito di sacrificio, dimostrandosi sempre all’altezza dei compiti loro affidati anche nelle situazioni più difficili. Le capacità di intervento dei reparti dell’Arma si arricchiscono delle competenze sviluppate nel tempo dai Comandi Carabinieri specializzati, preposti alla salvaguardia di beni e interessi primari della collettività, quali la salute e la protezione dalle frodi agro-alimentari, l’ambiente, il patrimonio culturale, le condizioni di lavoro e la lotta alla contraffazione monetaria. Il loro elevato rendimento è la risultante del binomio operativo che coniuga la specializzazione del personale con il supporto offerto dal capillare dispositivo dell’Organizzazione territoriale. Nel rispetto del quadro normativo e delle direttive del Ministro dell’Interno e degli altri Ministri competenti, l’Arma proseguirà anche per il futuro ad investire nei comparti di specializzazione ad essa tradizionalmente affidati, puntando ulteriormente sulla qualificazione professionale e sull’utilizzazione estensiva delle grandi potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Proprio queste ultime si sono rivelate uno strumento particolarmente adatto per esaltare l’efficacia delle attività investigative e facilitare la condivisione del patrimonio informativo. Forte impulso, infatti, hanno avuto i progetti realizzati per il potenziamento della Banca Dati interforze e per lo sviluppo, in sinergia con la Polizia di Stato, degli archivi informatici per le impronte digitali e per la schedatura e la comparazione delle armi e dei proiettili. Il crescente rilievo, ai fini probatori, delle indagini tecnico-scientifiche ci ha indotto a potenziare ulteriormente le capacità di intervento del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. Al suo interno sono stati costituiti il “Reparto Analisi Criminologiche” per lo studio dei profili psicologici dei criminali e il “Nucleo di Intervento Carabinieri per l’Identificazione di Vittime di Disastri”, che ha fornito la sua efficace opera nel Sud Est asiatico in occasione dello tsunami. Un ulteriore prezioso contributo all’investigazione criminale potrebbe derivare dall’istituzione della Banca Dati del DNA, che l’Arma auspica da tempo. Il comune lavoro quotidiano nell’attività di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e le sinergie realizzate per affrontare i grandi eventi, che hanno interessato di recente l’Italia, confermano che il modello di coordinamento delle Forze di polizia, delineato dalla legge 1° aprile 1981 n. 121, è valido e risponde alle esigenze di sicurezza del Paese. Tale modello presuppone la pluralità delle Forze di polizia a competenza generale e fonda la sua efficacia sui principi di pari valorizzazione delle singole componenti, condivisione del processo decisionale, reciprocità e circolarità informativa, piena responsabilità dei vertici centrali e periferici delle Forze di polizia nell’attuazione degli indirizzi generali. Gli eventuali ulteriori adeguamenti, ai quali l’Istituzione, come sempre, è pronta ad offrire il proprio fattivo apporto, non possono, quindi, che essere improntati al rispetto dei principi prima richiamati e del ruolo di tutti i soggetti istituzionali, a livello sia centrale sia provinciale. La realizzazione delle progettualità che ho descritto richiede un’attenta attività di programmazione, che tenga conto delle priorità fissate dall’Autorità politica e delle esigenze di contenimento delle risorse. Non posso esimermi dal rappresentare che ritengo, in ogni caso, indilazionabile il finanziamento di un piano straordinario di realizzazioni infrastrutturali che, oltre all’adeguamento del dispositivo territoriale nelle aree più sensibili, consenta di far fronte alle esigenze derivanti dalla sempre più diffusa presenza di personale femminile e soprattutto dalla totale professionalizzazione dei reparti dell’Organizzazione mobile. Le problematiche sin qui affrontate sono tutte rilevanti, ma la mia esposizione sarebbe incompleta se non mi soffermassi a considerare la componente umana che, specie per l’Arma, rappresenta la risorsa più preziosa. Ad essa vengono riservate le maggiori attenzioni, nella consapevolezza che l’accrescimento professionale e culturale sono presupposti indispensabili per elevare gli standard di rendimento. Un particolare rilievo viene attribuito ai provvedimenti volti alla piena integrazione del personale femminile senza alcuna preclusione d’impiego. Ne è riprova l’affidamento del comando di Stazione, per la prima volta, ad un Maresciallo donna. Tra le aspettative del personale, permangono quelle relative al riassetto delle carriere, per incentivare ulteriormente la professionalità e migliorare la progressione economica, anche nell’ottica di compensare i disagi connessi con il particolare servizio e l’elevata mobilità. A tale riguardo, desidero ricordare la fattiva collaborazione offertami dal Consiglio Centrale di Rappresentanza, al quale va il mio ringraziamento. Concludo rivolgendomi a voi, uomini e donne che avete scelto di diventare Ufficiali dell’Arma. I compiti che sarete chiamati a svolgere richiedono livelli professionali e culturali sempre più qualificati, indispensabili per esercitare un’azione di comando efficace e lungimirante. Sarete il “centro motore” dell’Istituzione e dovrete proporvi - con l’esempio e la dedizione al servizio - come insostituibile punto di riferimento per i vostri collaboratori. Vi sarà richiesto di esercitare una equilibrata e incisiva azione di indirizzo in tutti i campi dell’attività istituzionale e instaurare un costante dialogo per alimentare il senso di appartenenza e la condivisione degli obiettivi istituzionali. Nel vostro ruolo di futuri dirigenti dovrete essere in grado di esprimere qualità manageriali di eccellenza, con uno spiccato orientamento al risultato, primo fra tutti quello di offrire alla popolazione un servizio di elevato livello qualitativo che soddisfi appieno le istanze di sicurezza. Impegnatevi, quindi, al meglio delle vostre capacità per apprendere gli insegnamenti che i vostri docenti vi trasmetteranno. Ma tenete sempre presente che la vostra preparazione dovrà essere costantemente vivificata dai principi dell’etica professionale, ispirata al rispetto della dignità umana, dei diritti e delle libertà individuali. Sono certo che saprete essere all’altezza delle responsabilità che vi attendono e orgogliosi di appartenere a un’Istituzione moderna ed efficiente, aperta alle sfide del futuro e fedele ai valori delle sue tradizioni. A voi tutti buona fortuna e un proficuo anno accademico.

Saluto del Ministro della Difesa

On. Antonio MartinoOnorevole Presidente del Consiglio, nel porgerLe il più caloroso benvenuto, desidero ringraziarLa vivamente per aver voluto intervenire all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2005-2006 della Scuola Ufficiali dei Carabinieri. La Sua partecipazione alla cerimonia dimostra tutta l’attenzione Sua personale e dell’intero Governo verso le Forze Armate e, nella circostanza, verso i Carabinieri in particolare. Saluto e ringrazio le autorità civili, militari, religiose, che con la loro presenza attestano stima ed affetto ai militari, donne e uomini, della Benemerita e rinsaldano i secolari legami esistenti tra l’Italia e i Carabinieri. Al Generale Gottardo - e, attraverso lui, a tutta l’Arma - esprimo la gratitudine delle istituzioni per il grande contributo che i Carabinieri offrono alla vita nazionale, presidiando la legalità e difendendo la nostra sicurezza. Un pensiero particolare desidero rivolgere al Comandante della Scuola ed a tutto il personale dell’istituto. In questi cinque anni da Ministro della Difesa ho avuto modo di apprezzare quanta attenzione l’Arma rivolge alla formazione dei propri Ufficiali, asse portante della Forza Armata. Rinnovo un memore, commosso ricordo verso i Carabinieri e verso tutti i militari italiani che hanno sacrificato la vita per la Patria. Onorevole Presidente del Consiglio, non c’è molto da aggiungere alla dettagliata relazione sullo stato dell’Arma appena svolta dal Comandante Generale. Lasci tuttavia che ne sottolinei qualche passaggio particolarmente qualificante. L’istituzione, prima, e l’incremento, poi, delle aliquote dei “carabinieri dì quartiere”, come dei “poliziotti di quartiere”, costituiscono non solo la realizzazione di un punto significativo del programma di Governo, ma anche e soprattutto la prova tangibile dell’accentuata politica di prevenzione e repressione del crimine che le forze dell’ordine conducono con lusinghieri risultati. “Un progetto divenuto realtà”, come Lei, Onorevole Berlusconi, lo ha recentemente definito. Del resto, le capacità operative dell’Arma nel contrastare i fenomeni criminali più diffusi emergono incontestabilmente dai positivi dati statistici del Ministero dell’Interno. Nel 2005 i servizi preventivi sono stati 3.247.000. Le persone denunciate 308.000. I delitti perseguiti 1.788.000. Di particolare rilievo la cattura di decine di criminali di spicco, al vertice di organizzazioni criminali di stampo mafioso. La filosofia istituzionale dell’Arma è sempre più orientata a servire e soddisfare il cittadino ed i suoi bisogni di legalità, sicurezza, protezione. Al servizio di prossimità, tradizionalmente espletato dalla Benemerita tramite la Stazione, si affianca dunque il carabiniere di quartiere, una sorta di angelo, custode che sta tra la gente, vicino alla gente. Le capacità dei reparti dell’Arma sono amplificate e perfezionate dall’informatizzazione e dalla disponibilità di tecnologia d’avanguardia. Il progetto ARMASAT, cioé il collegamento satellitare, finanziato dal Ministero delle Attività Produttive e sviluppato sotto l’egida dello Stato Maggiore della Difesa, collegherà in un’unica rete tutti i livelli della struttura gerarchica dei Carabinieri. Circa l’attività antiterrorismo, il ROS ha arrestato numerosi appartenenti e fiancheggiatori di organizzazioni terroristiche islamiche e contribuito in modo determinante a far luce sugli attentati perpetrati in Iraq contro militari e civili italiani. Il reparto ha ottenuto importanti successi anche sul piano della lotta all’eversione interna. Cito, al riguardo, il recentissimo arresto ad Amsterdam di Rose Ann Scrocco, elemento di spicco dei gruppi anarco-insurrezionalisti italiani, ed in Belgio di alcuni fiancheggiatori della sua prolungata latitanza. Oggi circa 1.000 Carabinieri sono schierati all’estero. Le capacità dell’Arma di fronteggiare molteplici necessità hanno trovato compimento nel modello MSU, dove la natura militare e la funzione di polizia si integrano perfettamente. La qualità della formazione e il modello organizzativo, che caratterizzano l’Arma, trovano riscontro nell’apprezzamento delle nazioni straniere. Un esempio significativo del riconoscimento della comunità internazionale sta proprio nella scelta di affidare all’Arma la costituzione del CoESPU per l’addestramento delle forze di polizia di Stati africani: elemento fondamentale della politica dei G8 per la stabilizzazione di quel Continente. La presidenza italiana dell’UE ha dato impulso alla creazione di una forza di gendarmeria che si ispira al collaudato modello di Multinational Specialized Unit. Le migliori professionalità nel settore delle forze di polizia ad ordinamento militare d’Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Olanda, grazie a tale gendarmeria saranno poste a disposizione dell’Unione Europea e di altre Organizzazioni internazionali per missioni di prevenzione, stabilizzazione, ricostruzione delle strutture di sicurezza nelle aree di crisi. Il giorno 23 gennaio, a Vicenza, avrà luogo la cerimonia d’inaugurazione del Quartier Generale di EUROGENDFOR. Onorevole Presidente del Consiglio, qui, davanti ai giovani Ufficiali dei Carabinieri, considerando l’Arma nella sua complessità e funzionalità istituzionale, abbiamo le prove dimostrative di un’Italia che compie il proprio dovere: efficiente, patriottica, altruistica; di una Nazione che, senza lamentarsi e recriminare, crede nel futuro e lo prepara con responsabilità e alacrità praticando le nobili virtù dell’obbedienza e della fedeltà. Nell’augurare agli Allievi del Corso i migliori successi e la più brillante carriera, dichiaro dunque aperto l’Anno Accademico 2005-2006 della Scuola Ufficiali Carabinieri. Viva la Benemerita! Viva le Forze Armate! Viva l’Italia!

Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri - On. Silvio Berlusconi (*)

On. Silvio BerlusconiPartecipare all’inaugurazione di questo vostro Anno Accademico è per me l’occasione per portare a tutti voi, futuri ufficiali dei carabinieri, il mio saluto ed il saluto del governo. Ringrazio quindi di cuore il generale Gottardo per il suo cortese invito. Gli interventi che mi hanno preceduto hanno illustrato le molteplici attività dell’Arma ed i concreti risultati ottenuti. I cittadini italiani, oggi, hanno una più forte percezione della loro sicurezza, grazie soprattutto alle tante azioni svolte dalla vostra Arma. Azioni che, in collaborazione con le Forze di polizia, hanno prodotto risultati che sono davvero positivi. Gli interventi di contrasto nei confronti delle organizzazioni criminali hanno portato ad una diminuzione di oltre il 34% degli atti criminosi. L’azione dei carabinieri e dei poliziotti di quartiere ha portato una generale diminuzione di quei reati che colpiscono direttamente i cittadini: voglio ricordare la diminuzione del 31% per quanto riguarda i furti nelle abitazioni, i furti di automobili, le rapine ai portavalori e la riduzione del 24% per quanto riguarda gli scippi. Reati che attentano non soltanto ai beni del cittadino, ma anche alla sua incolumità e alla sua vita. Siamo profondamente grati a tutti voi per il vostro quotidiano impegno. Tutti noi apprezziamo gli sforzi messi in atto per l’ammodernamento delle tecniche operative attraverso le nuove tecnologie che consentono ai cittadini di interloquire con la Pubblica Amministrazione direttamente da casa o dall’ufficio, attraverso il proprio computer. Una vera rivoluzione che non sarebbe stata possibile senza il vostro contributo. Dopo quasi duecento anni di vita, l’Arma dei Carabinieri si contraddistingue per la sua funzionalità ed efficienza e si conferma ancora una volta come l’Istituzione più amata da tutti gli italiani. Ai giovani ufficiali dell’Arma vanno i nostri auguri più calorosi affinché possano prepararsi alle future incombenze e sviluppare ancora di più quei valori di lealtà e di generosità nei confronti di coloro che hanno bisogno di aiuto, che sono le storiche e specifiche attitudini dei Carabinieri. Il ringraziamento del Governo va anche ai docenti che, con la loro esperienza e la loro passione, contribuiscono a forgiare i futuri ufficiali che avranno alla base del loro agire un alto senso dello Stato, profondi sentimenti di lealtà e l’amore verso i cittadini: le caratteristiche fondamentali dell’Arma dei Carabinieri. Nel portare a tutti voi il ringraziamento del Governo, credo di poter esprimere anche il sentimento di gratitudine profonda di tutti gli italiani. Prima di salutarvi, vorrei formulare ai giovani che hanno scelto questo duro impegno di studio l’augurio che i sogni che ognuno di voi porta nella mente e nel cuore possano diventare una concreta realtà. Per crescere insieme e far diventare la nostra bella Italia ancora più libera, più sicura e più giusta. Buon lavoro a tutti.

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(*) - Trascrizione da registrazione audio.