8. Il controllo del territorio

Si tratta della normale attività svolta dagli organi di polizia per la prevenzione e la repressione dei reati. Più specificamente, con il termine controllo del territorio si definisce il complesso delle attività volte a conoscere, in ogni dettaglio, le caratteristiche di una parte o dell’intero territorio nazionale (esigenza informativa)e quelle intese a realizzare un razionale e sistematico impiego delle risorse disponibili al fine di scoraggiare l’attuazione di azioni illecite (esigenza di prevenzione di carattere generale). Sotto il primo profilo assumono rilevanza: - la conoscenza dei luoghi, maturata attraverso una presenza costante e fattiva; - la presa d’atto di situazione oggettive di carattere sociale, economico, di malessere e di devianza, che caratterizzano l’area di interesse; sotto il secondo profilo, invece: - le forze disponibili e la calibratura del loro impiego; - l’individuazione delle aree di maggiore esigenza preventiva.

In tale circostanza, attraverso l’utilizzo dei normali dispositivi a livello locale, è possibile sviluppare un’attività di osservazione sui soggetti ritenuti appartenere ad associazioni di tipo mafioso, attraverso: - la esecuzione di posti di controllo nelle aree più sensibili; - l’osservazione dei suddetti soggetti, ponendo particolare attenzione ai soggetti frequentati ed alle attività svolte in orari solitamente lavorativi; - l’espletamento di servizi mirati, quali il controllo degli avventori di esercizi pubblici (bar, ristoranti, circoli ricreativi, locali notturni); - il controllo ai cantieri edili; - l’assistenza ai dibattimenti; - i servizi svolti in occasione di consultazioni elettorali. Gli elementi raccolti circa la pericolosità sociale di un individuo devono sempre essere riportati in apposite relazioni di servizio, da allegarsi alla proposta. Diversamente, si potrebbe incorrere nell’inconveniente del mancato riconoscimento di fatti e circostanze che, pur accertati, possono essere sottoposti al rilievo di una mancata documentazione. In questo contesto, come già accennato, assume rilievo l’attività informativa, componente fondamentale dell’indagine in senso generale.

Non può ipotizzarsi alcuna indagine, anche in campo preventivo, se questa non sia preceduta da un consolidato possesso di dati informativi. In senso pratico, tale attività deve condurre ad una padronanza completa del territorio dal punto di vista conoscitivo, da realizzarsi attraverso una gestione accurata delle fonti informative e l’applicazione di una mentalità sempre protesa a sviluppare l’acquisizione e la elaborazione di dati informativi. Come già specificato, l’accertamento concreto della pericolosità sociale si presenta a base induttiva: dalla valutazione di fatti ed elementi passati o presenti, di volta in volta diversamente qualificati, si cerca di indurre una connotazione ulteriore e solo potenziale. Tuttavia, la difficoltà più insidiosa risiede nella iniziale mancanza di attendibilità scientifica del materiale selezionato: tale problema deve allora essere traslato sul terreno della disponibilità di informazioni selezionate e qualificate sul comportamento umano, al fine di prevederne il futuro svolgimento.