Nella storia della Terra i cambiamenti sono la regola. E gli spostamenti pure, anche le piante che ci paiono immobili sono prese da una danza rivoluzionaria che muove continenti, vegetali e animali. Davanti ai nostri occhi la vita scorre in time-lapse, e in quella accelerazione perfino le piante sembrano avere gambe. Sono e sempre saranno, proprio come noi uomini, migranti, alla scoperta di nuove aree geografiche, in cerca di asilo, quando le condizioni climatiche che consentono la loro vita vengono meno, o quelle economiche le spingono verso nuove e più favorevoli condizioni di sussistenza.
I cambiamenti climatici sono un fattore che impone grandi sconvolgimenti alla distribuzione del manto vegetale. Circa 10.000 anni fa terminò l’ultima era glaciale ma dopo 2.000 anni ci fu un nuovo cambio di scena, i ghiacci, le terre desolate battute da venti gelidi lasciarono il posto ai boschi. Il tutto è cristallizzato in pollini fossili, torbiere e sedimenti lacustri. In tempi più vicini a noi, i Romani, che nel 28 a.C. fondarono Torino, trovarono gli ulivi sulle sue colline. Poi, intorno al 1500, il clima cambiò nuovamente, e per quasi 400 anni diede luogo alla "Piccola Era Glaciale".
Guardata con occhi adeguati l'intera Terra è un immenso giardino botanico e alcuni militari la videro in fiore: soldati raccoglitori, soldati giardinieri, soldati farmacisti, o soldati innamorati della botanica che contribuirono alla diffusione delle piante nel mondo.

Tuthmosis III – Karnak
L'EPOCA ANTICA
A celebrazione delle proprie vittorie militari, il faraone Tuthmosis III (1479-1425 a.C.) ordinò nelle pertinenze del tempio di Amun a Karnak un ciclo decorativo conosciuto come “il giardino botanico”. Accanto alla lista delle conquiste, il fregio sfoggia piante native dell'Egitto, fichi, viti e fiori di loto, ma anche provenienti dal Medio Oriente come l'Iris L., l'Arum L. e la Kalanchoe (Adans.), che si pensa fossero trofei di guerra raccolti per le loro virtù medicinali o semplicemente per la loro magnificenza.
Circa seicento anni dopo, nella Mesopotamia bagnata dai fiumi Tigri ed Eufrate, il Re Assiro Assurnasirpal II riportò dalle campagne militari una gran varietà di piante esotiche e le inserì in massicce rielaborazioni del paesaggio, costruendo vasti giardini e canali per irrigarli, producendo così spezie provenienti dalle terre degli Ittiti e frutta da ogni dove.
Fu poi grazie alle guerre in Oriente combattute da Alessandro Magno, allievo di Aristotele, che arrivarono in Europa la rosa doppia (la rosa di Damasco) e il pioppo cipressino, e fu così che il giglio bianco (Lilium candidum), usato dai medici per curare le ferite e dai soldati per ricordare gli affetti lontani, passò da un accampamento romano all’altro, e si diffuse presto in tutta Europa.
L'idea di giardino come luogo di pace e di quiete, come paradiso, è un archetipo proprio di ogni tempo ed è rappresentato in diverse gradazioni in ogni cultura. Il giardino dell'Eden degli ebrei trascende nella cultura islamica in un giardino dove l'uomo ricompone la sua anima ed è tutt'uno col mondo e nel quale prìncipi e soldati trovano riposo o immaginano l'aldilà. Pairidaeza dal persiano, pardeš dall'ebraico, παράδεισος dal greco antico, hanno proprio il significato di "giardino recinto", "verziere", "parco".

- Leonardo da Vinci, mirtillo palustre, 1506 circa
L'EPOCA MODERNA
All'interno di questo labirinto umano di religioni, tradizioni, costumi, arte, culti, esigenze alimentari, arti farmaceutiche, epoche, fu tuttavia a partire dal Rinascimento che gli appetiti botanici si fecero poderosi e le grandi spedizioni di scoperta, nelle quali i militari fecero la loro considerevole parte, presero posto alla tavola imbandita del mondo.
Proprio nel Rinascimento sbocciò un fiore luminoso: Leonardo da Vinci. Non fu tecnicamente un soldato, non vestì dunque mai un'uniforme anche se ebbe un ruolo di primo piano nell'ingegneria militare, e non fu nemmeno solamente un botanico, ma il suo spirito immenso ridisegnò ogni confine umano. Leonardo anticipò di secoli la coltura idroponica formulando l’ipotesi, allora straordinariamente bizzarra, che le piante non avessero bisogno di terra per crescere, convinto dai suoi studi di idraulica e fluidodinamica che le loro radici potessero trarre il proprio alimento dai minerali presenti nella terra e non necessariamente dalla terra stessa.
Thomas Johnson fu una delle più immaginifiche personalità del Seicento. Nella sua farmacia di Snow Hill a Londra fu esibito il primo casco di banane della Britannia. Durante la guerra civile Johnson si unì all'esercito dei Realisti, sostenitori di Re Carlo I e combatté come Tenente Colonnello. Dall'altra parte della barricata Thomas Willisel fu l'unico importante cacciatore di piante a combattere dalla parte dei Parlamentaristi. Tra le altre scoprì due specie di silene, una delle quali, la nutans, fiorisce di notte emanando un profumo talmente intenso da attirare le falene e diffondere attraverso di loro il polline. Silene nutans, la prima parola definisce il genere, la seconda la specie, così sono individuate inequivocabilmente le piante.
Il sistema di identificazione binomiale, definito in latino botanico, lingua parecchio diversa da quella classica, è dovuta a Carlo Linneo, medico e naturalista svedese che nel Settecento fece ordine nelle denominazioni del mondo naturale.
Nel 1770 la HMS Endeavour “Tentativo” raggiunse l'Australia e il Comandante James Cook mise piede in quella che battezzò Botany Bay dopo il recupero di esemplari vegetali unici. James Cook lasciò un patrimonio di conoscenze scientifiche e geografiche che avrebbero influenzato i posteri per i secoli a venire. L'abbreviazione "Cook" è applicata a diverse specie botaniche riferibili all'Ammiraglio così da marchiarle indelebilmente, tra queste gloriose palme australiane o native del Messico, Belize e Guatemala, ora vulnerabili.
Nel 1789 Joseph Banks, direttore della Royal Society per oltre quarant'anni, organizzò una spedizione verso l'isola di Tahiti, l'allora Otaheite, per prelevare alcune specie di albero del pane, portarle ai Caraibi per farle acclimatare e ricavarne poi cibo a basso costo da destinare agli schiavi: William Bligh era al comando del vascello della Royal Navy HMAV Bounty quando i marinai si ammutinarono. A Bligh, anni dopo, quando la missione ebbe successo, fu dedicato il genere Blighia. Oggi in Giamaica, con la polpa matura dei frutti della Blighia sapida, solo la polpa, i semi sono velenosissimi, si prepara il piatto nazionale ”Ackee and saltfish”.
Alla grande corsa alle esplorazioni partecipò anche la Russia imperiale e fu grazie alle condizioni di privilegio pattuite con la dinastia Qing che la Cina le permise di allestire alcune spedizioni in Asia Centrale, Manciuria e Mongolia. Il Generale Nikolaj Michajlovič Przewlaski fu il decano dei raccoglitori russi negli anni che seguirono il 1860, insieme a Potanin, Berezovski, Kashkarov e Roborovski. Tutti cacciatori di piante con uno status militare, i quali inviavano duplicati di tutto ciò che trovavano all'Istituto Botanico di San Pietroburgo.

Paeonia rockii
Nel necrologio pubblicato sul Financial Times si allude che Ian Fleming abbia tratto spunto dal Maggiore Peter Smithers per tracciare il personaggio di James Bond. Nel suo giardino svizzero di Vico Morcote le peonie lo sorpresero generando spontaneamente alcuni ibridi di Paeonia rockii, la peonia arborea di J. Rock, un famoso collezionista di piante del 1800 che inviò alcuni semi in Occidente dalla provincia di Kansu in Cina. Questi ibridi eccezionali vanno sotto il nome di ibridi di P. Rockii di Sir Peter Smithers.
In un passo della più antica raccolta di testi poetici cinesi di cui si abbia conoscenza, lo Shījīng “Arie degli stati”, tra il X e il VII secolo a.C. una sposa chiede la “pianta dell'oblio”, l'hemerocallis (Xuāncǎ, 萱草 in cinese mandarino), da coltivare nel giardino settentrionale della casa per sopire il dolore dato dalla prolungata assenza del marito in battaglia. In seguito il termine Xuāntáng (萱堂) è passato a identificare le mogli e le madri.