I Mezzi - Dal cavallo alla "gazzella"

All'inizio era il cavallo

Il principe Tommaso di Savoia in viaggio da Milano a Melegnano sotto la scorta dei Carabinieri comandanti dal cap. Romeo Stoppani (19 giugno 1904).Da un documento conservato presso l'Archivio di Stato di Torino portante la data del 9 agosto 1814 risulta la consistenza numerica del Corpo dei Carabinieri Reali a 25 giorni dalla sua fondazione, avvenuta il 13 luglio di quell'anno: 476 militari a cavallo, 327 militari a piedi, per un totale della forza di 805 unità. Di quelli a cavallo, 27 erano ufficiali, compreso il Colonnello Comandante, 13 marescialli, 69 brigadieri e 367 carabinieri.
 
La preminenza degli uomini a cavallo era determinata dal tradizionale ordinamento in ambito militare a fare dei reparti montati le punte rappresentativamente più rilevanti degli eserciti.

E il Corpo dei Carabinieri - come si legge nell'articolo 12 delle Regie Patenti della fondazione - "sarà considerato nell'Armata per il primo fra gli altri, dopo le Guardie Nostre del Corpo. Goderà perciò in ogni incontro di tutte le prerogative, che in tale qualità gli spettano, ed all'occasione sarà preferito per l'accompagnamento delle Persone Reali". A parte il tratto distintivo che al Corpo derivava dal cavallo, questo era fondamentale ed indispensabile per l'attività d'istituto, soprattutto se si considera la conformazione geografica del Piemonte, caratterizzata da estese ed impervie zone di montagna.

La scorta d'onore dei Carabinieri alla delegazione italiana dopo la firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929).Cosicché il cavallo è stato per oltre un secolo parte determinante del servizio dei Carabinieri, in pace come in guerra. Il suo primo impiego in operazioni militari risale al 6 luglio 1815, quando un contingente di Carabinieri a cavallo, integrato nel Corpo di spedizione piemontese impegnato a contrastare la riconquista della Savoia da parte di Napoleone, caricò valorosamente i francesi sotto le mura di Grenoble. Le Guerre d'Indipendenza, poi, hanno confermato dei Carabinieri a cavallo l'attitudine alle azioni risolutive: in tal senso la carica di Pastrengo del 30 aprile 1848 ne ha affidato il ricordo e l'immagine alla leggenda.

Ma non solo in guerra l'uso del cavallo ha consentito ai Carabinieri di espletare onorevolmente il mandato istituzionale: gli interventi umanitari in soccorso alle popolazioni in caso di calamità naturali sono rimaste altrettanto leggendarie, a partire dal salvataggio di una famiglia inglese operato sul Moncenisio dal carabiniere a cavallo Cipriano Gabencel, il 20 dicembre 1830, fino ai soccorsi portati in occasione delle alluvioni di Salerno dell'ottobre 1899, tanto per citareCarabinieri a cavallo e a piedi in piccola e grande uniforme (1893).alcuni episodi. E non va dimenticata la più impegnativa azione a difesa dell'ordine pubblico, come durante le rivolte in Sicilia e i moti anarchici della Lunigiana verificatisi nel gennaio 1894.

L'immagine del Carabiniere a cavallo, poi, appartiene ad un'iconografia dal sapore romantico: la pattuglia nella campagna romana o ai margini di una pacifica riunione di popolo, sulle colline toscane o lungo i viali innevati di una cittadina di montagna, essa è stata l'elemento caratterizzante di una serena visione del pacifico vivere sociale.

E' stata, proprio così. Lo è stata oltre un secolo. Poi la civiltà delle macchine ha inesorabilmente iniziato la sua azione innovatrice.

Arrivarono così....