L'Uniforme mimetica

Vice brigadiere in uniforme grigio-verde da guerra indossata durante il conflitto italo austriaco (1915-18).
Dal 1861 al 1865, nella lontana America, la guerra di secessione tra gli Unionisti di Abraham Lincoln e i Confederati di Jefferson Davis vide la prima sporadica comparsa, assieme alle già micidiali armi rigate ad avancarica, del fucile a ripetizione "Henry modello 1861" e della mitragliatrice ideata da Richard Gatling nel 1862. In Europa intanto, già dal 1845, l'armaiolo francese Eugène Lefaucheux aveva brevettato l'omonimo revolver a sei colpi a retrocarica. Ma se le notevoli potenzialità di queste armi avranno adeguato e rapido sviluppo sul piano tecnico, non sarà così nella dottrina militare con conseguenze a dir poco disastrose.

Qualcosa per la verità si cominciò a intuire almeno in materia di mimetizzazione con le guerre coloniali: l'esigenza di difendere i soldati, vestiti con uniformi vistose, dalle imboscate dei guerrieri indigeni. Gli inglesi per primi adottarono il colore kaki. L'idea di estendere tale protezione anche alle truppe in Europa prese corpo alla fine dell'Ottocento e, ancora una volta gli inglesi nel 1902 vestirono in kaki tutto il loro esercito. Seguirono poi: nel 1907 la Russia con il colore kakioliva; nel 1909 l'Impero Austro-ungarico con il grigio-azzurro; nel 1910 la Germania con il grigio-campo.


Militari dell'Arma a piedi dei reparti mobilitati in uniforme grigio-verde per servizi di rappresentanza, prima versione (1915).
Solo i francesi arrivarono alla Prima Guerra Mondiale con il cappotto turchino e i pantaloni rossi, poi nel 1916 anche loro si decisero ad adottare il grigio-celeste. In Italia i primi studi per una uniforme mimetica furono avviati da Luigi Brioschi, presidente del Club Alpino Italiano di Milano, proprio in considerazione della tremenda efficacia raggiunta dalle armi da fuoco. Gli esperimenti con il colore grigio-creta furono attuati nell'estate del 1905 in territorio bergamasco, presso il battaglione Morbegno del 5° reggimento Alpini.

Gli ottimi risultati consentirono, nell'anno successivo, di vestire in grigio-creta quaranta alpini: il cosiddetto "Plotone Grigio". Il fatto destò molto interesse in campo internazionale e dette il via alle innovazioni già citate per le maggiori potenze europee (gli Stati Uniti avevano seguito la via del kaki inglese nel 1903). Ulteriori studi e perfezionamenti tra il 1907 e il 1908 condussero ad una definitiva versione di uniforme in colore grigio-verde, ritenuto ottimale in relazione alle tonalità dell'ambiente naturale italiano, che venne adottata il 4 dicembre 1908 per la fanteria, i bersaglieri, gli alpini e l'artiglieria, il 3 febbraio successivo per la cavalleria.


Fotografia di gruppo realizzata ai primi giorni dell'adozione del grigio-verde da parte dei Carabinieri, cioè alla seconda metà del luglio 1915.
In data 13 febbraio 1909, con circolare n. 72 pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale, venne precisata nel dettaglio l'uniforme di panno grigio-verde per gli ufficiali, con esclusione di quelli dei Carabinieri, ai quali verrà prescritta il 2 luglio 1915. Poiché nessuna differenza risulterà apportata rispetto alla divisa delle altre Armi, si riproduce da pag. 18 il testo integrale della circolare n. 72. Ai Carabinieri l'uso del grigio-verde fu prescritto con dispaccio del Ministero della Guerra, Direzione Generale Servizi Logistici ed Amministrativi, in data 27 giugno 1915 a conflitto mondiale già iniziato, ma solo per i sottufficiali e i militari di truppa; il 2 luglio venne, come detto, steso anche agli ufficiali.