Le tenute secondo il Regolamento Generale del 1822

Sottotentente in uniforme di servizio. Questa tenuta, contraddistinta dalla 'catenella' al colletto, è rimasta in uso dal 1817 fino al 1833.
Negli anni 1820-1821 scoppiarono i primi "moti carbonari" negli Stati più vasti ed importanti della Penisola, il Regno delle Due Sicilie e il Regno di Sardegna. Sconfitti gli insorti a Novara l'8 aprile 1821, il re Carlo Felice, succeduto al fratello Vittorio Emanuele I il 12 marzo precedente, pose mano alla pacificazione del regno sabaudo, cercando anche di consolidare le Istituzioni con organiche e dettagliate normative. In questo clima vide la luce, il 16 ottobre 1822, il "Regolamento Generale del Corpo dei Carabinieri Reali", prima vera regolamentazione in assoluto, esauriente e specifica per il Corpo in ogni suo aspetto strutturale e di servizio. La sua importanza è facilmente intuibile, sia quale normativa di compiti, attribuzioni e status militare degli appartenenti all'Istituzione, sia per la prima dettagliata descrizione organica delle diverse "tenute" da indossare nei vari servizi. Le norme prescrivevano tre tipi di "tenuta", da indossare secondo le diverse circostanze:
- da parata, per le festività solenni, nelle scorte al Sovrano e ai Reali e nei servizi d'onore, prerogative di diritto dei Carabinieri, secondi in questo solo alle Guardie del
Corpo di Sua Maestà
;
- dei giorni festivi, per la domenica, le feste patronali ed altre non comprese in quelle
solenni;
- ordinaria, in tutti gli altri giorni per il quotidiano servizio.

I capi fondamentali dell'uniforme (cappello, abito, pantaloni) erano in linea di massima uguali per tutti i gradi e la loro composizione, diversamente assortita con ornamenti e mostreggiature, dava luogo alle varie tenute; cappotto, mantello e calzature restavano invariati. Osserviamone ora più in dettaglio la foggia e le guarnizioni. Il cappello era quello già in uso dal 1817; con la tenuta da parata esso era ornato dal bordo d'argento e dal pennacchio turchino alto cm. 30 (istituiti nel 1817); con le altre tenute il bordo era quello solito in seta e filo nero e senza pennacchio. Il sottogola era costituito da due nastri in seta nera; la coccarda, tonda in filo e lana azzurri, era sormontata dalla "gancia" in platina d'argento.

A protezione della pioggia si usava una fodera di incerata in seta nera per quello di parata, in tela per gli altri. Il cappello degli ufficiali, inoltre, era guarnito agli angoli delle falde con nappine d'argento. Esso infine doveva essere indossato da tutti i militari del Corpo «...orizzontalmente e di fronte, né mai di fianco o di traverso». Evidentemente la precisazione doveva opporsi al malvezzo, già in voga dal Settecento, di calzare il cappello di traverso per maggiore comodità nei movimenti con la sciabola e con l'arma lunga. Il giustacorpo, denominato "abito" nell'uniforme di parata e "surtout" in quelle festiva e ordinaria, restò invariato tranne che nel colore del colletto e dei paramani, che da celesti divennero turchini scuri. L'abito era foderato, come in passato, in saglia rossa ed il surtout in panno turchino e così pure i risvolti delle falde. Non è precisata la lunghezza di queste ultime, ma la rara iconografia dell'epoca ce le mostra più lunghe di quelle del 1814 e con doppi risvolti. Sul fondo di questi erano cucite la granata turchina con orlo circolare e fiamme in argento che, assieme agli alamari, costituiscono il simbolo stesso dell'Arma dei Carabinieri. Il surtout inoltre era privo delle finte tasche guarnite di alamari. Gli ufficiali portavano il colletto ed i paramani dell'abito di parata ornati dal ricamo a catenella d'argento approvato nel 1817, inoltre tanto l'abito quanto il surtout avevano sul retro il ricamo in argento detto "fiorone", con due nappine laterali pure in argento, cucito tra i due bottoni posti sul punto di vita sopra gli angoli interni delle tasche.

La cravatta a girocollo, nera con orlo bianco per tutti, era in seta per gli ufficiali, in cuoio per gli altri militari. Invariati rimasero anche i pantaloni aderenti, tanto invernali quanto estivi, per le uniformi di parata e festiva; per quella ordinaria, o "piccola tenuta", vennero assegnati in corredo ai carabinieri a piedi pantaloni larghi di panno turchino invernali, bianchi estivi. A quelli a cavallo furono distribuiti charivary sempre larghi: invernali in panno grigio con "lisiere" (bande laterali) di panno turchino ornate con 25 bottoncini bianchi per parte e con rinforzi in pelle di vitello nera dagli orli inferiori ai polpacci, già in uso nelle cavallerie napoleoniche; estivi bianchi, senza lisiera e con sei bottoncini bianchi di stoffa al fondo, ambedue con sottopiede. I guanti e le calzature non ebbero modifiche rispetto a quelli precedenti. I militari a piedi calzavano gli stivali senza speroni con le tenute di parata e festiva, le scarpe con la piccola tenuta e le mezze ghette portate sotto ai pantaloni.

Maresciallo d'alloggio a cavallo e Carabiniere in gran tenuta del 1822. Il Maresciallo porta ovviamente la sciabola della specialità; il Carabiniere è armato di moschetto.
Quelli a cavallo usavano solo gli stivali con speroni di ferro lucidi o anneriti per la piccola tenuta: gli ufficiali li portavano in argento con la tenuta di parata, di ferro con le altre. I Marescialli d'alloggio calzavano sempre gli stivali come gli ufficiali, con o senza speroni a seconda della loro specialità.

Anche l'armamento e le buffetterie restarono quasi invariati. Gli ufficiali avevano due tipi di cinturoni: per la sciabola, di cuoio nero con fibbie e mascheroni d'argento, per la spada, senza mascheroni; in estate, esso era in stoffa di nanchino. Anche i Marescialli d'alloggio a piedi e quelli a cavallo fuori servizio portavano la spada simile a quella degli ufficiali, ma con impugnatura nera anziché d'argento, agganciata ad un cinturone pure in cuoio nero con fibbie e placca in metallo bianco, lo stesso usato per la sciabola dei Marescialli a cavallo, ma con placca più piccola. La bandoliera era in panno bianco guarnita con un galloncino d'argento ed ornata da un piccolo scudo con spillette d'argento; fibbia e puntale erano dello stesso metallo. La relativa giberna era di cavalleria per tutti i Marescialli, con granata d'ottone al centro e bordo d'argento. Essi inoltre non avevano in dotazione la carabina, quindi quelli a cavallo non indossavano la rangona. La carabina però venne distribuita al posto del fucile anche ai Carabinieri a piedi con ghiera, anello e sola tracolla, come per i militari a cavallo.

Per quanto riguarda i vari ornamenti, i Carabinieri a cavallo mantennero le spalline metalliche con frangia di cotone bianco, che vennero estese anche a quelli a piedi in luogo di quelle celesti. Il Regolamento non ne precisa la foggia, dice solo che erano lunghe cm. 12,50 ed ornate con undici scaglie. Esse venivano portate tanto in parata che nei giorni festivi, ma non con la tenuta ordinaria, ad eccezione presumibilmente degli ufficiali e dei Marescialli, i quali avevano le distinzioni di grado solo sulle spalline. Queste ultime restarono invariate per gli ufficiali. I Marescialli avevano due giri di cordoncino d'argento sul piatto e due giri di frangia pure d'argento sopra quella di cotone. I Brigadieri due cordoncini, uno d'argento l'altro in lana turchina ed un giro di frangia d'argento. Essi inoltre avevano un gallone d'argento ad angolo cucito sopra ai paramani. Gli "Appointés" (Appuntati) avevano il medesimo gallone quale unico loro distintivo. Le cordelline venivano portate solo con le tenute da parata e dei giorni festivi: d'argento per gli ufficiali, d'argento miste per un terzo di lana turchina per i Marescialli, metà argento e metà lana turchina per Brigadieri, di filo bianco per Appuntati e Carabinieri.

I puntali, dorati per gli ufficiali superiori, erano d'argento per quelli inferiori e di metallo bianco per tutti gli altri appartenenti al Corpo. Gli Allievi Carabinieri indossavano solo la piccola uniforme, per cui non portavano gli alamari e la placca del cinturone o del budiere non recava lo stemma reale ma le iniziali A.C. (Allievo Carabiniere). Cappotto e mantello turchini con alamari al colletto per i Carabinieri a piedi ed a cavallo restarono presumibilmente invariati. Il primo era chiuso da una doppia fila di cinque bottoni di metallo bianco uguali a quelli dell'abito, posti a forma di corazza, ossia più distanziati al petto e gradatamente più vicini, sino alla distanza minima in vita. Quello degli ufficiali e dei Marescialli aveva due file da nove bottoni d'argento. Il documento non fa menzione del precedente "redingotto" per gli ufficiali.

Carabiniere a cavallo in tenuta per servizi interni di caserma. A destra, Carabiniere a piedi in piccola tenuta invernale con cappotto.
Per il servizio interno di caserma, il Regolamento prevedeva inoltre una particolare tenuta di fatica, nota comunemente come "uniforme alla polacca". Per i Carabinieri a piedi essa consisteva nella "cappotta" (verosimilmente il cappotto in quanto nel documento si parla ora di "cappotto", ora di "cappotta", termine usato solo per i militari di truppa a piedi, ma i due capi non presentano differenze) e nei pantaloni con ghette della piccola tenuta.

I militari a cavallo indossavano una "veste di fatica" di tricot (tessuto a maglia) turchino scuro, simile ad un surtout privo di falde e charivary. Il berretto, per gli uni come per gli altri, era di panno turchino scuro, quadrangolare di foggia polacca donde il nome della tenuta, guarnito con gallone laterale, ricamo a "rosetta" centrale e cordoncini laterali di filo bianco e d'argento per ufficiali e sottufficiali. Con tale uniforme era proibito uscire dalla caserma, ad eccezione dei militari comandati di spesa o di passeggio, ferratura od abbeveraggio dei cavalli e di quelli malati, puniti o tradotti; inoltre non potevano essere indossate armi di alcun genere.

In ultimo una curiosità, una connotazione indirettamente parte dell'uniforme, che denota il culto dell'aspetto pulito connaturato alla figura del Carabiniere. Il paragrafo 524 del Regolamento recita: «I militari del Corpo non portano baffi, né spagnolina (il pizzo): le bazzette non devono oltrepassare la linea dall'estremità inferiore dell'orecchio all'angolo della bocca; i capelli non devono oltrepassare la fronte né coprire le orecchie, ed essere in riga del colletto dell'abito». I baffi però verranno concessi al Corpo nel 1848 e ne diverranno quasi una caratteristica.

Per quanto riguarda le bardature: quelle degli ufficiali e dei Marescialli d'alloggio sono descritte con sufficienti dettagli; mancano del tutto quelle dei Brigadieri e dei militari di truppa.

Ufficiale subalterno in tenuta ordinaria del 1822, caratterizzata dall'avere il minimo indispensabile di ornamenti.
Gli ufficiali avevano la sella di "grande uniforme" (per parata e giorni festivi) di forma analoga a quella in dotazione ai Dragoni, ricoperta di panno turchino con batte e soprafascio di lana turchina; la gualdrappa, gli chaperons (coprifonde) e la valigia erano in panno turchino ornati da un gallone d'argento doppio per gli ufficiali superiori, singolo per quelli inferiori, della larghezza rispettivamente di cm. 4,7 e 3,7. Sugli chaperons era ricamata in argento la cifra reale sormontata da una corona ed alle punte esterne della gualdrappa figurava una granata grande pure d'argento. La briglia constava di dieci fibbie, una piastra sulla museruola, cinque rosoni sul frontale, due catenelle sulla testiera e le borchie al morso in metallo bianco.

La bardatura dei Marescialli, simile a quella ora descritta, se ne differenziava per avere il gallone d'argento frammischiato per un terzo di lana turchina, largo cm. 4,5 per gualdrappa e chaperons, cm. 2,5 per i lati della valigia; pure le granate sulla gualdrappa erano d'argento e di lana turchina nella medesima proporzione. Anche se il Regolamento non ne accenna, è presumibile che sugli chaperons dei Marescialli non figurassero corona e cifra reale, prerogativa degli ufficiali. La bardatura di piccola tenuta per gli ufficiali si differenziava dalla precedente per avere: la sella scoperta, il gallone di argento, doppio o singolo, dimezzato, gli chaperons in pelo di orso nero bordato di panno scarlatto, le briglie prive di rosoni. Uguale anche la bardatura di piccola tenuta dei Marescialli, per i quali il gallone e le granate al posto di essere d'argento e turchino, erano in filo bianco. La bardatura dei Brigadieri e dei graduati e militari di truppa, ancorché non descritta, era sempre guarnita in filo bianco, come si rileva dalla rara iconografia dell'epoca.