Non tutti sanno che...

CAROSELLO (STORICO)

La prima edizione del Carosello Storico in una tavola de " La Domenica del Coriere" del 25 luglio 1933.Il carosello deriva dagli antichi tornei che hanno origine lontana e che assunsero variamente nel tempo significati ed emblemi.

Uno dei primi tornei verificatisi a Roma fu quello del 3 settembre 1332, che ebbe luogo precisamente nell'interno del Colosseo, riattato per quell'occasione quanto bastava a consentirne lo svolgimento.

Altro importante torneo fu quello del 5 marzo 1565, in Belvedere, nella cinta del Vaticano, del quale si ricordano le norme più significative, come quella che puniva il ferimento del cavallo dell'avversario ancor più severamente se ne derivava la morte e quelle che non consentivano il colpo «da mezzo il petto», di «menar più che quattro colpi di spada» e di ferire di punta.

Il torneo certamente più famoso resta quello della disfida di Barletta, avvenuto il 13 febbraio 1503 fra tredici cavalieri italiani e tredici francesi. Raccontano le cronache che il mattino dello scontro Ettore Fieramosca ed i suoi dodici compagni si raccolsero in chiesa per assistere alla Messa e che alla presenza dei Principe Prospero Colonna lo stesso Fieramosca fece giurare ai suoi cavalieri «di voler prima morire che uscir dal campo per mia volontà, altro che vincitore». Il torneo venne vinto, dopo alterne vicende, dagli italiani.
E da ricercare specialmente in Italia la più avvincente e costante passione per i tornei, merito particolare dei principi savoiardi, a partire dal lontano 27 aprile 1050, allorché si misurarono, fuori Porta Susa in Torino, Oddone di Savoia e Ormanno di Baviera.

I tomei si succedettero con frequenza. Sono da ricordare quello dei 1313 (nel quale Amedeo V perdette sette cavalli) e il celebre scontro del 1348, che vide Amedeo VI mantenere il campo per tre giorni con i suoi cavalieri, tutti vestiti di verde come lui, cosa che gli valse da allora il nome di «Conte Verde». Al vincitore toccò in premio il bacio di quattro dame e una verga d'oro.
Va poi ricordato lo scontro che ebbe luogo in Fiandra tra il «Conte Rosso», figlio del precedente, e tre nobili cavalieri inglesi, che furono sbalzati di sella e feriti.
Queste prove cavalleresche continuarono con motivazioni sempre diverse, ma con identico interesse agonistico. Ebbero rilievo quella del 1489 sotto il governo di Bianca di Monferrato (premio un manicotto, da cui pendeva un rubino) e quella del 1504 con Filiberto il Bello.

Una esibizione del 1938 del Carosello Equestre dei carabinieri a cavallo.Il torneo del 1559 ebbe particolare risonanza perché vi trovò accidentalmente la morte Enrico II, al quale si conficcò nell'occhio sinistro una scheggia di lancia dell'antagonista, conte di Montgomery.
Tra i molti tornei a cavallo successivi va particolarmente citato quello del 21 febbraio 1839, svoltosi con suggestive modalità nel teatro Regio di Torino in onore del Granduca Alessandro di Russia, di passaggio in quella città.
Vi presero parte tre quadriglie di diverse nazionalità -inglese, francese e italiana - che si cimentarono in diversi esercizi come, ad esempio, quello dei dardo e delle teste (per parte italiana l'esercizio dell'anello), prima di esibirsi tutte nel circo, con la perfetta esecuzione di passi difficilissimi che suscitarono grande entusiasmo.

Più vicino al nostro tempo fu il gran torneo dei 22 aprile 1842 nella piazza S. Carlo di Torino. Vi parteciparono quattro squadre di cavalieri ed è precisamente «dai loro diversi giri ed armonici intrecciamenti di corse», dal fatto che «parevano i loro fieri e superbi animali avere una mente co' loro signori e muovere in esatta cadenza al lieto suono degli strumenti militari» che si può veramente stabilire una relazione diretta con il Carosello attuale, nel quale gli Squadroni dei Carabinieri mostrano, nella sincronia e nell'eleganza delle loro evoluzioni in campo, il perfetto grado di addestramento raggiunto nell'arte dei cavalcare.

Il momento culminante del Carosello, la carica.Si arriva così al Carosello che, poco più di cento anni addietro, il 3 maggio 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia ed Isabella di Baviera, si svolse a Roma nello stesso incantevole scenario, che attualmente fa da cornice al Carosello dei Carabinieri.
Il ricordo delle epoche trascorse, a mezzo dei costumi indossati dai cavalieri, si ripeté in occasione dei primo Carosello dei Carabinieri avvenuto a Roma il 9 luglio 1933 in Piazza di Siena, nel quale le varie formazioni in campo indossarono ciascuna una divisa storica dell'Arma, motivando così l'appellativo di Carosello Storico dato alle prime esibizioni dei suoi Squadroni.
In quella prima edizione le unità a cavallo dei Carabinieri entrarono in campo nella seguente successione di uniformi:

  • trombettieri del 1814 seguiti da uno squadrone nella divisa d'epoca;

  • carabinieri del 1833;

  • carabinieri di Sardegna (1853);

  • carabinieri combattenti in Crimea (1855), in Lombardia (1859), nelle Marche e nell'Umbria (1860-1861);

  • carabinieri che liberarono Venezia e Roma (1866-70);

  • trombettieri dei 1900, carabinieri della guerra di Libia e della I' Guerra Mondiale;

  • corazzieri.

Anche se il Carosello non si esibisce più nelle uniformi dei passato, deve considerarsi «Storico» ancora oggi. Nello sviluppo delle sue figurazioni, infatti, l'attrattiva della coreografia non va disgiunta dal significato di alcuni momenti dell'impiego dei cavalieri in battaglia, che si concludono nello scontro finale tra i due Squadroni.
Il carattere squisitamente militare della manifestazione si traduce nell'alternarsi dei passaggi veloci, dall'ordine chiuso all'ordine sparso, come quando in combattimento le truppe cercano di adattarsi al terreno e alle esigenze della tattica difensiva od offensiva. Le andature al trotto ed al galoppo si troncano in alt improvvisi. Poi, al ritmo incalzante della musica, la trama riprende a svolgersi e a mostrare un nuovo disegno.

L'alternarsi delle figurazioni è incessante. Guidati da mani esperte, i cavalli eseguono ogni impercettibile comando che li porti dalla formazione di linea al frazionamento in quadriglie, dagli incroci in diagonale all'attraversamento a pettine, dai cambiamenti trasversali agli incontri longitudinali, mutando all'unisono l'andatura loro richiesta, nell'eleganza mirabile delle teste attente e degli arti concordi sino a quando, cessati anche gli arabeschi delle spirali e delle volte, non giunge loro l'estremo comando di lanciarsi alla carica, che li arresterà, frementi, nell'attimo dello scontro frontale. t questo il momento esaltante e conclusivo dei Carosello, che fa rivivere, nella foga dei cavalli e nel balenio delle sciabole dei cavalieri, la storica vicenda dei carabinieri di Pastrengo.

Sul Carosello in uniformi storiche del 1933 scrisse un cronista: « ... E quando ad un certo momento i carabinieri di tutte le epoche sono venuti a trovarsi improvvisamente stretti in due squadroni affiancati e sollevando in alto le sciabole hanno reso il loro saluto, la folla compatta, in piedi, ha tributato all'Arma una grande, indimenticabile ovazione».
Da allora, e ogni volta che il Carosello si è ripetuto in Piazza di Siena, nelle città italiane e all'estero, l'entusiasmo dei pubblico non è mai venuto meno.
Allorché nel giugno 1953 uno Squadrone di Carabinieri prese parte al grande Carosello della Cavalleria mondiale (presentato a Parigi con l'intervento delle unità montate del Belgio, della Francia, del Marocco, della Spagna e dell'Algeria nell'occasione dei Primo Campionato Mondiale Ippico), i cronisti dei quotidiani parigini furono unanimi nell'esaltare la bravura dei nostri cavalieri. Così scrisse in particolare l'autorevole «Le Figaro: « ... Uno spettacolo veramente grandioso, che ha colpito la fierezza di tutti gli italiani presenti, è stato il brillante comportamento dello squadrone dei Carabinieri, che hanno meritato applausi a scena aperta per la sincronia dei movimenti e la fantasia delle evoluzioni». Concludeva più avanti il cronista francese « ... Per la prima volta in questo dopoguerra la cavalleria italiana è tornata brillantemente alla carica, ma solo per una splendida manifestazione pacifica, che per un'intera settimana ha richiamato più di centomila persone nel fantasmagorico scenario del Parc des Princes».

Nel 1958 i Carabinieri a cavallo si trasferirono a Bruxelles, invitati nella circostanza dell'Esposizione Universale. Per le ampie strade della capitale belga risuonarono gli squilli dei trombettieri e lo scalpitio dei 144 cavalli del Gruppo Squadroni, che il 20 giugno eseguirono un impeccabile Carosello nell'ippodromo di Boitsfort, gremito di spettatori nonostante il maltempo.

Nell'anno seguente la manifestazione venne più volte effettuata a Roma, in occasione delle visite ufficiali in Italia di capi di stato. Il 26 giugno ebbe luogo alla presenza del Presidente della Repubblica francese, generale Charles De Gaulle: il Gruppo Squadroni, tra le varie figure, eseguì quella della «Croce di Lorena», il simbolo così caro al cuore dei francesi.

La decisione, adottata nel 1963 di trasformare il drappello dei trombetticri in Fanfara reggimentale, contribuì notevolmente ad arricchire la formazione classica del Carosello, perché da allora lo sfilamento degli Squadroni dal pennacchio rosso-blu è aperto dalla formazione dei quaranta elementi della Fanfara dal pennacchio bianco e rosso, accrescendo anche sotto l'aspetto cromatico l'interesse spettacolare della manifestazione.

Negli anni sessanta il Carosello dei Carabinieri si esibi con crescente successo in altre città italiane - fra le quali Trieste, in onore della Croce Rossa Italiana, e Milano - prima di affermarsi nuovamente all'estero, presentandosi nel 1963 e nel 1966 al pubblico di Francoforte sul Meno in occasione del Concorso Ippico Internazionale e nel quadro delle sempre più strette relazioni italo-tedesche. Nel marzo 1972 il comitato organizzatore del Concorso Ippico Internazionale di Francoforte, uno dei più importanti dello sport ippico mondiale, rinnovò calorosamente, tramite il Ministero della Difesa di Bonn, l'invito per la partecipazione dei Carosello dell'Arma al programma delle manifestazioni indette per la circostanza. Dell'arrivo a Francoforte del Gruppo Squadroni dell'Arma, forte di 141 militari con 5 ufficiali e 94 cavalli, comandato dal colonnello Ferdinando Rodriguez, il quotidiano «Frankfurter Meine Presse» diede notizia scrivendo « ... 94 cavalli della elite militare della Polizia italiana, i Carabinieri, in uniforme di gala hanno sfilato attraverso la città. n Sindaco Fay ha salutato gli ospiti che per la terza volta si esibiscono a Francoforte nel loro Carosello famoso in tutto il mondo. Mai sono giunti con così tanti cavalli»...

Anche il «Frankfurter Rundschau» del 23 marzo annunciò l'arrivo degli Squadroni e della Fanfara dell'Arma, affermando tra l'altro: « ... La rappresentazione spettacolare dei Carabinieri italiani è la più grande e la più preziosa che sia stata mai veduta in un concorso ippico internazionale. Gli amici dello Sport equestre lo sanno apprezzare, poiché la vendita dei biglietti è quasi esaurita».
Roma, 1980: la Regina Elisabetta II d'Inghilterra si congratula con un ufficiale del Reggimento Carabinieri a Cavallo dopo l'esibizione del Carosello in suo onore.Nell'ottobre 1980, in occasione della visita di Stato compiuta a Roma da Elisabetta II d'Inghilterra e dal consorte Principe Filippo venne offerto alla Regina uno spettacolo di gala, che ella, già nella preparazione dell'intero programma, aveva accolto con particolare gradimento: il Carosello dei Carabinieri.

Questo si svolse nell'insostituibile scenario della Piazza di Siena e presentò nel finale - attraverso l'ordinato e sincrono spostamento dei cavalli al piccolo trotto, troncato quasi per magia all'istante determinato - il disegno della bandiera inglese, sul quale si levarono le note struggenti e solenni del coro del Nabucco. Mentre la folla applaudiva entusiasticamente, la Regina scese dal palco sino al bordo erboso del campo per esprimere al tenente colonnello Sergio Giannone, comandante dei due Squadroni, il suo grato apprezzamento per l'omaggio e lei reso dai Carabinieri.
Ma un'altra grande occasione attendeva il Carosello all'estero. Erano i concorsi ippici internazionali di Francia del 1981. Il Carosello si era già esibito a Parigi, ma in forma ridotta, nell'anno 1953 («Festa Internazionale del Cavallo») e nel 1966. Questa volta giunse nella capitale francese nella sua formazione più completa: Gruppo Comando, Gruppo Stendardo, due Squadroni, Fanfara a cavallo e la Banda dell'Arma.

Dopo oltre 60 anni dalla sua prima edizione, il Carosello ha di continuo aggiornato e perfezionato le sue figurazioni, non solamente perché a ogni sua esibizione si confermi e si accresca il prestigio del grado di addestramento raggiunto dai Carabinieri a cavallo, ma anche perché sul loro Reggimento incombe l'onere di rappresentare e continuare l'orgogliosa tradizione della Cavalleria italiana.