Il carosello

Nasce il Carosello dei Carabinieri

Uniforme storica 1820, indossata durante il Carosello del 1933Si arriva così al Carosello del 3 maggio 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia ed Isabella di Baviera, che si svolse a Roma nello stesso incantevole scenario che attualmente fa da cornice al Carosello dei Carabinieri.

Non solamente i pini, i prati, l'antica torre sovrastante, il digradare concentrico delle tribune sull'ovale del campo, stabiliscono un legame tra le due manifestazioni (quella di allora e quella di oggi), ma anche la circostanza che la prima ebbe a protagoniste quattro quadriglie di ufficiali dell'Esercito, che impressero il suggello della esclusività militare nell'impiego a Piazza di Siena di unità di cavalieri, addestrate per le più elaborate figurazioni.

Il ricordo delle epoche trascorse, a mezzo dei costumi indossati dai cavalieri, si ripeté in occasione dei primo Carosello dei Carabinieri avvenuto a Roma il 9 luglio 1933 in Piazza di Siena, nel quale le varie formazioni in campo indossarono ciascuna una divisa storica dell'Arma, motivando così l'appellativo di "Carosello Storico" dato alle prime esibizioni dei suoi Squadroni.
In quella prima edizione le unità a cavallo dei Carabinieri entrarono in campo nella seguente successione di uniformi:

  • trombettieri del 1814 seguiti da uno squadrone nella divisa d'epoca;
  • carabinieri del 1833;
  • carabinieri di Sardegna (1853);
  • carabinieri combattenti in Crimea (1855), in Lombardia (1859), nelle Marche e nell'Umbria (1860-1861);
  • carabinieri che liberarono Venezia e Roma (1866-70);
  • trombettieri dei 1900, carabinieri della guerra di Libia e della 1^ Guerra Mondiale;
  • corazzieri.

Anche se il Carosello non si esibisce più nelle uniformi del passato, deve considerarsi "Storico" ancora oggi. Nello sviluppo delle sue figurazioni, infatti, l'attrattiva della coreografia non va disgiunta dal significato di alcuni momenti dell'impiego dei cavalieri in battaglia, che si concludono nello scontro finale tra i due Squadroni.

Il carattere squisitamente militare della manifestazione si traduce nell'alternarsi dei passaggi veloci, dall'ordine chiuso all'ordine sparso, come quando in combattimento le truppe cercano di adattarsi al terreno e alle esigenze della tattica difensiva od offensiva. Le andature al trotto ed al galoppo si troncano in alt improvvisi. Poi, al ritmo incalzante della musica, la trama riprende a svolgersi e a mostrare un nuovo disegno.

Evoluzioni dei cavalieri nel corso del CaroselloL'alternarsi delle figurazioni è incessante. Guidati da mani esperte, i cavalli eseguono ogni impercettibile comando che li porti dalla formazione di linea al frazionamento in quadriglie, dagli incroci in diagonale all'attraversamento a pettine, dai cambiamenti trasversali agli incontri longitudinali, mutando all'unisono l'andatura loro richiesta, nell'eleganza mirabile delle teste attente e degli arti concordi sino a quando, cessati anche gli arabeschi delle spirali e delle volte, non giunge loro l'estremo comando di lanciarsi alla carica, che li arresterà, frementi, nell'attimo dello scontro frontale.
E' questo il momento esaltante e conclusivo del Carosello, che fa rivivere, nella foga dei cavalli e nel balenio delle sciabole dei cavalieri, la storica vicenda dei carabinieri di Pastrengo.

Sul Carosello in uniformi storiche del 1933 scrisse un cronista: " ... E quando ad un certo momento i carabinieri di tutte le epoche sono venuti a trovarsi improvvisamente stretti in due squadroni affiancati e sollevando in alto le sciabole hanno reso il loro saluto, la folla compatta, in piedi, ha tributato all'Arma una grande, indimenticabile ovazione". Da allora, e ogni volta che il Carosello si è ripetuto in Piazza di Siena, nelle città italiane e all'estero, l'entusiasmo del pubblico non è mai venuto meno.

Quando nel giugno 1953 uno Squadrone di Carabinieri prese parte al grande Carosello della Cavalleria mondiale (presentato a Parigi con l'intervento delle unità montate del Belgio, della Francia, del Marocco, della Spagna e dell'Algeria nell'occasione dei Primo Campionato Mondiale Ippico), i cronisti dei quotidiani parigini furono unanimi nell'esaltare la bravura dei nostri cavalieri. Così scrisse in particolare l'autorevole "Le Figaro": " ... Uno spettacolo veramente grandioso, che ha colpito la fierezza di tutti gli italiani presenti, è stato il brillante comportamento dello squadrone dei Carabinieri, che hanno meritato applausi a scena aperta per la sincronia dei movimenti e la fantasia delle evoluzioni". Concludeva più avanti il cronista francese " ... Per la prima volta in questo dopoguerra la cavalleria italiana è tornata brillantemente alla carica, ma solo per una splendida manifestazione pacifica, che per un'intera settimana ha richiamato più di centomila persone nel fantasmagorico scenario del Parc des Princes".

Nel 1958 i Carabinieri a cavallo si trasferirono a Bruxelles, invitati nella circostanza dell'Esposizione Universale. Per le ampie strade della capitale belga risuonarono gli squilli dei trombettieri e lo scalpitio dei 144 cavalli del Gruppo Squadroni, che il 20 giugno eseguirono un impeccabile Carosello nell'ippodromo di Boitsfort, gremito di spettatori nonostante il maltempo.

Nell'anno seguente la manifestazione venne più volte effettuata a Roma, in occasione delle visite ufficiali in Italia di capi di stato. Il 26 giugno ebbe luogo alla presenza del Presidente della Repubblica francese, generale Charles De Grulle, nell'esedra imbandieratadi Villa Borghese, gremita di spettatori anche nei prati che circondano Piazza di Siena. Dopo gli onori resi da un Battaglione dell'Arma in grande uniforme con Bandiera e Banda, la presentazione di 11 squadre di Carabinieri in uniformi storiche precedette l'entrata in campo del Gruppo Squadroni, che questa volta, tra le varie figure, eseguì quella della "Croce di Lorena", il simbolo così caro al cuore dei francesi.

La decisione adottata nel 1963 di trasformare il drappello dei trombettieri in Fanfara reggimentale, contribuì notevolmente ad arricchire la formazione classica del Carosello, perché da allora lo sfilamento degli Squadroni dal pennacchio rosso-blu è aperto dalla formazione dei quaranta elementi della Fanfara dal pennacchio bianco e rosso, accrescendo anche sotto l'aspetto cromatico l'interesse spettacolare della manifestazione.

Negli anni sessanta il Carosello dei Carabinieri si esibì con crescente successo in altre città italiane - fra le quali Trieste, in onore della Croce Rossa Italiana, e Milano - prima di affermarsi nuovamente all'estero, presentandosi nel 1963 e nel 1966 al pubblico di Francoforte sul Meno in occasione del Concorso Ippico Internazionale e nel quadro delle sempre più strette relazioni italo-tedesche.

Nel marzo 1972 il comitato organizzatore del Concorso Ippico Internazionale di Francoforte, uno dei più importanti dello sport ippico mondiale, rinnovò calorosamente, tramite il Ministero della Difesa di Bonn, l'invito per la partecipazione del Carosello dell'Arma al programma delle manifestazioni indette per la circostanza.

Atterramento, il cavaliere fa sdraiare in terra il cavalloDell'arrivo a Francoforte del Gruppo Squadroni dell'Arma, forte di 141 militari con 5 ufficiali e 94 cavalli, comandato dal colonnello Ferdinando Rodriguez, il quotidiano "Frankfurter Meine Presse" diede notizia scrivendo " ... 94 cavalli della elite militare della Polizia italiana, i Carabinieri, in uniforme di gala hanno sfilato attraverso la città. Il Sindaco Fay ha salutato gli ospiti che per la terza volta si esibiscono a Francoforte nel loro Carosello famoso in tutto il mondo. Mai sono giunti con così tanti cavalli"...

Anche il "Frankfurter Rundschau" del 23 marzo annunciò l'arrivo degli Squadroni e della Fanfara dell'Arma, affermando tra l'altro: " ... La rappresentazione spettacolare dei Carabinieri italiani è la più grande e la più preziosa che sia stata mai veduta in un concorso ippico internazionale. Gli amici dello Sport equestre lo sanno apprezzare, poiché la vendita dei biglietti è quasi esaurita".

Nell'ottobre 1980, in occasione della visita di Stato compiuta a Roma da Elisabetta II d'Inghilterra e dal consorte Principe Filippo venne offerto alla Regina uno spettacolo di gala, che Ella, già nella preparazione dell'intero programma, aveva accolto con particolare gradimento: il Carosello dei Carabinieri. Questo si svolse nell'insostituibile scenario della Piazza di Siena e presentò nel finale - attraverso l'ordinato e sincrono spostamento dei cavalli al piccolo trotto, troncato quasi per magia all'istante determinato - il disegno della bandiera inglese, sul quale si levarono le note struggenti e solenni del coro del Nabucco. Mentre la folla applaudiva entusiasticamente, la Regina scese dal palco sino al bordo erboso del campo per esprimere al tenente colonnello Sergio Giannone, comandante dei due Squadroni, il suo grato apprezzamento per l'omaggio a lei reso dai Carabinieri. Dopo 20 anni, in occasione della visita di stato effettuata a Roma dal 16 al 18 ottobre 2000 dai due Reali, lo spettacolo si è ripetuto. Così il Gruppo Squadroni del Reggimento Carabinieri a cavallo, oltre alle figure dello "Scontro delle frotte", dell'"Arco di sciabole", della "Battaglia di Grenoble", ha nuovamente composto sul campo la "Union Jack".

Carosello nei giardini della Reggia di CasertaMa un'altra grande occasione attendeva il Carosello all'estero. Erano i concorsi ippici internazionali di Francia del 1981. Il Carosello si era già esibito a Parigi, ma in forma ridotta, nell'anno 1953 ("Festa Internazionale del Cavallo") e nel 1966. Questa volta giunse nella capitale francese nella sua formazione più completa: Gruppo Comando, Gruppo Stendardo, due Squadroni di 46 cavalli ciascuno, Fanfara a cavallo di 27 elementi e la Banda della Scuola Allievi di Roma, addestrata ad accompagnare e vivificare con il ritmo delle sue esecuzioni le figure svolte dagli Squadroni. I Carabinieri furono accolti alla Stazione di Tolbiac dai presidenti degli enti organizzatori e dal Colonnello Depardon, comandante del Reggimento a cavallo della Guardia repubblicana. Già durante la marcia di trasferimento al Bois de Boulogne la lunga colonna dei Carabinieri a cavallo destò l'ammirata curiosità dei parigini, che poi accorsero in massa ai tre Caroselli effettuati nell'Ippodromo di Longchap.

Nel mezzo secolo trascorso dalla sua prima edizione, il Carosello ha di continuo aggiornato e perfezionato le sue figurazioni, non solamente perché ad ogni sua esibizione si confermi e si accresca il prestigio del grado di addestramento raggiunto dai carabinieri a cavallo, ma anche perché sul loro Reggimento incombe l'onere di rappresentare e continuare l'orgogliosa tradizione della Cavalleria italiana. Quanto stimoli e conforti questo retaggio la tacita quotidiana fatica di preparazione dei Carabinieri a cavallo non è necessario illustrare, perché si è già tradotto nella risonanza dei Caroselli all'estero e perché si estende sempre più nell'ammirata simpatia delle nostre popolazioni. Da Trieste a Merano, da Milano a Potenza, sino alle maggiori province della Sicilia, il Carosello ha raccolto il suffragio entusiasta degli italiani. Nuove affermazioni lo attendono in altri centri dove la nostra gente potrà dimostrare ancora, nel plauso per gli Squadroni che ritmano le loro evoluzioni e osano nella carica finale, l'amore che la lega all'Arma dei Carabinieri.