Conclusioni

Copertina del libro
di Francesco Perfetti
Oltre mezzo secolo di cinema, un centinaio di pellicole nelle quali la figura del carabiniere ha uno spazio importante: nelle pagine che precedono vi è una silloge, ampia e sufficientemente esaustiva, di questa filmografia che diviene sempre più significativa a partire dall'ultimo scorcio degli anni Quaranta per giungere fino ai nostri giorni. Prima di quell'epoca, infatti, il cinema — come, pure, viene assai ben documentato da questo volume - aveva rivolto una attenzione soltanto episodica al carabiniere e al suo mondo.
Non è una filmografia né agiografica né costruita alla maniera della tradizione filmica americana: i carabinieri di rado sono i protagonisti assoluti, gli eroi, per così dire, senza macchia e senza paura.

Si tratta, piuttosto, di una filmografia nella quale — persino quando il film ruota tutto attorno alla figura di un carabiniere, anche di un carabiniere "eroe" o "mito" (è il caso per esempio della pellicola dedicata a Salvo D'Acquisto e al suo nobile gesto) - questa figura acquista spessore di per se stessa e conquista, in maniera spesso subliminale, i consensi e la simpatia degli spettatori per i valori che incarna, per i simboli che rappresenta, per i sentimenti che sollecita.

Non solo tutore della legge e garante delle istituzioni né, tanto meno, arcigno custode dei diritti e delle prerogative di un potere percepito troppo spesso come ostile, il carabiniere è vicino al cittadino comune, costituisce il tramite fra la società civile e le istituzioni. Appare, è superfluo sottolinearlo, come garanzia di sicurezza, ma anche come una certezza di ritrovata umanità, come una mano tesa pronta a fornire aiuto. Nei momenti più gravi della storia del nostro paese - non è un caso, e vale la pena di ricordarlo qui, sia pure per incidens - i cittadini, a dare ascolto ai rilevamenti effettuati dalle società che si occupano di sondaggi hanno collocato sempre, senza esitazioni, l'Arma Benemerita nella prima posizione o, comunque, in una posizione di rilievo, nella graduatoria delle istituzioni nelle quali riporre fiducia.

Il cinema italiano, nel corso della sua ormai lunga vicenda, ha rappresentato questa situazione e ha contribuito a rafforzare quel sentimento. C'è come una sottile linea di continuità nella rappresentazione filmica dei.carabinieri - si tratti di militari impegnati in qualche intervento operativo ovvero di persone ritratte nei ritmi lenti della quotidianità - che ne sottolinea la dimensione umana, la tendenza a essere partecipi delle vicende quotidiane e la disponibilità a porsi come punto di riferimento per il cittadino, oltre che, naturalmente, l'orgoglio di indossare una uniforme che è diventata essa stessa un simbolo.

Il pubblico del grande schermo ha mostrato di apprezzare siffatta rappresentazione (e basterebbe ricordare in proposito il successo della serie di pellicole Pane, amore e...interpretate da Vittorio De Sica nella prima metà degli anni Cinquanta od anche quello del film I due carabinieri, realizzato nel 1984, con la consulenza e il supporto determinante dell'Arma, interpretato da due bravissimi attori come Carlo Verdone ed Enrico Montesano), mentre non ha gradito — e ben a ragione — alcuni sottoprodotti centrati su una satira di basso livello, che ben poco ha a che fare con la sana ironia e con il buon gusto. La filmografia italiana sui carabinieri non si esaurisce, naturalmente, nella commedia. Pellicole, per esempio, come Il giorno della civetta (1968), tratto da un celebre romanzo di Leonardo Sciascia, o come Barbagia (1969) di Carlo Lizzani ispirato alla storia del bandito Graziano Mesina, o anche Cento giorni a Palermo (1984) con Lino Ventura nella parte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa o infine il toccante Il ladro di bambini (1992) di Gianni Amelio appartengono a generi vari, dal giallo all'inchiesta, dalla fiction pura alla ricostruzione storica. Eppure, anche in contesti di questa natura, i carabinieri conservano sempre quelle "peculiarità di corpo" che confermano l'esistenza di un legame molto profondo fra l'Arma Benemerita e il cittadino.

Il grande schermo ha fissato in pellicole, più o meno riuscite, questo legame, lo ha sottolineato e approfondito e ha contribuito a renderlo sempre più stretto e solido. Così come ha fatto il piccolo schermo televisivo. Ma questa è un'altra storia...