Atletica Leggera

Considerata da sempre la regina dello sport

Medagliere La regina dello sport, si dice. Ogni quattro anni - in occasione delle Olimpiadi - gli appassionati di tutto il mondo si moltiplicano, scoprendo i nuovi talenti dell'atletica. Cercano gli eredi di Carl Lewis o di Valerj Bubka, di Pietro Mennea o di Sara Simeoni. Cercano di interpretare quali siano i "limiti" della macchina umana. Che vengono, più o meno regolarmente, rivisti e corretti. I meno giovani ricordano quando si dibatteva riguardo all'impossibilità di scendere sotto i 10 secondi netti nei 100 metri. I primati costituiscono una delle prove più eclatanti dell'evoluzione della specie: che supera costantemente se stessa.
 


Andrea Pegorano, medaglia d'oro nel salto con l'asta ai Mondiali Militari del 1993.Il fascino dell'atletica è racchiuso in questo recinto: il confronto diretto con l'avversario, il paragone continuo con il passato. Per ottenere risultati importanti occorrono qualità fisiche e allenamento durissimo. Non occorre talento (come accade nel calcio o in altri giochi di squadra). Il cronometro - o l'asticella - non mentono. E queste considerazioni valgono a spiegare la sostanziale mancanza di sorprese. Nei secoli scorsi, a Roma, si diceva che chi entra papa in conclave ne esce cardinale. Il fattore sorpresa, appunto. Nel calcio si dice che la palla è rotonda: può accadere, dunque, che l'ultima in classifica sconfigga sul campo la prima. Nell'atletica è molto raro che questo accada. Chi scendeva in pista negli anni Ottanta contro Edwin Moses nei 400 ostacoli sapeva già di non poter aspirare alla vittoria: lui vinceva sempre.


Carlo ArrighiNella preparazione è indispensabile una grande disciplina. Per aggiungere un centimetro al proprio record personale nel salto in alto occorrono mesi di allenamento, un'alimentazione adeguata, i carichi giusti di fatica, la concentrazione. Nei club di atletica si fa vita militare: e i centri sportivi militari costituiscono dunque un esempio da seguire.
Nel 1964 il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha istituito ufficialmente, presso il 5° Battaglione "Emilia Romagna" di Bologna la sezione Sportiva di Atletica Leggera, affiliandola alla Fidal. Per un periodo di circa dieci anni (dal 1976 al 1985) gli atleti carabinieri sono stati assenti dai campionati societari su pista, dagli indoor e dalle prove di staffetta. Nel 1973 gli atleti della Sezione stabilirono un record entrato nel Guinness dei primati: organizzarono una staffetta anomala 24 x 1h, percorrendo in un giorno 424 chilometri e 600 metri.

Giuseppe Tosi (nel disegno di Walter Molino) vinse la medaglia d'argento alle Olimpiadi del 1948 nel lancio del disco.Il primo campione di atletica dell'Arma è storia antica. Nel senso che - quando gareggiava lui, Giuseppe Tosi, discobolo e corazziere - i Carabinieri non avevano ancora un centro sportivo.
Tosi era un bel personaggio, di quelli genuini che lo sport offriva negli anni Quaranta. Lo chiamavano Beppone, un soprannome giustificato dalla stazza ma anche dalla naturale bonomia, dalla lealtà sportiva, dalla simpatia che che sprigionava dalla sua persona. Con Adolfo Consolini - l'uomo che lo sconfisse sulla pedana di Londra, alle Olimpiadi del 1948 - li chiamavano "i dioscuri", uniti e amici. Lanciatore del peso, prima di divenire discobolo, Tosi era anche un eccellente giocatore di pallavolo (a quell'epoca i Carabinieri avevano anche una squadra di volley) e di pallacanestro.
Un atleta completo, dunque. Ai Giochi di Londra era lui il favorito, insieme con il primatista mondiale, l'americano Fortune Gordien. La spuntò Consolini. Beppone si prese la rivincita poche settimane dopo stabilendo il nuovo record europeo della specialità, con 54,78 (ritoccato poi da lui stesso di due centimetri). La sua carriera agonistica è racchiusa in alcune cifre significative: cinque volte campione italiano (1943, 1946, 1947, 1948, 1951); tre volte medaglia d'argento agli Europei; vincitore dei Giochi del Mediterraneo nel 1951; vincitore dei Campionati Inglesi nel 1951; vincitore ad Atene dei Giochi Panatenaici nel 1952; sei volte vincitore dei Campionati Militari Internazionali Cism. Fu il primo militare di carriera a vincere una medaglia nel lancio del disco, specialità olimpica quanto nessun'altra.

Un carabiniere impegnato in una gara di salto in lungo.Si impone un bel salto temporale per arrivare ai giorni nostri. Il motivo si spiega da sè. Un dei più forti atleti dell'Arma è oggi un discobolo. Si chiama Diego Fortuna, è di un paese in provincia di Vicenza.
Dal 1997 ha vinto ogni anno il titolo italiano. Nel 1998, agli Europei di Budapest, mancò di poco il podio, stabilendo in gara il suo primato personale, con 64,26, una misura che lo inseriva di diritto nella élite mondiale. Si è migliorato ancora, nel 1999 (64,68), l'anno in cui ha ottenuto il bronzo ai Mondiali Militari. L'erede di Tosi? È ancora presto. Ma la speranza è lecita. L'appuntamento è per Atene, nel 2004.
La concorrenza come personaggio numero uno dell'atletica in alamari gli viene soprattutto da un altro lanciatore veneto, Paolo Dal Soglio, eroe sfortunato del getto del peso.
Paolo Dal Soglio, quarto alle Olimpiadi di Atlanta nel lancio del peso.Sabato 27 luglio 1996, Atlanta. Scendono in pista gli Ercole dell'atletica, i giganti del peso. Paolo non è tra i favoriti della vigilia, anche se le classifiche mondiali di specialità lo vedono ai primi posti.

Ma ci sono - per esempio - i due americani Randy Barnes e John Godina, che vantano misure parecchio superiori. E invece, a due terzi di gara, i tabelloni luminosi annunciano che è lui, il carabiniere di Schio, in testa alla classifica provvisoria. Ha lanciato l'attrezzo a 20,74, che è comunque un ragguardevole exploit. Qualche bandiera tricolore s'affaccia timidamente sulle gradinate dello stadio olimpico. Nel quinto turno John Godina getta il peso a 20,79, cinque centimetri oltre l'azzurro. Sarà medaglia d'argento, pensano i tifosi delusi. Nell'ultimo turno, Barnes spara tutte le sue cartucce: il peso vola a 21,62. Dal Soglio è ancora medaglia di bronzo. Scende in pedana l'ucraino Aleksandr Bagach. I giudici misurano il suo lancio e il risultato si rivela beffardo: 20,75. Per un centimetro, Paolo perde anche il bronzo. Un centimetro soltanto.
Simone Bianchi, uno dei più forti saltatori in lungo dell'Arma.L'atletica può essere molto amara. Intervistato dai giornalisti, Dal Soglio offre una lezione di stile. Allarga un sorriso sul faccione buono e dice: «Io sono soddisfatto. Ho lanciato bene, sono stato sulle mie misure, ho disputato un'ottima gara. Se fosse arrivata una medaglia sarei stato ancora più contento. Ma se alla vigilia mi avessero detto che sarei arrivato quarto, sarei stato contentissimo». Due anni dopo, agli Europei di Budapest, la storia si ripete, o quasi. Medaglia d'argento a metà gara, bronzo fino all'ultimo lancio, finisce quinto per le prodezze di un ucraino e di uno slavo che lo superano di poco.

In carriera, oltre a numerosi titoli italiani, Dal Soglio ha vinto due Coppe Europa (1994 e 1996), una Coppa Europa indoor (sempre nel 1996), un oro ai Giochi del Mediterraneo (1993) e si è laureato Campione Mondiale Militare nel 1999.
Negli anni Sessanta si era fatto onore nel peso Flavio Asta, atleta polivalente che ottenne buoni risultati anche nel decathlon. Fra i lanciatori meritano di essere ricordati alcuni atleti degli anni Sessanta: Rodeghiero (giavellotto), De Beoni e Bernardini (martello), Ferrini (disco).

Marcello Benvenuti, primatista italiano di salto in alto con la misura di 2,33 metri.Il medagliere della Sezione Atletica leggera costituisce la prova migliore della qualità dei risultati ottenuti. Da quasi quarant'anni le tute dell'Arma sono presenti in tutte le maggiori competizioni internazionali.
Esistono, poi, vocazioni specifiche: la marcia, innanzitutto; e poi la maratona, il mezzofondo, il salto in alto, il salto con l'asta, i lanci.
Segno questo che la Sezione è una scuola, in grado di far maturare i propri atleti, sotto la guida di tecnici e preparatori di grande valore.
Vittorio Visini - che oggi è il comandante della Sezione Sportiva - è stato uno dei più forti marciatori italiani di tutti i tempi, erede dei Dordoni e dei Pamich, che portarono la marcia italiana ai massimi livelli mondiali. Ed è stato, senza dubbio, il maestro ideale e il consigliere tecnico dei giovani marciatori (De Benedictis e Didoni, per esempio) che hanno ottenuto eccellenti risultati negli ultimi anni, quelli del dopo Damilano.
Visini è stato primatista mondiale sulle 20 miglia e sui 3 km e primatista europeo nella 10 km. Abruzzese di Chieti, entrò a far parte del Centro Sportivo dell'Arma nel 1966, quando Abdon Pamich occupava ancora la scena.
Vittorio Visini, attuale comandante della Sezione Atletica leggera del Centro Sportivo Carabinieri.In carriera ha indossato 67 volte la maglia della nazionale, è stato 22 volte Campione Italiano, ha vinto una medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1967 (50 km), Campione Mondiale Militare nel 1970 (20 km), sesto alle Olimpiadi del 1968 e settimo a quelle del 1972 (nella 50 km), ottavo a quelle del 1976 (nella 20 km), medaglia d'argento ai Giochi del Mediterraneo del 1971 e medaglia di bronzo a quelli del 1975 (nella 50 km).
L'erede diretto di Visini fu, negli anni Ottanta, Carlo Mattioli (quinto nella 20 km a Los Angeles nel 1984, diciannovesimo a Seul 4 anni dopo), un argento e un bronzo ai Giochi del Mediterraneo, un argento alle Universiadi, un oro ai Mondiali Militari. Nel 1988, a Seul, c'era anche Giovanni De Benedictis (nono) che quattro anni dopo, a Barcellona, conquistò (sempre nella 20 km) il bronzo, l'unica medaglia olimpica vinta dai Carabinieri nell'atletica leggera (a parte il lontano precedente di Tosi). De Benedictis, da allora, ha partecipato a tutte le Olimpiadi (a Sidney si è classificato sedicesimo nella 20 km, preceduto da Michele Didoni, undicesimo).

Ha vinto un argento ai Mondiali del 1993; un argento ai Mondiali indoor del 1991 (5 km); un oro, un argento e un bronzo agli Europei indoor; un oro agli Europei juniores, un oro ai Giochi del Mediterraneo, due ori ai Mondiali Militari.
Carlo Mattioli, anche lui Mondiale Militare.Michele Didoni, il più giovane, oltre al buon risultato di Sidney, e alla onorevole prestazione nelle Olimpiadi di Atlanta, vanta un oro ai Mondiali di Goteborg del 1995 (20 km), un argento ai Giochi del Mediterraneo del 1997, un oro ai Mondiali Militari. Alle Universiadi del 1999 la medaglia d'argento nella 20 km è stata conquistata da Lorenzo Civallero.

Un altro straordinario, ma sfortunato, talento dell'atletica italiana, fu Renato Dionisi, il primo italiano a superare i 5 metri nel salto con l'asta. I problemi ai tendini, che lo afflissero lungo tutta la carriera, non gli consentirono di ottenere le affermazioni che avrebbe meritato a livello internazionale. Ogni gara, per lui, era un'avventura: e quasi sempre finiva nel peggiore dei modi, con un ritiro imposto dalle precarie condizioni fisiche. Ciononostante, Dionisi fu un atleta popolarissimo.


Il più forte saltatore con l'asta italiano, Renato Dionisi, che fu il primo, negli annin Settanta a superare la barriera dei 5 metri.Le sue immagini - mentre volava alto sopra l'asticella - mettevano le vertigini agli appassionati di atletica che sognavano da lui i record di Bubka, quando Bubka non era ancora comparso sulla scena mondiale. Dopo di lui, il salto con l'asta non ha avuto altri campioni dello stesso livello, anche se Andrea Pegoraro (olimpionico nel 1992 a Barcellona) ha cercato di emularne le gesta, stabilendo nel 1993 il primato italiano indoor e vincendo nello stesso anno la medaglia d'oro ai Mondiali Militari.
Nei salti meritano di essere ricordati atleti molto forti come Giordano Ferrari (che vinse l'oro ai Giochi del Mediterraneo del 1975 nel salto in alto), Rodolfo Bergamo (che fu sesto nell'alto a Montreal, nel 1976), Marcello Benvenuti, primatista italiano nel 1989, con la ragguardevole misura di 2 metri e 33 centimetri; Arrighi, Simone Bianchi e Rimoldi (medaglia d'oro ai Mondiali Militari del 2001) nel lungo; Ezio Buzzelli nel triplo.

Michele Didoni, il più giovane fra i marciatori dell'Arma.L'ultimo capitolo sulle "vocazioni" deve essere dedicato al mezzofondo.
Atleti come Carlo Grippo e Vittorio Fontanella, Miccoli, Olivo, Pusterla, Crepaldi, D'Ambrosio, Bennici, Denti, Diamante, Cagnolati, Tomasini, Dal Corso, Cailotto, Chittolini, Totani, Bossan, Solone, Carraro, Ferrero, Onori, Bonamici, Bruzzi, hanno contribuito
in misura determinante ad arricchire il medagliere della Sezione di Bologna nelle gare sugli 800 e i 1.500 e nelle staffette.
Di recente si sono fatti avanti atleti molto competitivi anche nelle gare veloci. Emiliano Pizzoli - che nel 1998 ha stabilito il nuovo primato italiano nei 60 metri a ostacoli indoor - ha partecipato alle Olimpiadi di Sidney gareggiando nei 110 ostacoli, specialità nella quale ha vinto un bronzo ai Giochi del Mediterraneo nel 1997 (dove è stato preceduto da un altro atleta dell'Arma, Mauro Re, che ha conquistato la medaglia d'argento) e un bronzo ai Mondiali Militari del 2001. Nei 100 metri hanno ottenuto buoni risultati Amici, Cuneo e Menchini.


Vittorio Fontanella, mezzofondista di razza della Sezione Atletica leggera dell'Arma.È inevitabile che in una carrellata del genere sia stato dimenticato qualche nome. È quasi impossibile ricordarli tutti, soprattutto quelli che gareggiavano nei primi anni di attività della Sezione. Carabinieri, prima ancora che atleti, chiamati a svolgere il normale servizio istituzionale. Le gare, e gli allenamenti, venivano dopo. Prima il servizio e poi lo sport. È in questo spirito che crebbe la Sezione: e probabilmente questo aspetto di rigore assoluto contribuì a rafforzare le aspirazioni e le ambizioni di quegli atleti. Che scendevano in pista per il gusto di misurarsi, spesso in discipline che oggi appaiono strampalate. Nel 1971 Alfio Pagano corse in 11"6 i 100 metri con bandiera, nello stesso anno Aldo Benetollo fissò il cronometro al tempo di 55"2 nei 400 metri con bandiera.
Come non ricordare un altro atleta che merita un posto di assoluto rilievo nell'albo d'oro? Costante Lussana fu il primo carabiniere a partecipare alle Olimpiadi: 1920, Anversa, 10mila metri.
Nel 1923, infine, i Carabinieri Reali conquistarono la medaglia di bronzo nel Campionato Italiano di tiro alla fune.   

Dal Soldato Filippide al Ponte di Verrazzano

LA MARATONA UNA STORIA A PARTE

Maratona di New York.jpg (12181 byte)42 chilometri e 195 metri, il tragitto percorso dal soldato Filippide nel 490 avanti Cristo per portare ad Atene la notizia della vittoria dei greci sui persiani. Il fascino della maratona, i piedi nudi di Abebe Bikila a Roma (indimenticabili), Gelindo Bordin che bacia l'asfalto a Seul, la folla debordante sul ponte da Verrazzano a New York, ogni anno, per la maratona più popolare dei giorni nostri: decine di migliaia di persone (nell'ultimo anno lo spettacolo delle bandiere a stelle e strisce, prova d'orgoglio e patriottismo). E in mezzo gli atleti, quelli che gareggiano per davvero e aspirano a una vittoria che li farebbe entrare nella storia. L'Arma ha avuto maratoneti di grande valore. Oggi conta su Danilo Goffi, che si è classificato nono nella maratona di Atlanta, è stato oro ai Mondiali a squadre di Siviglia nel 1999, argento agli Europei di Budapest nel 1998.