Amò i soggetti militari ed in particolare quelli con i Carabinieri. Citiamo, "Carabinieri a cavallo in Maremma" (1890). Olio su tela, 74x34, di Giovanni Fattori (1825 - 1908). Collezione privata.tra i tanti, "Carabinieri a Cavallo in Maremma", in cui i Carabinieri esprimono quel particolare rapporto che l'uomo ad una natura (allora) ostile e la volontà di dominarla fermamente; curioso il paragone indiretto tra i cavalieri, forti e sicuri, ed i due asinelli. Aggiungiamo che il rapporto "difficile" era anche con l'ambiente umano, se così si può dire, e lo dimostra l'atteggiamento di controllo ambientale che i militari chiaramente esercitano e che Fattori rende superbamente, da un punto di vista artistico, anche con una prospettiva di spalle. In altre parole, in questo quadro i due carabinieri sono ben di più che un fatto contingente nella vista del pittore.

La costruzione, la struttura compositiva in termini tecnici, si stende con valori cromatici e luminosi separati da linee tese e trasversali e sulla direzione principale, che separa la massa scura erbosa a destra dalla strada di terra chiara e calda, si allunga lo sguardo vigile dei due militari; e tutto questo si "vede" senza che Fattori ne rappresenti i volti!
Una precisazione: non abbiamo scelto un artista del Nord, uno del Centro ed uno del Sud apposta, ma ciò è significativo del fatto che l'Arma è tra quei valori che hanno superato qualunque differenza geografica.

"Carabiniere a cavallo" (1972). Olio su tela, cm. 217x299, di Salvatore Fiume (1915 - vivente). Proprietà del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Roma.Purtroppo una panoramica di tutti gli artisti che in seguito hanno rappresentato carabinieri non finirebbe mai, sino ad arrivare a Salvatore Fiume, Pietro Annigoni e Giulio Turcato; certo, quadri informali con carabinieri non ne esistono per definizione, perché sarebbero comunque irriconoscibili, ma un comporre quasi astratto con i colori e le forme della fiamma dell'arma è stato fonte di ispirazione per molti anche in scultura, come abbiamo avuto modo di rilevare altre volte.

Tra coloro che hanno meglio illustrato quegli avvenimenti che hanno visto i Carabinieri prodigarsi per la popolazione un posto a parte meritano anzitutto Achille Beltrame e Walter Molino che, sulla copertina de "La Domenica del Corriere" hanno dato ai fatti una forza comunicativa di gran lunga superiore a qualunque fotografia o semplice descrizione, usando un linguaggio popolare nel senso migliore del termine per allargare al massimo la cerchia dei lettori, esigenza primaria in un giornale di grande tiratura, come si può ben comprendere. Ma si tratta, in effetti, di veri e propri quadri e si rimane, dopo tanti anni, meravigliati dell'elevata qualità della stampa di una volta.

Questa maggiore forza dell'immagine artistica rispetto a quella narrativa pura è uno dei motivi per cui tanti artisti si siano impegnati volentieri a rappresentare avvenimenti di cronaca e per cui ancora se ne senta la necessità.
Ancora un genere artistico particolare è costituito dai manifesti e dalle locandine teatrali e cinematografiche, che rientrano tra le rappresentazioni di fatti immaginari con i Carabinieri protagonisti. In queste l'immagine deve essere già indice chiaro del tema svolto nel film; tra i tanti citiamo quelli caratteristici di Angelo Cesselon.

"Venezia, Carabinieri davanti alla Chiesa della Salute" (1974). Tecnica mista, cm. 50x70, di Giulio Turcato (1912 - vivente): Proprietà privata, Roma.A questo punto il discorso si allarga sempre più e diventa amplissimo se si aggiungono tutte le opere d'arte in cui i Carabinieri appaiono come elemento costitutivo e caratteristico, anzi essenziale, del paesaggio italiano, perché agli artisti di casa nostra dobbiamo aggiungere anche gli stranieri; citiamo solo un grande fra tanti, Giulio Turcato, a dimostrare che le scoperte stilistiche dell'informale possono essere benissimo estese anche ad una pittura a soggetto. In "Venezia, Carabinieri davanti alla Chiesa della Salute" Turcato usa due colori solamente, facendo emergere dalla nebbia i due Carabinieri di pattuglia con la sola forza dei due lampi di colore rosso del risvolto delle mantelle.

È la dimostrazione che l'arte di questo secolo appena passato non vuole più descrivere ma "esprimere" purché, naturalmente, ci sia qualcosa da esprimere, qualcosa che sia sentito dal fruitore, da chi guarda, anche senza essere definito con minuzia, ed i Carabinieri certamente lo sono.


Umberto Maria Milizia