Possiamo chiudere il decennio dei Settanta con due opere di alto livello produttivo e impegno sociale. Uno è il "prefetto di ferro" diretto da Pasquale Squitieri nel 1977 sulla figura di un intransigente e volitivo funzionario dello Stato che, nella Palermo fine anni 20, con l'aiuto del maggiore dei carabinieri Spanò (Stefano Satta Flores) conduce, come in una sua guerra privata, una campagna di repressione del brigantaggio, della cosca mafiosa e a trovare prove inconfutabili della corruzione di federali fascisti. Il secondo è l'asciutto e aspro "Cristo si è fermato a Eboli" realizzato da Francesco Rosi nel 1979 ispirato al romanzo di Carlo Levi che appare nel film con le sembianze del serio Gian Maria Volonté esiliato, durante la dittatura fascista, in un paesino lucano. La presenza di una caserma di carabinieri con tanto di brigadiere (Frank Raviele) e di giovani reclute (Antonio Jodice e Pasquale Tartaro) è del tutto marginale, serve soltanto nel contesto storico ad assicurare la certezza dell'ordine pubblico per evitare sommosse specie nell'adunata nella piazza alla proclamazione dell'Impero o per evitare quella dei concittadini che reclamano che l'esiliato possa esercitare la professione di medico.

Marco Messeri e Claudio Bigagli in "Il Guerriero Camillo", regia di Claudio Bigagli, 1998Anni Ottanta. "Il carabiniere" di Silvio Amadio, "I carabbinieri" di Francesco Massaro, "I carabbimatti" di Giuliano Carnimeo, tutti e tre realizzati nel 1981 e di fattura assai mediocre, il primo un melodramma strappalacrime di esile narrazione, gli altri due di tono umoristico- satirico talvolta irritanti. cui se ne aggiunge un altro, "Carabinieri si nasce", diretto nel 1983 con inconcludente svogliatezza da Mariano Laurenti e anche questo del filone comico- grottesco, inaugurano a loro modo il filone "carabinieri" il cui nome da tanto tempo, esattamente dal 1961, non appariva nel titolo (sarebbe comunque inesatto non menzionare un altro film in cui il termine è nel titolo, anche se di produzione francese, "Les Carabiniers" diretto da Jean-Luc Godard nel 1962 dall'opera teatrale di Beniamino Joppolo e alla cui sceneggiatura mise la sua firma addirittura Roberto Rossellini, ma il film è rimasto inedito in Italia).

Ma, fortunatamente, la produzione italiana non si ferma a questa stanca stupida formula. E' Carlo Verdone che volta pagina realizzando nel 1984 un film semiserio, di decorosa fattura, recitato benissimo, "I due carabinieri" un film che testimonia l'interesse per la Benemerita e i suoi uomini, un film che lo stesso Comando generale dell'Arma ha sostenuto mettendo a disposizione mezzi, elicotteri, caserme, perfino le uniformi e il modo di indossarle, e il modo di salutare i superiori. Anche se il tono generale è da commedia, Verdone vigila costantemente con una regia attenta e misurata, di onesto mestiere, con un Verdone stesso ma soprattutto un Enrico Montesano di contagiosa simpatia e credibilità. Il tutto ripagato da un pubblico soddisfatto che ha affollato le sale del Natale 1984.

Valentina Scalici e Enrico Lo Verso in "Il ladro di bambini", regia di Gianni Amelio, 1992Due anni dopo, nel 1986, è ancora Montesano ad essere al centro di una vicenda oscillante fra il poliziesco e la commedia all'italiana, "Il tenente dei carabinieri", sotto la guida esperta e sicura di un regista sensibile e maturo come Maurizio Ponzi che affida a Nino Manfredi, uno dei grandi del genere, il ruolo di un colonnello eccentrico. simpatico, intelligente. Un racconto onesto, corretto, fluido ed efficacemente affettuoso nei riguardi dell'Arma, i cui militi sono sempre pronti all'intervento contro malfattori e delinquenti, contro falsari e criminali.