"Il Carabiniere", regia di Umberto Paradisi e Alberto Capozzi, 1913Ogni tanto si scherza anche, con le allegre comiche dei lepidi Robinet, Tontolini o Cretinetti: quest'ultimo, in una delle sue mattane più esilaranti, Cretinetti carabiniere (1912) non esita ad indossare la divisa per contattare più facilmente la figlia di un arcigno maresciallo dei carabinieri: ma mal gliene incoglierà: invece di vedere la sua bella, finirà per vedere il sole a scacchi, dopo averne combinate di cotte e di crude.

Va anche ricordato un Brigante e Carabiniere (1912): scoperto che un temuto brigante è nascosto in un casolare, un maresciallo dei carabinieri dispone un accerchiamento. Vedendosi chiusa ogni via di fuga, l'uomo minaccia di gettare in un precipizio la figlioletta del contadino presso cui s'era celato. Il maresciallo allora getta le armi e, incrociate le braccia, gli grida di ammazzarlo al posto della bimba.

Sorpreso e intenerito, il brigante lascia andare la piccina e, porgendo i polsi, si arrende. "A little drama, powerful in its conception and the actors have given it a capable condition" ("un piccolo dramma, poderoso nella sua concezione, abilmente caratterizzato dagli attori") è il giudizio dell'autorevole "The New York Dramatic Mirror" quando il film esce negli Stati Uniti. Disgraziatamente questi film sono tutti andati perduti, assieme ad altri come Ai tempi del brigantaggio, L'abbandonata, Ingiusto sospetto, Mio figlio! Mala sorte, Altri tempi, Brinneso! Dopo il peccato, di cui sono stati recentemente ritrovati i dati di censura, qualche sbiadita fotografia e, nei volumi filmografici editi dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ricostruite le trame e riportate le recensioni d'epoca, italiane ed estere.

Un recente ritrovamento riguarda Carabiniere, un film prodotto dalla "Pasquali & C." di Torino nel 1913, diretto da Ubaldo Maria del Colle. Il film è tratto dalla commedia "Carabiniè", che costituisce uno dei più popolari lavori del teatro dialettale piemontese; fu scritto nel 1892 da Enrico Gemelli, il quale ne fu per anni l'acclamato interprete. La storia è questa: il carabiniere Moretti, che ha messo da parte 300 lire per le sue prossime nozze, viene incaricato di arrestare un cacciatore che ha fatto del bracconaggio per poter comprare le medicine per il padre ed uno dei suoi figli, gravemente malati. Moretti, che conosce i motivi per i quali l'uomo s'è macchiato del reato, esita, ma il dovere è dovere. Però dinanzi alla situazione famigliare del cacciatore, che diverrà disastrosa con il suo arresto, Moretti torna in caserma e consegna al maresciallo la busta con i suoi risparmi, affermando di averla avuta dal cacciatore per ripagare gli animali uccisi. Ma il maresciallo comprende l'atto generoso del carabiniere e in una gara di solidarietà tra umili rappresentanti della legge, gli restituisce la busta: sarà lui a pagare, evitando il carcere ad un uomo colpevole solo di voler salvare delle vite umane, mentre Moretti potrà convolare a giuste nozze.

Una vicenda edificante, che ripeté sullo schermo, moltiplicandolo, lo stesso entusiasmo suscitato sulle tavole del palcoscenico.

"Dopo il peccato", regia di Amleto Palermi, 1919Alberto Capozzi, uno dei più amati protagonisti del cinema muto italiano, prestò il suo volto virile al carabiniere, mentre un'altra gloria del teatro piemontese, Egidio Candiani, impersonò il maresciallo, mutuando bonarietà e severità dal personaggio del burbero benefico di goldoniana memoria. Le critiche furono osannanti, in Italia si parlò di poesia profonda, si sottolineò la morale ammonitrice, si evocò la corda del sentimento; le recensioni francesi lo definirono "drame puissant du théátre piémontais qui a soulevé une profonde émotion parmi les spectateurs" ("potente dramma del teatro piemontese, che ha suscitato una profonda emozione tra gli spettatori"); quelle inglesi: "a story of intense heart-interest and one which hold the attention of young and old" ("una storia di intensa emozione capace di attrarre vecchi e giovani").

Lo scoppio della prima guerra mondiale orientò la produzione cinematografica verso altri generi, principalmente ispirati al conflitto; fu anche l'inizio di una crisi che con gli anni divenne sempre più profonda. Padroni degli schermi divennero i film americani, tedeschi o francesi, artisticamente e spettacolarmente molto più progrediti, e di storie di carabinieri non se ne filmarono più. Ogni tanto apparivano in coppia, angeli custodi di un personaggio incappato nelle maglie della giustizia.

Bisognerà attendere molti anni perché i gloriosi rappresentanti del Corpo istituito quasi duecento anni fa da Vittorio Emanuele I ricompaiano in prima persona sugli schermi.

Vittorio Martinelli