Manuela Arcuri

La donna carabiniere non si era mai vista in tv. E Manuela Arcuri, che è stata la prima, ci tiene a sottolineare che si è trattato di una grande responsabilità. "Perché quello che ho saputo fare in "Carabinieri", la fiction su Canale 5, diventerà importante per quelle che verranno dopo di me".

Manuela Arcuri

Le è piaciuto il suo ruolo?
«Moltissimo. Vede, per lunghi mesi ho studiato attentamente quello che fanno i carabinieri, come si comportano, come vivono, cercando di catturare un gesto, un modo di dire».

Che cosa l'ha colpita maggiormente negli uomini dell'Arma?
«Innanzitutto la semplicità. Sono degli uomini profondi, che sanno riconoscere il valore delle loro azioni. Un carabiniere non può permettersi di sbagliare, deve vedere e prevedere. Questo è molto difficile, come è stato differente per me assorbire gli atteggiamenti, le abitudini».

Poliedrici e acuti. Ma basta per fare un carabiniere?
«Assolutamente no. I carabinieri sono molto di più. Penso che tra le qualità essenziali per intraprendere questa professione vi sia l'umanità e la forza d'animo, perché ogni giorno i problemi sono tanti e diversi. Come una rapina da sventare, un uomo da salvare e una donna da consolare. A proposito, anche le donne dei carabinieri sono delle donne straordinarie».

Gina Lollobrigida, che ha interpretato delle parti accanto a carabinieri, ha detto che, alla fine della lavorazione dei film, non le sarebbe dispiaciuto diventare una di loro. E a lei?
«Io ho il mio lavoro e mi piace moltissimo. Anche se questa esperienza è stata davvero interessante, desidero proseguire la mia carriera. Di certo porterò per sempre l'Arma nel mio cuore».

La divisa ha anche un fascino.
«Certo, e indossarla per me è stata una grande emozione. Con la divisa mi sentivo a mio agio, come se l'avessi indossata da una vita. Non mi sembrava nemmeno di recitare una parte».

Un ruolo importante il suo. La tv non ha conosciuto altre donne carabiniere prima di lei. Come si è sentita in questa parte?
«Benissimo, anche se mi sono pure sentita responsabilizzata. E non credo che sia di poco rilievo. Ogni volta che indossavo la divisa mi veniva in mente che non lo stavo facendo soltanto per me, ma anche per quella stragrande maggioranza di italiani che nei carabinieri credono».

Renato Minore